Intervista esclusiva a Giacomo Marinaro: "Il Partito Democratico fra difficoltà interne e la difficile costruzione del "Campo Largo"
Il Presidente del Consiglio della Città di Trani: "Per il dopo-Bottaro serve competenza amministrativa, no ai salti nel buio"
venerdì 19 dicembre 2025
16.35
Il Presidente del Consiglio della Città di Trani: "Per il dopo-Bottaro serve competenza amministrativa, no ai salti nel buio". L'intervista rilasciata lo 18 dicembre 2025 dall'avv. Giacomo Marinaro, Presidente del Consiglio Comunale di Trani e storico "mister preferenze", offre uno spaccato lucido e a tratti amaro sullo stato di salute del centrosinistra locale. A pochi mesi dalla scadenza del secondo mandato di Amedeo Bottaro, emerge un quadro complesso: un Partito Democratico egemone nei numeri ma fratturato nelle dinamiche interne, una coalizione da ricostruire e l'ombra dell'astensionismo che pesa sul futuro della città.
Il Paradosso del Partito Democratico: Tra Cacicchi e Correnti
L'analisi di Marinaro sul Partito Democratico parte da un dato inequivocabile: se a livello regionale, trainato dalla figura di Antonio Decaro, il partito è "forza motrice", nella provincia BAT la situazione è critica. L'assenza di figure storiche come Caracciolo e Mennea ha imposto una ricostruzione gestita dal segretario regionale De Santis. Il punto critico sollevato è metodologico: "Si è fatta una campagna elettorale contro i "cacicchi" - dichiara Marinaro - ma il risultato è stato un accentramento di potere che replica le stesse dinamiche criticate" denunciando un clima di chiusura, dove le regole non sembrano uguali per tutti e dove le posizioni interne, in particolare ricorda il suo sostegno nel 2023 all'area Bonaccini che a Trani raggiunse il 72%, siano sono diventate motivo di contrasto politico nei suoi confronti. Marinaro non nasconde di sentirsi vittima di pregiudizi interni, pagando il prezzo della sua schiettezza e della sua appartenenza a una corrente divenuta minoritaria a livello nazionale. La sua diagnosi è severa:" Il PD rischia di trasformarsi - ha affermato - in un partito chiuso, che preferisce un "10% tutto suo" piuttosto che un "20% con più anime", allontanando così l'elettorato."
Le Regionali come campanello d'allarme
Le recenti elezioni regionali hanno lasciato un segnale inquietante: l'affluenza crollata al 40%. Per Marinaro, questo dato è la prova che all'interno dei partiti si respira un'aria che i cittadini non apprezzano più. Nonostante la vittoria del centrosinistra e l'elezione di due consiglieri regionali nella BAT alle quali Trani ha contribuito, la riconferma di Debora Ciliento e quella di Domenico De Santis segretario regionale del PD, il Presidente del Consiglio definisce doloroso questo distacco, sottolineando come la mancanza di un'offerta politica inclusiva e chiara allontani le persone dalle urne.
Amministrative 2026: La successione a Bottaro e l'Incognita M5S
Guardando alle amministrative del 2026, la sfida per il centrosinistra tranese appare ardua. Dopo 11 anni di amministrazione Bottaro, definita da Marinaro "sfibrata e stanca" seppur capace di trasformare la città, si pone il problema della continuità. Il "Campo Largo", vincente in Regione, a Trani è un rebus e Marinaro evidenzia come "replicare l'alleanza con il Movimento 5 Stelle sia complesso", dato che i pentastellati locali sono stati all'opposizione per oltre un decennio. Sebbene ci siano aperture verso figure come Vito Branà, l'integrazione richiede un percorso graduale e non forzature elettorali.
Sul fronte dei candidati sindaci, Marinaro non si tira indietro ("se qualcuno fa il mio nome mi lusinga"), ma pone l'accento sulla necessità di competenza amministrativa. In un passaggio importante, contesta la retorica del "candidato civico" a tutti i costi: "Per gestire la complessa burocrazia comunale e i progetti PNRR - dice - serve qualcuno che conosca già la macchina amministrativa, poiché un neofita o un imprenditore rischierebbe di impantanarsi.. Critico anche il giudizio sulle mosse degli avversari e degli ex alleati: l'uscita "repentina" dell'Avv. Sebastiano De Feudis dalla maggioranza è vista con perplessità, mentre il centrodestra, rinvigorito dal record di preferenze di Andrea Ferri, rappresenta una minaccia concreta se il centrosinistra non ritroverà unità ed empatia con la città.
