«Le scelte errate del Comune costano all'Amiu 84mila euro»

Rifiuti svenduti in discarica, Ferrante (Pd) contro la Chiarello

lunedì 14 giugno 2010
«Tutti ricorderanno la polemica scaturita all'indomani delle dimissioni del sindaco dalla presidenza dell'Ato, il consorzio rifiuti del bacino Ba/1. Tutti ricorderanno anche il motivo, ovvero la mancata approvazione dell'adeguamento della tariffa per il conferimento dei rifiuti in discarica. Pochi ricorderanno invece che è stata l'attuale assessore all'ambiente del comune di Trani, che in quel momento sostituiva il sindaco, a presiedere un'assemblea in cui si è deciso uno smacco alla città di Trani che adesso costerà all'Amiu centinaia di migliaia di euro. Ripercorriamo le tappe della vicenda.

In quel consesso si deliberò di fissare un aumento del 10% delle tariffe per il conferimento in discarica dei rifiuti per i Comuni che non appartenevano al bacino Ba/1, ovvero Altamura, Poggiorsini, Gravina, Santeramo in Colle, Cassano Murge. L'aumento venne approvato e venne approvata anche una norma che individua quale beneficiario dei nuovi introiti non l'Amiu (ovvero il Comune di Trani), ma tutto il Consorzio Ato. Nella delibera, datata gennaio 2010, si stabiliva inoltre che tale aumento non avrebbe interessato i comuni del bacino Ba/1, i quali avrebbero continuato a pagare la stessa cifra, una delle più basse in Italia, per riempire di rifiuti la discarica di Puro Vecchio.

I provvedimenti, manco a dirlo, furono approvati all'unanimità, con il voto favorevole del nostro assessore all'ambiente. Qualche mese dopo invece il sindaco ha deciso di lasciare la presidenza dell'Ato per protesta. Causa? Il mancato adeguamento della tassa sui rifiuti che il suo stesso assessore delegato aveva fatto approvare . Una causa che, alla luce dei fatti raccontati, sa di paradosso, per non dire di assurdità. Ora però l'Ato si sta preparando per una nuova beffa, la più pesante nei confronti dell'Amiu.

L'azienda in questi mesi ha potuto beneficiare dell'aumento di tariffa per i Comuni che non fanno parte del bacino Ba/1. Ma in forza a quella delibera approvata a gennaio, l'Ato chiede all'azienda tranese di provvedere senza indugio alla restituzione al consorzio, creditore delle somme già incassate indebitamente nella misura complessiva di 4,466 euro a tonnellata smaltita ovvero 84.335,04 euro. Il prezzo beffardo da pagare per aver smaltito qui a alle porte della nostra città circa 19.000 tonnellate di rifiuti provenienti da mezza Puglia. Un capolavoro politico indiscutibile messo a segno dall'amministrazione e dall'assessore».

Fabrizio Ferrante
Capogruppo PD