“Il fatto non sussiste”: la Corte d’Appello di Bari assolve con formula piena Giuseppe Lorusso

L’allora funzionario del Ced del Comune di Trani era stato condannato in Primo Grado per calunnia.

sabato 11 dicembre 2021 8.46
A distanza di 8 anni dall'episodio e a 2 dalla sentenza di primo grado, che lo aveva visto condannato ad un anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa) per calunnia, la III Sezione penale della Corte d'Appello di Bari ha assolto con formula piena "perché il fatto non sussiste" l'allora funzionario informatico del Comune di Trani Giuseppe Lorusso, attualmente in servizio presso la Provincia Bat.

I fatti risalgono al 2013: a seguito di una nota ed esposto-denuncia inviata anche alla Procura della Repubblica, firmata in qualità di dirigenti sindacali della Csa dallo stesso Lorusso e da Michele Giuliano, che segnalavano e denunciavano una serie di presunte incongruenze nell'arrivo in ufficio di 2 unità non legittimate da atti e sottolineando anche l'eventuale sperpero di danaro pubblico, gli stessi erano stati denunciati dall'allora sindaco Luigi Riserbato.

Il Tribunale di Trani, in Primo Grado, due anni fa aveva assolto Giuliano ("perché il fatto non costituisce reato") e condannato invece per calunnia Lorusso ad 1 anno e 4 mesi di reclusione.

A distanza di due anni, per l'appello di Lorusso, difeso dall'avv. Claudio Papagno, si è espressa ieri la terza sezione penale della corte d'appello di Bari presieduta dal giudice Zecchillo, che pronunciato una sentenza di assoluzione "perché il fatto non sussiste" con revoca delle statuizioni civili del risarcimento del danno di cui all'impugnata sentenza.