Maxi sequestro di droga a Trani, arrestato foggiano
Indagini partite un anno fa dopo il fermo di un corriere al casello autostradale. La polizia rinvenne 82 chili di hashish da cui si potevano ricavare 330mila dosi
venerdì 29 marzo 2013
13.09
I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Trani hanno tratto in arresto, su disposizione del gip del tribunale di Trani, un foggiano residente in Lombardia, di 40 anni, per l'ipotesi di reato di concorso nel traffico e detenzione illecita di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente. Il provvedimento cautelare personale è stato eseguito nel contesto delle attività investigative, coordinate dalla procura della Repubblica di Trani ed avviate a seguito del maxi-sequestro di oltre 82 chili di hashish operato dalle fiamme gialle, nel marzo dello scorso anno, al casello autostradale della A14 (uscita di Trani) allorquando, durante un controllo di polizia, venne tratto in arresto un corriere.
Le indagini, sottese alla identificazione degli eventuali correi dell'illecito traffico scoperto, si sono focalizzate, fin da subito, sulle utenze telefoniche in uso al fermato, nonché sugli automezzi in entrata ed in uscita al casello autostradale di trani in uno specifico arco temporale relativo alla giornata del sequestro. I riscontri analitici dei tabulati e del traffico telefonico così acquisiti, collegati e comparati con le risultanze tracciate dal Telepass, hanno permesso di individuare un complice del corriere, in grado di parentela con questi e con specifici precedenti penali.
In particolare, la mappatura delle celle di aggancio delle utenze mobili appositamente incrociate con i pagamenti elettronici effettuati per tramite del citato congegno hanno portato gli investigatori delle fiamme gialle ad identificare un soggetto che avrebbe, in pratica, agito da staffetta, con un altro veicolo, al carico sequestrato (partito dall'hinterland milanese e avente come destinazione il nord barese) e che, alla luce del tempestivo intervento operato dai finanzieri e dell'arresto del corriere, avrebbe fatto immediato ritorno nel nord Italia, sempre riprendendo l'autostrada. Le risultanze investigative sono state avallate dal pm titolare delle indagini che ha richiesto ed ottenuto l'emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per il trafficante, eseguita in lombardia e conclusasi con la traduzione dell'indagato presso la casa circondariale di Monza. Le operazioni peritali sulla sostanza sequestrata, disposte dall'autorità giudiziaria inquirente, hanno, altresì, accertato che dal quantitativo sequestrato si sarebbero potute ricavate ed immettere sul mercato dello spaccio al dettaglio quasi 330 mila dosi di sostanza stupefacente.
Le indagini, sottese alla identificazione degli eventuali correi dell'illecito traffico scoperto, si sono focalizzate, fin da subito, sulle utenze telefoniche in uso al fermato, nonché sugli automezzi in entrata ed in uscita al casello autostradale di trani in uno specifico arco temporale relativo alla giornata del sequestro. I riscontri analitici dei tabulati e del traffico telefonico così acquisiti, collegati e comparati con le risultanze tracciate dal Telepass, hanno permesso di individuare un complice del corriere, in grado di parentela con questi e con specifici precedenti penali.
In particolare, la mappatura delle celle di aggancio delle utenze mobili appositamente incrociate con i pagamenti elettronici effettuati per tramite del citato congegno hanno portato gli investigatori delle fiamme gialle ad identificare un soggetto che avrebbe, in pratica, agito da staffetta, con un altro veicolo, al carico sequestrato (partito dall'hinterland milanese e avente come destinazione il nord barese) e che, alla luce del tempestivo intervento operato dai finanzieri e dell'arresto del corriere, avrebbe fatto immediato ritorno nel nord Italia, sempre riprendendo l'autostrada. Le risultanze investigative sono state avallate dal pm titolare delle indagini che ha richiesto ed ottenuto l'emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per il trafficante, eseguita in lombardia e conclusasi con la traduzione dell'indagato presso la casa circondariale di Monza. Le operazioni peritali sulla sostanza sequestrata, disposte dall'autorità giudiziaria inquirente, hanno, altresì, accertato che dal quantitativo sequestrato si sarebbero potute ricavate ed immettere sul mercato dello spaccio al dettaglio quasi 330 mila dosi di sostanza stupefacente.