La Procura di Trani: «Standard & Poor's ha volutamente danneggiato l'Italia»

Le accuse del Pm Ruggiero durante la requisitoria del processo

venerdì 20 gennaio 2017 13.10
Il pubblico ministero di Trani, Michele Ruggiero, durante la sua requisitoria nel processo S&P, ha ricordato il ruolo avuto nell'inchiesta da Renato Panichi, senior director corporate ratings team per l'Emea e all'epoca dei fatti responsabile del 'bank team' per l'Italia. In merito al rating del 13 gennaio 2012 Panichi aveva segnalato, in un'email diretta agli analisti (imputati) Zhang e Kraemer, che il giudizio da loro espresso sul sistema bancario italiano (e alla base del doppio taglio di rating del debito sovrano da essi elaborato) fosse errato, addirittura «esattamente contrario» alla situazione reale, e li avesse per questo invitati perentoriamente a rimuovere quell'informazione dal comunicato. La rimozione avvenne solo parzialmente e sul solo testo in lingua inglese, non invece su quello trasmesso - come per legge - all'Italia, né su quello in lingua italiana e diffuso in Italia, provocando, secondo la Procura, ulteriore confusione e distorsione delle informazioni rese al'Italiana, ai mercati, agli analisti ed agli investitori.

Renato Panichi nella sua deposizione davanti ai giudici tranesi nel settembre scorso, confermo' il contenuto della mail del 13 luglio 2012, ma preciso' che si riferiva alla parte di sua competenza cioè quella bancaria. In pratica l'ex responsabile del 'bank team' per l'Italia di S&P riferi' che le banche italiane non erano troppo esposte con l'estero, ma quel suo giudizio si inseriva in una valutazione più complessiva sul debito estero. Per il Pm quella più che «una mail fumante, era un bazooka fumante», ovvero la dimostrazione che la tesi sostenuta dalla Procura di Trani fosse vera e confermata persino da un interno di S&P. «Con questa affermazione Panichi ha affossato la società», ha rimarcato il Pm.

Rievocato anche il procedimento aperto dalla Consob sull'agenzia americana. «La Consob non ha potuto chiudere il procedimento amministrativo su S&P perché non gli sono state fornite le carte poi spuntate in questo processo», ha detto. «La Consob è stata castrata, ma non possono castrare voi», ha rimarcato rivolgedosi ai giudici. Anzi, il magistrato ha sostenuto che «la Consob aveva capito» e per questo da S&P «non hanno dato le carte». «Io mi fido di quello che dice la Consob, ma l'hanno fermata. Per fortuna non hanno fermato me», ha aggiunto. Alla Consob, secondo quanto ribadito più volte dell'accusa, non sarebbero stati dati i verbali delle camere di consiglio durante le quali l'agenzia decideva i report.

Ma ha anche rimarcato la telefonata, intercettata il 3 agosto 2011, tra Maria Pierdicchi, ex manager di S&P per l'Italia, e l'allora presidente Deven Sharma, che farebbe luce secondo la Procura sul modo di operare dell'agenzia. «Sinceramente, Deven, alcuni analisti - diceva Pierdicchi - non ritengono che noi avessimo le capacità di sostenere questo tipo di azioni di rating in italia al momento, ritengono che serve più personale senior che si occupi dell'italia adesso».

Sulle accuse della Procura di Trani contro Standard & Poor's si registra la reazione dell'agenzia. «Nessuna​ di queste accuse - afferma - è stata dimostrata da prove degne di questo nome. Nessun testimone, nemmeno quelli dell'accusa, ​hanno mai avvalorato queste tesi. Inoltre, le udienze hanno ripetutamente dimostrato che le analisi di Standard & Poor's sono state coerenti con le valutazioni pubblicate dalla Banca d'Italia e dalle maggiori istituzioni sovranazionali, e più volte hanno mostrato la solidità dei nostri processi di rating».

«Le accuse contro Standard & Poor's - aggiunge - si basano su una cattiva interpretazione del normale dibattito analitico, fondamentale per il nostro processo di rating, e da una visione revisionista delle difficoltà macro-economiche in cui versava l'Italia durante la crisi ​dei paesi dell'Unione Europea. Siamo fiduciosi - conclude - che la Corte ​ci darà ragione, scagionando S&P e i suoi dipendenti».