Il tribunale civile di Trani resta dov'è

L'unica offerta è di un immobile troppo piccolo e troppo caro

giovedì 10 giugno 2010
Troppo pochi 3.700 metri quadri (non è chiaro se di sola superficie coperta o al lordo degli spazi esterni) per poterci fare un tribunale. E soprattutto troppo caro l'affitto annuale richiesto per sistemare gli uffici giudiziari del civile in un capannone industriale: 660mila euro più Iva, oltre ai costi della ristrutturazione che sarebbe stata a carico del Comune. Così il tribunale civile di Trani rimane al suo posto. Cioè in parte nel centro storico (tra palazzo Candido e palazzo Gadaleta) e in parte nella zona murattiana (palazzo Nigretti in corso Cavour). Lo ha deciso questa mattina la commissione manutenzione del tribunale, dopo aver preso atto dell'offerta (l'unica corredata di relativo studio di fattibilità richiesto a febbraio al proprietario) relativo a un capannone industriale di via Andria. Il presidente del tribunale, Filippo Bortone, che aveva proposto di trovare una sede in affitto per trasferire al più presto gli uffici della giustizia civile, non ha potuto che prenderne atto.

Mentre gli avvocati, invece, hanno esultato dal momento che si erano detti subito contrari alla eventualità che la giustizia civile venisse amministrata in un capannone industriale. Una querelle durata oltre un anno e che ha visto a Trani una autentica levata di scudi. La proposta del presidente di trovare una sede provvisoria (ma poi non tanto dal momento che il contratto di affitto sarebbe stato di sei anni rinnovabile per altrettanti), nasceva dalle condizioni difficili in cui versano alcuni palazzi del civile e dal fatto che gli uffici fossero divisi tra più stabili.

Non è chiaro ora cosa succederà per palazzo Carcano, il cui primo lotto di lavori dovrebbe essere consegnato entro settembre. I 2,4 milioni di euro del primo appalto stanno finendo, ma dovrebbero essere sufficienti per completare il consolidamento strutturale dell'intero primo piano. Ma il presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati, Francesco Logrieco, ha chiesto conto della parte residua dell'iniziale finanziamento di 4,2 milioni di euro ottenuti dalla Cassa Depositi e Prestiti alcuni anni fa proprio per ristrutturare l'edificio di via Beltrani. Esclusi 300mila euro per altri adeguamenti, rimarrebbe – in teoria – una somma di 1,5 milioni di euro nell'apposito capitolo del bilancio comunale. Forse più che sufficienti per sistemare anche il resto della struttura. La risposta nella prossima riunione della commissione di manutenzione.

c. c.