L'intervista restituisce l'immagine di un politico che rivendica il suo radicamento popolare (i 1.258 voti del 2020) contro le logiche di apparato. La strada verso il 2026 per il PD di Trani passa inevitabilmente per due nodi: il primo la ricomposizione delle fratture interne all'interno del partito, ed il secondo la capacità di costruire un'alleanza che vada oltre i perimetri attuali per recuperare quel 60% di elettori che ha smesso di votare, coinvolgendo movimenti civici come "Prossimamente", di recente costituzione fu presentato la scorsa estate a Trani alla presenza di Decaro, e "X la Puglia" che guidato dal barlettano Ruggero Passero, neo consigliere regionale, ha fatto parte della coalizione alle ultime regionali e che a Trani ha raccolto consensi.
In definitiva, la visione di Giacomo Marinaro per la Trani del 2026 trascende la semplice caccia al successore di Amedeo Bottaro. La vera partita, lascia intendere il Presidente del Consiglio, si gioca sul metodo. Di fronte a una città che ha visto l'affluenza crollare drammaticamente, Marinaro lancia un ultimatum alla sua stessa parte politica: è finito il tempo dei recinti chiusi. Il monito è chiaro: continuare a preferire un "contenitore piccolo e tutto mio" piuttosto che rischiare aprendosi a un "contenitore più grande con varie anime" è la ricetta perfetta per la sconfitta. Non una sconfitta elettorale, ma sociale. Quel 40% di affluenza alle regionali è una ferita aperta che Marinaro definisce dolorosa "da cittadino prima che da politico". Se il centrosinistra vorrà governare il futuro di Trani, dovrà scendere dallo scranno e tornare tra la gente, accettando anche la scomodità della trasparenza e del confronto aspro. Giacomo Marinaro, dal canto suo, promette di tenere il "telefono sempre acceso" e di restare al servizio della città, con o senza l'approvazione delle segreterie di partito. Resta da vedere se il Partito Democratico avrà il coraggio di raccogliere questa sfida o se, per dirla con le parole dell'intervistato, continuerà a preoccuparsi di gestire un potere che i cittadini, semplicemente, hanno smesso di legittimare con il voto decidendo di disertare le urne.
Il Paradosso del Partito Democratico: Tra Cacicchi e Correnti
L'analisi di Marinaro sul Partito Democratico parte da un dato inequivocabile: se a livello regionale, trainato dalla figura di Antonio Decaro, il partito è "forza motrice", nella provincia BAT la situazione è critica. L'assenza di figure storiche come Caracciolo e Mennea ha imposto una ricostruzione gestita dal segretario regionale De Santis. Il punto critico sollevato è metodologico: "Si è fatta una campagna elettorale contro i "cacicchi" - dichiara Marinaro - ma il risultato è stato un accentramento di potere che replica le stesse dinamiche criticate" denunciando un clima di chiusura, dove le regole non sembrano uguali per tutti e dove le posizioni interne, in particolare ricorda il suo sostegno nel 2023 all'area Bonaccini che a Trani raggiunse il 72%, siano sono diventate motivo di contrasto politico nei suoi confronti. Marinaro non nasconde di sentirsi vittima di pregiudizi interni, pagando il prezzo della sua schiettezza e della sua appartenenza a una corrente divenuta minoritaria a livello nazionale. La sua diagnosi è severa:" Il PD rischia di trasformarsi - ha affermato - in un partito chiuso, che preferisce un "10% tutto suo" piuttosto che un "20% con più anime", allontanando così l'elettorato."
