La zona "Boccadoro" nell’istituendo parco regionale dell’ofanto

A proporlo è il circolo di Legambiente di Trani

domenica 25 novembre 2007
Su sollecitazione della Legambiente, l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, con sede a Ozzano Emilia (BO), ha ufficializzato le valenze naturalistiche dell'area ricadente nella fascia costiera interposta tra i territori di Trani e Barletta sottolineando ed auspicando lungimiranti interventi di protezione ambientale.

«Sono ormai più di quindici anni che il circolo di Trani della Legambiente si batte per un riconoscimento pianificatorio che possa salvaguardare il territorio ricadente nella zona umida denominata "Boccadoro-Ariscianne". In questo lungo periodo di tempo sono state numerose le proposte e le occasioni perse per rivalutare l'area di circa 220 ettari che costeggia la fascia litoranea della nuova provincia pugliese. L'area è passata quasi inosservata dai redattori dei piani regolatori di Trani e Barletta; è stata del tutto ignorata dalla provincia di Bari, responsabile della pianificazione del Nuovo Piano faunistico venatorio; sta per essere ancora una volta, ignorata nella pianificazione che istituisce il Parco Regionale dell'Ofanto.
Inutile dire che durante la fasi propedeutiche all'approvazione di tutti questi importanti strumenti di gestione del territorio, la Legambiente, ha sempre avanzato proposte tese alla riqualificazione e salvaguardia della zona umida. Nel 1992, la Legambiente ha anche redatto uno studio preliminare per l'istituzione di un parco naturalistico. Nel 2006, insieme al WWF, ha istruito e motivato una istanza circostanziata e scientificamente supportata allo scopo di sottrarre le aree di Boccadoro-Ariscianne ai pericolosi e anacronistici destini delle aree di caccia individuate dal Piano Faunistico Venatorio. Anche questo tentativo, purtroppo si è rilevato improduttivo. Infatti, nonostante l'Assessore Provinciale al Turismo Caccia e Pesca, Avv. Sebastiano De Feudis, in quanto cittadino tranese, si sarebbe potuto fregiare con motivato orgoglio di essere l'artefice della salvaguardia di quest'area, l'istanza è stata del tutto ignorata e tuttora in quelle preziose contrade, i cacciatori, continuano a fare stragi di uccelli.

Dopo tutti questi infruttuosi tentativi di tutela ambientale proponiamo, sempre con maggiore convinzione, l'inserimento delle zona umida ‘Boccadoro-Ariscianne' nell'istituendo Parco Regionale dell'Ofanto supportati anche da quanto sostenuto dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. La zona umida di ‘Boccadoro-Ariscianne' rappresenterebbe un provvidenziale corridoio di espansione del Parco dell'Ofanto proprio in corrispondenza della foce, laddove attualmente esistono famelici propositi urbanistici che ne minacciano l'integrità ambientale. Nella nota dell'I.N.F.S. si evidenzia, inoltre, l'importanza di salvaguardare tali zone anche per la probabile presenza di un uccello raro come il ‘Chiurlottello'.
Certo, molti cittadini poco sensibili alla salvaguardia ambientale, e tra loro i cacciatori, gli imprenditori edili, i proprietari dei fondi rustici, potrebbero, platealmente mostrare la loro disapprovazione acché si tuteli l'habitat di sosta di una specie aviaria come il ‘Chiurlottello' ; ma noi che ci riteniamo più lungimiranti e saggi degli speculatori, riteniamo che solo tutelando gli ambienti naturali è possibile salvaguardare la sopravvivenza delle future generazioni.» I soci della Legambiente
Circolo di Trani