Il Parcheggio "a rischio alternato" sotto la SS.16bis: a Trani un caso di competenza e sicurezza
Un'area chiusa per caduta calcinacci riapre per pochi giorni, sollevando interrogativi su sicurezza, responsabilità e vivibilità del quartiere tra proteste passate e la futura chiusura del passaggio a livello.
martedì 15 luglio 2025
Fino al prossimo sabato, l'area sottostante la SS.16bis, di fronte allo Stadio "Nicola Lapi", sarà straordinariamente accessibile per il parcheggio del pubblico diretto al vicino Centro Jobel, in occasione del rinomato Festival del Giullare. Una soluzione temporanea che, tuttavia, riaccende i riflettori su una questione annosa e complessa che coinvolge la sicurezza, la competenza territoriale e la vivibilità del quartiere.
L'apertura eccezionale di quest'area, che si ripete annualmente per specifici eventi, stride con la sua chiusura permanente, imposta da ANAS, in passato, a seguito di cadute di calcinacci che danneggiarono diverse auto in sosta, portando molti proprietari a chiedere risarcimenti alla società gestrice dell'arteria. È fondamentale sottolineare che l'area in questione non è di competenza comunale. Si tratta, per usare un paragone, di una vasta zona privata – appartenente ad ANAS – sulla quale l'Amministrazione Comunale e la Polizia Locale non hanno alcuna giurisdizione sulla viabilità ordinaria.
Questa anomalia, che vede un'area considerata a rischio e perciò chiusa, divenire magicamente fruibile in determinate occasioni, ha già sollevato vibranti proteste in passato. Due anni fa, il consigliere comunale della Lega, Giovanni Di Leo, preannunciò "vibrate manifestazioni" se il Comune e ANAS non avessero trovato un accordo per riaprire permanentemente l'area. Di Leo, al tempo, espresse profonda preoccupazione per i disagi arrecati ai residenti del quartiere Stadio e agli utenti dei servizi vicini, aggravati dal crescente degrado dell'area, invasa da rifiuti e deiezioni canine. Il consigliere chiese ad Anas di completare i lavori di messa in sicurezza del viadotto e invitò il Sindaco e l'Assessore al Patrimonio a definire urgentemente la concessione d'uso dell'area, ricordando come, in passato, la stessa Polizia Locale invitasse lì a parcheggiare in occasione del punto vaccinazione allo stadio: risultato? Nessuna risposta e la situazione, era luglio del 2023, da allora non è cambiata.
Nell'ottobre del 2024 e più recentemente nel marzo di quest'anno, l'Associazione Articolo 97 si interrogò apertamente sulle "deroghe su istanza" per l'utilizzo dell'area. L'associazione sottolineò come la chiusura, motivata da ragioni di sicurezza, sembrasse una soluzione sbrigativa in mancanza di manutenzioni adeguate. Evidenziò come, nonostante la presunta pericolosità, l'area fosse stata concessa in deroga per eventi specifici sollevando dubbi sulla reale applicazione dei criteri di sicurezza. Articolo 97, recentemente modulatasi come movimento politico. chiese ai rappresentanti dei cittadini di occuparsi della problematica per evitare la "morte" di quella porzione del quartiere: risultato? Palla in tribuna e nulla di fatto.
Ora non abbiamo certo difficoltà a comprendere appieno le esigenze organizzative di un evento della portata del "Festival del Giullare", che fa, guarda caso, del suo indirizzo artistico " il senza barriere" un sacrosanto e giusto vanto, applicandolo così bene da avere a disposizione ogni anno spazi adeguati, a barriere rimosse se pur in via temporanea, ad accogliere un vasto pubblico e i suoi illustri protagonisti. Tuttavia, l'apertura "a intermittenza" solleva interrogativi cruciali sulla gestione ordinaria e sulla sicurezza per il resto dell'anno. La penuria di parcheggi nella zona è già un problema sentito dai residenti, ma la situazione è destinata ad aggravarsi significativamente a partire da settembre, con la chiusura definitiva del passaggio a livello di Via De Robertis.
È evidente la necessità di un'azione politica congiunta e decisa, che possa coinvolgere anche l'associazionismo, per fare definitiva chiarezza sulla questione del parcheggio "a rischio alternato": se l'area è realmente pericolosa, allora dev'essere chiusa in maniera definitiva, non solo alle auto ma anche ai ragazzi che vi giocano, ai monopattini che vi sfrecciano per gareggiare a chi è più fesso e persino ai padroni dei cani che, purtroppo, non raccolgono le deiezioni creando problemi di igiene (le pulizie dell'area sono di competenza dell' ANAS e non dell' AMIU): attenzione perchè un calcinaccio, dopotutto, può cadere, non solo sulle auto, ma su chiunque, anche sulla testa dei cani: paradossalmente se il gestore dell'area non lo volesse fare per le persone che si adoperi per li nostri amici a quattro zampe.
Se, al contrario, così come si spera, l'intenzione è rendere quell'area fruibile ai residenti e non, allora ANAS S.p.A. deve essere richiamata alle proprie responsabilità manutentive. La Città di Trani non può subire provvedimenti restrittivi "a corrente alternata" in casa propria. È tempo che chi di competenza metta al centro il bene comune e la vivibilità del quartiere Stadio, che da settembre in poi rischia di trasformarsi in un vero e proprio girone infernale per la mobilità e la sosta.