Le Regionali come campanello d'allarme
Le recenti elezioni regionali hanno lasciato un segnale inquietante: l'affluenza crollata al 40%. Per Marinaro, questo dato è la prova che all'interno dei partiti si respira un'aria che i cittadini non apprezzano più. Nonostante la vittoria del centrosinistra e l'elezione di due consiglieri regionali nella BAT alle quali Trani ha contribuito, la riconferma di Debora Ciliento e quella di Domenico De Santis segretario regionale del PD, il Presidente del Consiglio definisce doloroso questo distacco, sottolineando come la mancanza di un'offerta politica inclusiva e chiara allontani le persone dalle urne.
Amministrative 2026: La successione a Bottaro e l'Incognita M5S
Guardando alle amministrative del 2026, la sfida per il centrosinistra tranese appare ardua. Dopo 11 anni di amministrazione Bottaro, definita da Marinaro "sfibrata e stanca" seppur capace di trasformare la città, si pone il problema della continuità. Il "Campo Largo", vincente in Regione, a Trani è un rebus e Marinaro evidenzia come "replicare l'alleanza con il Movimento 5 Stelle sia complesso", dato che i pentastellati locali sono stati all'opposizione per oltre un decennio. Sebbene ci siano aperture verso figure come Vito Branà, l'integrazione richiede un percorso graduale e non forzature elettorali.
Sul fronte dei candidati sindaci, Marinaro non si tira indietro ("se qualcuno fa il mio nome mi lusinga"), ma pone l'accento sulla necessità di competenza amministrativa. In un passaggio importante, contesta la retorica del "candidato civico" a tutti i costi: "Per gestire la complessa burocrazia comunale e i progetti PNRR - dice - serve qualcuno che conosca già la macchina amministrativa, poiché un neofita o un imprenditore rischierebbe di impantanarsi.. Critico anche il giudizio sulle mosse degli avversari e degli ex alleati: l'uscita "repentina" dell'Avv. Sebastiano De Feudis dalla maggioranza è vista con perplessità, mentre il centrodestra, rinvigorito dal record di preferenze di Andrea Ferri, rappresenta una minaccia concreta se il centrosinistra non ritroverà unità ed empatia con la città.
L'intervista restituisce l'immagine di un politico che rivendica il suo radicamento popolare (i 1.258 voti del 2020) contro le logiche di apparato. La strada verso il 2026 per il PD di Trani passa inevitabilmente per due nodi: il primo la ricomposizione delle fratture interne all'interno del partito, ed il secondo la capacità di costruire un'alleanza che vada oltre i perimetri attuali per recuperare quel 60% di elettori che ha smesso di votare, coinvolgendo movimenti civici come "Prossimamente", di recente costituzione fu presentato la scorsa estate a Trani alla presenza di Decaro, e "X la Puglia" che guidato dal barlettano Ruggero Passero, neo consigliere regionale, ha fatto parte della coalizione alle ultime regionali e che a Trani ha raccolto consensi.
In definitiva, la visione di Giacomo Marinaro per la Trani del 2026 trascende la semplice caccia al successore di Amedeo Bottaro. La vera partita, lascia intendere il Presidente del Consiglio, si gioca sul metodo. Di fronte a una città che ha visto l'affluenza crollare drammaticamente, Marinaro lancia un ultimatum alla sua stessa parte politica: è finito il tempo dei recinti chiusi. Il monito è chiaro: continuare a preferire un "contenitore piccolo e tutto mio" piuttosto che rischiare aprendosi a un "contenitore più grande con varie anime" è la ricetta perfetta per la sconfitta. Non una sconfitta elettorale, ma sociale. Quel 40% di affluenza alle regionali è una ferita aperta che Marinaro definisce dolorosa "da cittadino prima che da politico". Se il centrosinistra vorrà governare il futuro di Trani, dovrà scendere dallo scranno e tornare tra la gente, accettando anche la scomodità della trasparenza e del confronto aspro. Giacomo Marinaro, dal canto suo, promette di tenere il "telefono sempre acceso" e di restare al servizio della città, con o senza l'approvazione delle segreterie di partito. Resta da vedere se il Partito Democratico avrà il coraggio di raccogliere questa sfida o se, per dirla con le parole dell'intervistato, continuerà a preoccuparsi di gestire un potere che i cittadini, semplicemente, hanno smesso di legittimare con il voto decidendo di disertare le urne.