In Consiglio comunale il grande intrigo energetico
I risvolti dell’operazione Amet-Elgasud
domenica 27 giugno 2010
Se ne sta parlando molto e da diverso tempo: in Consiglio comunale lunedì dovrebbe essere il giorno della discussione del conferimento del ramo di vendita di energia elettrica di Amet e del mantenimento delle partecipazioni possedute dal Comune di Trani. Traniweb prova a spiegare i dettagli dell'operazione. Il consiglio d'amministrazione dell'Amet ha giustificato così l'operazione:
AMET - «La società Amet sin dal 2000, ovvero dal momento in cui è entrato in vigore il nuovo regime regolatorio dettato dall'Autorità per l'energia elettrica e gas, ha subito una costante riduzione delle tariffe elettriche con conseguenti ricadute sulla redditività. Per tale motivo ha eleborato un piano industriale che le consentisse di individuare dei nuovi segmenti di mercato nei quali operare e poi di procedere ad una nuova organizzazione interna che le permettesse di rendere remunerative le proprie attività. In particolare, dall'1 luglio 2007, con l'entrata in vigore del decreto legislativo 73/07 (convertito poi in legge) che consente ai fruitori dei servizio elettrico di stiuplare i contratti di fornitura anche con venditori che non operano nella propria area di competenza, Amet ha effettuato delle valutazioni sulla redditività dell'attività di vendita dell'energia elettrica.
Il completamento della liberalizzazione dei mercati energetici ha determinato, per l'azienda l'impossibilità di operare nel mercato di salvaguardia (in quanto le imprese che erogano questo servizio sono individuate attraverso procedure concorsuali dall'Autorità) oltre che la crescente perdita di clienti appartenenti al cosiddetto mercato tutelato in quanto, questi ultimi, attirati da tariffe più vantaggiose, hanno stipulato contratti con le società operanti nel mercato libero. Per questi motivi Amet ha stabilito che, per rendere nuovamente remunerativa la propria attività di impresa, fosse necessario separare l'attività di vendita dell'energia elettrica da quella relativa alla sua distribuzione sul territorio. Questa separazione delle attività si traduce nel conferimento del ramo di azienda di maggior tutela ad altra azienda già attiva ed operante nel ramo vendita. Questo passaggio permetterebbe alla ex municipalizzata di partecipare agli utili della società acquirente nonché di influire sulle sue scelte e strategie di mercato».
Da qui la soluzione portata all'attenzione del Consiglio comunale: conferire il ramo d'azienda del mercato tutelato alla società Elgasud, cioè ad una società già attiva sul territorio comunale, costituita nel 2006 a seguito della stipula della join venture tra la società Puglia Energy (costituita per il 70% dal gruppo Amgas Bari ed il 30% da Amet) e la società Acea Electrabel di Roma. L'operazione è articolata in due fasi: in un primo momento Amet conferirà ad Elgasud il ramo d'azienda vendita a fronte di un aumento del capitale sociale di Elgasud riservato ad Amet, successivamente Amet trasferirà ad Acea Electrabel una parte della propria partecipazione in Elgasud in modo tale che, a seguito dell'operazione, il capitale di Elgasud sarà detenuto per il 25% da Puglia Energy, per il 26% da Amet e per il restante 49% da Acea Electrabel, sia direttamente che attraverso Acea Electrabel Energia. Le due transazioni sono tra loro interdipendenti, per cui l'una non sarebbe realizzata senza l'altra, pertanto costituiscono un'unica operazione di concentrazione.
