L'emozione del paracadutista Heino Niehaus
Imbarazzato, ma felice. «Una fortuna sia andata così». Il tedesco: «Non approvavo le leggi del regime nazista»
giovedì 8 marzo 2012
10.00
Emozionato, imbarazzato, ma felice. Heino Niehaus, paracadutista tedesco, nel 1943 aveva poco più di 18 anni. Era un soldato semplice che doveva eseguire gli ordini che gli venivano imposti. Quel sabato mattina alle 6 gli era stato detto di raccogliere, insieme ad altri soldati, cinquanta tranesi, per vendicare l'uccisione di cinque soldati tedeschi, ammazzati nei pressi del cimitero, sulla strada tra Trani e Barletta. Heino Niehaus non sapeva ancora cosa sarebbe dovuto succedere perché gli ordini non erano affatto chiari, non esplicitavano alcuna fucilazione.
Haino Niehaus non ha mai raccontato in famiglia la vicenda, vi ha però scritto delle pagine in un diario dal quale sono stati tratti molti dettagli importanti. Il figlio ha conosciuto la storia solo nel momento in cui la produzione si è recata in Germania per chiedere la collaborazione del padre. L'ex paracadutista ha subito accettato la proposta di girare il documentario e di tornare a Trani. Nella stessa piazza in cui 69 anni fa erano stesi per terra cinquanta tranesi pronti per essere uccisi ora c'è una lapide commemorativa con i loro nomi. «Sono felice che quella fucilazione non avvenne mai - dice - anche perché ero un semplice soldato e non approvavo affatto le leggi del regime nazista. A dimostrazione di questo non mi sono mai iscritto al partito di Hitler».
Haino Niehaus non ha mai raccontato in famiglia la vicenda, vi ha però scritto delle pagine in un diario dal quale sono stati tratti molti dettagli importanti. Il figlio ha conosciuto la storia solo nel momento in cui la produzione si è recata in Germania per chiedere la collaborazione del padre. L'ex paracadutista ha subito accettato la proposta di girare il documentario e di tornare a Trani. Nella stessa piazza in cui 69 anni fa erano stesi per terra cinquanta tranesi pronti per essere uccisi ora c'è una lapide commemorativa con i loro nomi. «Sono felice che quella fucilazione non avvenne mai - dice - anche perché ero un semplice soldato e non approvavo affatto le leggi del regime nazista. A dimostrazione di questo non mi sono mai iscritto al partito di Hitler».