Incarichi legali esterni, la Lista Florio vuole vederci chiaro
Florio, Merra e Lapi firmano un'interrogazione rivolta a sindaco e assessore Tempesta
martedì 15 dicembre 2015
I consiglieri d'opposizione Antonio Florio, Raffaella Merra e Nicola Lapi, tutti appartenenti al gruppo "Lista Florio" hanno presentato in questi giorni una interrogazione consiliare riguardante gli incarichi professionali esterni dell'ufficio legale del Comune e delle partecipate Amiu e Amet, rivolta in particolar modo al sindaco, Amedeo Bottaro, e all'assessore al Contenzioso, Giuseppe Tempesta, ma trasmessa per conoscenza anche alla sezione regionale della Corte dei conti.
«In una fase storica - si legge nella nota - caratterizzata da una grave crisi finanziaria e dalla conseguente necessità di un rigido contenimento della spesa pubblica, appare opportuno porre l'attenzione anche al contenimento da parte delle singole partecipate di consulenze e incarichi esterni. La materia del conferimento di incarichi a soggetti esterni agli apparati organizzativi delle pubbliche amministrazioni risulta essere oggetto del costante interesse da parte dell'opinione pubblica, proprio in considerazione del notevole impatto che tali conferimenti risultano avere sull'andamento della spesa pubblica dell'amministrazione locale. In pochi anni, sono state pagate migliaia di euro per consulenze, che hanno visto quasi sempre le aziende soccombere ed essere condannate ad ulteriori spese legali in favore della controparte».
«L'articolo 7 del decreto legislativo 165 del 2001 consente alle amministrazioni pubbliche di conferire, per esigenze alle quali non possono far fronte con personale di servizio, incarichi individuali con contratto di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa, dal contenuto professionale particolarmente specializzato. Appare evidente, quindi, che il conferimento di incarichi esterni viene previsto non come sistema ordinario per lo svolgimento di compiti istituzionali, bensì come strumento di carattere eccezionale in quanto derogatorio del principio generale, secondo cui le amministrazioni devono provvedere allo svolgimento dei compiti loro affidati a mezzo del personale di cui dispongono. Va ricordato, di conseguenza, che per quanto concerne in particolare le consulenze legali e l'affidamento di incarichi ad avvocati del libero foro, in conformità ai principi generali, se l'ente ha in organico, come effettivamente nel caso del Comune e dell'Amet, un ufficio legale non è consentito demandare l'attività consulenziale o quella defensionale e procuratoria all'esterno».
«Ci chiediamo quindi, se effettivamente all'interno del Comune e delle partecipate - prosegue l'interrogazione - c'è la figura professionale del legale; quanti incarichi, nel periodo 2012-2015, siano stati assegnati in forma esclusiva all'avvocato dipendente del Comune e delle partecipate; quanti, invece, nello stesso periodo, siano stati assegnati a legali esterni, anche in forma congiunta; quanto i nostri enti abbiano pagato per queste consulenze esterne a professionisti; quali siano i criteri di scelta del legale; se all'interno degli enti in questione vi sia un albo di avvocati che hanno fatto richiesta per patrocinare le cause legali degli stessi e, infine, se questi enti abbiano pagato la quota di iscrizione annuale all'albo avvocati, eventualmente comprensiva della quota di patrocinio in Cassazione, per il legale dipendente e, se eventualmente fatto, sulla base di quale norma di legge».
«In una fase storica - si legge nella nota - caratterizzata da una grave crisi finanziaria e dalla conseguente necessità di un rigido contenimento della spesa pubblica, appare opportuno porre l'attenzione anche al contenimento da parte delle singole partecipate di consulenze e incarichi esterni. La materia del conferimento di incarichi a soggetti esterni agli apparati organizzativi delle pubbliche amministrazioni risulta essere oggetto del costante interesse da parte dell'opinione pubblica, proprio in considerazione del notevole impatto che tali conferimenti risultano avere sull'andamento della spesa pubblica dell'amministrazione locale. In pochi anni, sono state pagate migliaia di euro per consulenze, che hanno visto quasi sempre le aziende soccombere ed essere condannate ad ulteriori spese legali in favore della controparte».
«L'articolo 7 del decreto legislativo 165 del 2001 consente alle amministrazioni pubbliche di conferire, per esigenze alle quali non possono far fronte con personale di servizio, incarichi individuali con contratto di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa, dal contenuto professionale particolarmente specializzato. Appare evidente, quindi, che il conferimento di incarichi esterni viene previsto non come sistema ordinario per lo svolgimento di compiti istituzionali, bensì come strumento di carattere eccezionale in quanto derogatorio del principio generale, secondo cui le amministrazioni devono provvedere allo svolgimento dei compiti loro affidati a mezzo del personale di cui dispongono. Va ricordato, di conseguenza, che per quanto concerne in particolare le consulenze legali e l'affidamento di incarichi ad avvocati del libero foro, in conformità ai principi generali, se l'ente ha in organico, come effettivamente nel caso del Comune e dell'Amet, un ufficio legale non è consentito demandare l'attività consulenziale o quella defensionale e procuratoria all'esterno».
«Ci chiediamo quindi, se effettivamente all'interno del Comune e delle partecipate - prosegue l'interrogazione - c'è la figura professionale del legale; quanti incarichi, nel periodo 2012-2015, siano stati assegnati in forma esclusiva all'avvocato dipendente del Comune e delle partecipate; quanti, invece, nello stesso periodo, siano stati assegnati a legali esterni, anche in forma congiunta; quanto i nostri enti abbiano pagato per queste consulenze esterne a professionisti; quali siano i criteri di scelta del legale; se all'interno degli enti in questione vi sia un albo di avvocati che hanno fatto richiesta per patrocinare le cause legali degli stessi e, infine, se questi enti abbiano pagato la quota di iscrizione annuale all'albo avvocati, eventualmente comprensiva della quota di patrocinio in Cassazione, per il legale dipendente e, se eventualmente fatto, sulla base di quale norma di legge».