IL CASO BARI – Non secondaria nella vicenda è la posizione assunta dal Consiglio comunale di Bari il 7 gennaio scorso. Come ha ricordato il capogruppo del Pd di Trani, Fabrizio Ferrante, nel Consiglio comunale del 7 gennaio scorso, il Consiglio comunale di Bari ha approvato la proposta di dismettere le partecipazioni indirette in alcune aziende. Tra queste, vi è Puglia Energy, la municipalizzata del gas, ed altre. Ciò, in ottemperanza ai commi 27 e 28 dell'articolo 3 della legge 244 del 2007, che impone la dismissione da parte dei Comuni delle proprie quote di partecipazione nelle aziende municipalizzate, come Amgas, Amiu, e così via. Puglia Del pacchetto societario di Puglia Energy, come detto in precedenza, il 35% era nelle mani di Amgas SpA distribuzione, Amgas srl deteneva un altro 35% di Puglia Energy. Puglia Energy a sua volta contiene un'altra società: Elgasud. Puglia Energy controlla Elgasud per il 51%. Il restante 49% era di proprietà di AceaElectrabel. Questa, a sua volta, è il risultato della fusione tra Acea di Roma, l'azienda omologa di Acquedotto pugliese a Roma, con la multinazionale belga Electrabel. Il Comune di Bari tramite Amgas SpA ed Amgas srl. controllava indirettamente Puglia Energy. Il Consiglio comunale ha approvato il 7 gennaio scorso la dismissione delle quote in Puglia Energy, da parte di Amgas SpA ed Amgas srl. Con Amgas SpA e Amgas srl fuori dai giochi, cosa resta di Puglia Energy? Ed il 51% del pacchetto azionario di Elgasud, in possesso di Puglia Energy, dove va a finire?
RISVOLTI FUTURI – Amet è propensa a conferire un ramo d'azienda (le vendite) proprio ad Elgasud. In cambio, vi sarebbe un aumento del capitale sociale in Elgasud. Abbiamo detto che Amet e Puglia Energy detengono una parte di quel 51%, maggioranza del capitale azionario. Amet si è impegnata a cedere ad Acea una parte della propria partecipazione in Elgasud. A quel punto, il 25% di Elgasud sarebbe di Puglia Energy, il 26% di Amet, mentre Acea avrebbe il 49%. Se ciò accadesse, Acea potrebbe nominare due dei quattro consiglieri di amministrazione di Elgasud, più l'amministratore delegato, munito di ampi poteri di gestione. Le decisioni sottoposte all'approvazione del consiglio d'amministrazione sono adottate a maggioranza semplice. Poichè nel CdA sono quattro i consiglieri, in caso di parità il voto espresso dall'amministratore delegato prevarrà. In questo modo, Acea Roma, di fatto, avrà il controllo di Elgasud.
AMET - «La società Amet sin dal 2000, ovvero dal momento in cui è entrato in vigore il nuovo regime regolatorio dettato dall'Autorità per l'energia elettrica e gas, ha subito una costante riduzione delle tariffe elettriche con conseguenti ricadute sulla redditività. Per tale motivo ha eleborato un piano industriale che le consentisse di individuare dei nuovi segmenti di mercato nei quali operare e poi di procedere ad una nuova organizzazione interna che le permettesse di rendere remunerative le proprie attività. In particolare, dall'1 luglio 2007, con l'entrata in vigore del decreto legislativo 73/07 (convertito poi in legge) che consente ai fruitori dei servizio elettrico di stiuplare i contratti di fornitura anche con venditori che non operano nella propria area di competenza, Amet ha effettuato delle valutazioni sulla redditività dell'attività di vendita dell'energia elettrica.
Il completamento della liberalizzazione dei mercati energetici ha determinato, per l'azienda l'impossibilità di operare nel mercato di salvaguardia (in quanto le imprese che erogano questo servizio sono individuate attraverso procedure concorsuali dall'Autorità) oltre che la crescente perdita di clienti appartenenti al cosiddetto mercato tutelato in quanto, questi ultimi, attirati da tariffe più vantaggiose, hanno stipulato contratti con le società operanti nel mercato libero. Per questi motivi Amet ha stabilito che, per rendere nuovamente remunerativa la propria attività di impresa, fosse necessario separare l'attività di vendita dell'energia elettrica da quella relativa alla sua distribuzione sul territorio. Questa separazione delle attività si traduce nel conferimento del ramo di azienda di maggior tutela ad altra azienda già attiva ed operante nel ramo vendita. Questo passaggio permetterebbe alla ex municipalizzata di partecipare agli utili della società acquirente nonché di influire sulle sue scelte e strategie di mercato».
