Mimmo De Laurentis, quel "testardo" gentile, esempio per i giovani

Il ricordo di Giovanni Ronco

domenica 10 maggio 2020 14.41
A cura di Giovanni Ronco
Ogni volta che riteneva avessi scritto un'inesattezza mi contattava in privato o chiedeva d'incontrarci al bar dove di solito ci ritrovavamo, vicino casa sua (prendeva sempre e solo un caffe') per spiegarmi per filo e per segno, con una precisione ed una semplicita' disarmanti, il suo punto di vista. Non pretendeva che pubblicassi una rettifica, non minacciava o sporgeva querele, non alzava mai il tono della voce. Ecco, questo era un carattere tipicamente suo, oltre ad una resistenza incredibile nel tenere un confronto, finche' non fosse sicuro che il suo modo di vedere le cose fosse chiaro all'interlocutore. Limpido, onesto, anche testardo nel pretendere, nelle sue battaglie politiche, la tutela dei piu' deboli. Anche a costo di mettersi contro i suoi colleghi, anche a costo di rimanere solo. E solo molte volte Mimmo fu lasciato, anche denigrato perche' non gli andava di seguire gli ordini di scuderia.

Oggi molti di quelli che gli si voltarono contro, questa e' una piccola parentesi che chiudo subito, frutto dei tanti retroscena raccontati, gli fanno il "pippotto" sui social. Chiudo subito, tranquilli, - Mimmo stara' ridendo con quel suo sorriso sincero, che partiva dal ghigno amaro, specie quando ragionavamo delle miserie umane della politica e sfociava in quella risata rassicurante, quando ricordava qualche mia battuta e gli piaceva ricordare in particolare certi passaggi di Mazza e Panella -. Quello era un titolo che amava di certo perche' credo che fosse convinto che di quelle ci fosse bisogno nella politica degenerata di oggi.

Ci siamo ritrovati piu' volte nella nostra comune passione: la politica, lui da tecnico e ferrato consigliere (anche assessore), io da giornalista in interminabili discussioni nelle quali c'era quel raro piacere, oggi, di sentirsi dire tutto in faccia, critiche e battute taglienti comprese, a fronte dei tanti falsi leccapiedi di oggi, che pur di avere un elogio in un articolo, leccano a volonta' pure l'ultimo scrivano, salvo poi parlarne male alle spalle. E quando sua moglie, alla quale rivolgiamo cosi' come ai figli, le condoglianze dalla nostra redazione, gli diceva: "Mimmo lascialo andare", dopo oltre mezz'ora di discussione col sottoscritto, lui le ribatteva: "Ma se Ronco e' un appassionato di politica!".

Era infatti un onore per me trovare riconoscimento, ascolto e identificazione nell'ideale della politica senza doppi fini, senza cambi di casacca, senza leccate. Ecco, Mimmo non ha mai cercato l'elogio, la sbruffonata social, la battuta teatrale pubblica, non gli interessava piacere a tutti i costi, gli interessava dire le cose come stavano e battersi per uno degli ultimi veri ideali di un vero uomo di sinistra: l'equita', il pari trattamento.

Ecco perche' ci rimaneva male quando facevo discorsi sprezzanti verso certo politica e lui avrebbe voluto un distinguo, giustamente, dagli opportunisti, dalle marionette, dagli inseguitori di poltrone, dai sostenitori solo in caso di favore del capo, se no giu' con gli insulti, al capo.

Ecco Mimmo, come ti spiegai con la solita schiettezza nell'ultimo messaggio che t'inviai, tu in quella politica da quattro soldi non c'eri e non ci sei mai stato. Anche a costo di rimanere fuori dal coro. Quando avevo bisogno di spiegazioni su temi difficili, specie di carattere finanziario era a lui che dovevo rivolgermi, per competenza e chiarezza. Ecco perche', anche per questo caro Mimmo, quel "distinguo", era dovuto e meno male che con qualche Pagella positiva, ho avuto modo di farti in tempo elogi da vivo e non come leggo oggi a centinaia a "Mimmo morto" (ora mi sembra di rivedere quel mezzo ghigno che sfocia in un sorriso benevolo).

Grazie Mimmo, per aver cercato di rendere meno meschino l'ambiente della politica. Chi si accosta oggi a questo delicato settore, ne segua l'esempio, soprattutto i giovani, sua grande speranza.