La Politica con la (P) maiuscola deve darsi da fare per trovare una soluzione duratura e coerente e magari riprendere la proposta, che non ci pare tanto astrusa, dell'ex Sindaco avv. Gigi Riserbato che nel febbraio del 2023, anche da dipendente della stessa ANAS, intervenendo in merito al dibattito accesosi dopo la chiusura dell'area sottostante il viadotto dello svincolo Trani centro della statale 16 bis, affermava: «Il Comune potrebbe, forse dovrebbe, fare richiesta di concessione in uso di detta area sottostante per pensare di utilizzarla al meglio, coinvolgendo i residenti del quartiere nelle possibilità e modalità di utilizzo, nel rispetto ovviamente delle prescrizioni di legge», ma forse questa è una soluzione troppo semplice.
L'apertura eccezionale di quest'area, che si ripete annualmente per specifici eventi, stride con la sua chiusura permanente, imposta da ANAS, in passato, a seguito di cadute di calcinacci che danneggiarono diverse auto in sosta, portando molti proprietari a chiedere risarcimenti alla società gestrice dell'arteria. È fondamentale sottolineare che l'area in questione non è di competenza comunale. Si tratta, per usare un paragone, di una vasta zona privata – appartenente ad ANAS – sulla quale l'Amministrazione Comunale e la Polizia Locale non hanno alcuna giurisdizione sulla viabilità ordinaria.
Questa anomalia, che vede un'area considerata a rischio e perciò chiusa, divenire magicamente fruibile in determinate occasioni, ha già sollevato vibranti proteste in passato. Due anni fa, il consigliere comunale della Lega, Giovanni Di Leo, preannunciò "vibrate manifestazioni" se il Comune e ANAS non avessero trovato un accordo per riaprire permanentemente l'area. Di Leo, al tempo, espresse profonda preoccupazione per i disagi arrecati ai residenti del quartiere Stadio e agli utenti dei servizi vicini, aggravati dal crescente degrado dell'area, invasa da rifiuti e deiezioni canine. Il consigliere chiese ad Anas di completare i lavori di messa in sicurezza del viadotto e invitò il Sindaco e l'Assessore al Patrimonio a definire urgentemente la concessione d'uso dell'area, ricordando come, in passato, la stessa Polizia Locale invitasse lì a parcheggiare in occasione del punto vaccinazione allo stadio: risultato? Nessuna risposta e la situazione, era luglio del 2023, da allora non è cambiata.
Nell'ottobre del 2024 e più recentemente nel marzo di quest'anno, l'Associazione Articolo 97 si interrogò apertamente sulle "deroghe su istanza" per l'utilizzo dell'area. L'associazione sottolineò come la chiusura, motivata da ragioni di sicurezza, sembrasse una soluzione sbrigativa in mancanza di manutenzioni adeguate. Evidenziò come, nonostante la presunta pericolosità, l'area fosse stata concessa in deroga per eventi specifici sollevando dubbi sulla reale applicazione dei criteri di sicurezza. Articolo 97, recentemente modulatasi come movimento politico. chiese ai rappresentanti dei cittadini di occuparsi della problematica per evitare la "morte" di quella porzione del quartiere: risultato? Palla in tribuna e nulla di fatto.
Ora non abbiamo certo difficoltà a comprendere appieno le esigenze organizzative di un evento della portata del "Festival del Giullare", che fa, guarda caso, del suo indirizzo artistico " il senza barriere" un sacrosanto e giusto vanto, applicandolo così bene da avere a disposizione ogni anno spazi adeguati, a barriere rimosse se pur in via temporanea, ad accogliere un vasto pubblico e i suoi illustri protagonisti. Tuttavia, l'apertura "a intermittenza" solleva interrogativi cruciali sulla gestione ordinaria e sulla sicurezza per il resto dell'anno. La penuria di parcheggi nella zona è già un problema sentito dai residenti, ma la situazione è destinata ad aggravarsi significativamente a partire da settembre, con la chiusura definitiva del passaggio a livello di Via De Robertis.
È evidente la necessità di un'azione politica congiunta e decisa, che possa coinvolgere anche l'associazionismo, per fare definitiva chiarezza sulla questione del parcheggio "a rischio alternato": se l'area è realmente pericolosa, allora dev'essere chiusa in maniera definitiva, non solo alle auto ma anche ai ragazzi che vi giocano, ai monopattini che vi sfrecciano per gareggiare a chi è più fesso e persino ai padroni dei cani che, purtroppo, non raccolgono le deiezioni creando problemi di igiene (le pulizie dell'area sono di competenza dell' ANAS e non dell' AMIU): attenzione perchè un calcinaccio, dopotutto, può cadere, non solo sulle auto, ma su chiunque, anche sulla testa dei cani: paradossalmente se il gestore dell'area non lo volesse fare per le persone che si adoperi per li nostri amici a quattro zampe.
Se, al contrario, così come si spera, l'intenzione è rendere quell'area fruibile ai residenti e non, allora ANAS S.p.A. deve essere richiamata alle proprie responsabilità manutentive. La Città di Trani non può subire provvedimenti restrittivi "a corrente alternata" in casa propria. È tempo che chi di competenza metta al centro il bene comune e la vivibilità del quartiere Stadio, che da settembre in poi rischia di trasformarsi in un vero e proprio girone infernale per la mobilità e la sosta.
La Politica con la (P) maiuscola deve darsi da fare per trovare una soluzione duratura e coerente e magari riprendere la proposta, che non ci pare tanto astrusa, dell'ex Sindaco avv. Gigi Riserbato che nel febbraio del 2023, anche da dipendente della stessa ANAS, intervenendo in merito al dibattito accesosi dopo la chiusura dell'area sottostante il viadotto dello svincolo Trani centro della statale 16 bis, affermava: «Il Comune potrebbe, forse dovrebbe, fare richiesta di concessione in uso di detta area sottostante per pensare di utilizzarla al meglio, coinvolgendo i residenti del quartiere nelle possibilità e modalità di utilizzo, nel rispetto ovviamente delle prescrizioni di legge», ma forse questa è una soluzione troppo semplice.