Da qui la soluzione portata all'attenzione del Consiglio comunale: conferire il ramo d'azienda del mercato tutelato alla società Elgasud, cioè ad una società già attiva sul territorio comunale, costituita nel 2006 a seguito della stipula della join venture tra la società Puglia Energy (costituita per il 70% dal gruppo Amgas Bari ed il 30% da Amet) e la società Acea Electrabel di Roma. L'operazione è articolata in due fasi: in un primo momento Amet conferirà ad Elgasud il ramo d'azienda vendita a fronte di un aumento del capitale sociale di Elgasud riservato ad Amet, successivamente Amet trasferirà ad Acea Electrabel una parte della propria partecipazione in Elgasud in modo tale che, a seguito dell'operazione, il capitale di Elgasud sarà detenuto per il 25% da Puglia Energy, per il 26% da Amet e per il restante 49% da Acea Electrabel, sia direttamente che attraverso Acea Electrabel Energia. Le due transazioni sono tra loro interdipendenti, per cui l'una non sarebbe realizzata senza l'altra, pertanto costituiscono un'unica operazione di concentrazione.
IL CASO BARI – Non secondaria nella vicenda è la posizione assunta dal Consiglio comunale di Bari il 7 gennaio scorso. Come ha ricordato il capogruppo del Pd di Trani, Fabrizio Ferrante, nel Consiglio comunale del 7 gennaio scorso, il Consiglio comunale di Bari ha approvato la proposta di dismettere le partecipazioni indirette in alcune aziende. Tra queste, vi è Puglia Energy, la municipalizzata del gas, ed altre. Ciò, in ottemperanza ai commi 27 e 28 dell'articolo 3 della legge 244 del 2007, che impone la dismissione da parte dei Comuni delle proprie quote di partecipazione nelle aziende municipalizzate, come Amgas, Amiu, e così via. Puglia Del pacchetto societario di Puglia Energy, come detto in precedenza, il 35% era nelle mani di Amgas SpA distribuzione, Amgas srl deteneva un altro 35% di Puglia Energy. Puglia Energy a sua volta contiene un'altra società: Elgasud. Puglia Energy controlla Elgasud per il 51%. Il restante 49% era di proprietà di AceaElectrabel. Questa, a sua volta, è il risultato della fusione tra Acea di Roma, l'azienda omologa di Acquedotto pugliese a Roma, con la multinazionale belga Electrabel. Il Comune di Bari tramite Amgas SpA ed Amgas srl. controllava indirettamente Puglia Energy. Il Consiglio comunale ha approvato il 7 gennaio scorso la dismissione delle quote in Puglia Energy, da parte di Amgas SpA ed Amgas srl. Con Amgas SpA e Amgas srl fuori dai giochi, cosa resta di Puglia Energy? Ed il 51% del pacchetto azionario di Elgasud, in possesso di Puglia Energy, dove va a finire?
RISVOLTI FUTURI – Amet è propensa a conferire un ramo d'azienda (le vendite) proprio ad Elgasud. In cambio, vi sarebbe un aumento del capitale sociale in Elgasud. Abbiamo detto che Amet e Puglia Energy detengono una parte di quel 51%, maggioranza del capitale azionario. Amet si è impegnata a cedere ad Acea una parte della propria partecipazione in Elgasud. A quel punto, il 25% di Elgasud sarebbe di Puglia Energy, il 26% di Amet, mentre Acea avrebbe il 49%. Se ciò accadesse, Acea potrebbe nominare due dei quattro consiglieri di amministrazione di Elgasud, più l'amministratore delegato, munito di ampi poteri di gestione. Le decisioni sottoposte all'approvazione del consiglio d'amministrazione sono adottate a maggioranza semplice. Poichè nel CdA sono quattro i consiglieri, in caso di parità il voto espresso dall'amministratore delegato prevarrà. In questo modo, Acea Roma, di fatto, avrà il controllo di Elgasud.