Molestie sul lavoro, valide le registrazioni video non autorizzate

La Cassazione da ragione ad una professionista di Trani

martedì 19 ottobre 2010
Sono valide le videoriprese effettuate sul luogo di lavoro per incastrare il capo molesto. Lo rileva la Cassazione occupandosi di una vicenda di presunte molestie avvenuta a Trani ai danni di una professionista che, su consiglio delle forze dell'ordine, per incastrare il datore di lavoro assolto dal gup «perchè i fatti non sussistono», lo aveva chiamato a studio per filmarlo "furtivamente" mentre la molestava. Nè da notizia Adnkronos.
Se per il gup di Trani le videoregistrazioni ambientali erano inutilizzabili, secondo la Cassazione, che ha accolto il ricorso della Procura di Trani, le videoriprese possono essere utilizzate come "prova atipica" «non essendo configurabile alcuna intrusione nell'altrui domicilio" visto che "le riprese sono state effettuate da persona che era protagonista dell'episodio, verso la quale il suo interlocutore non aveva lo jus excludendi, perche' si trovava nel suo abituale ambiente di lavoro che costituiva il suo domicilio per un periodo di tempo limitato della giornata».
Nel 2007, ricostruisce la Terza sezione penale con la sentenza 37197, I. D. aveva sporto querela nei confronti del datore di lavoro C. L. che, minacciandola di farle perdere il posto, la sottoponeva a molestie, vessazioni e complimenti lascivi. Il 21 gennaio 2010, il gup di Trani dichiarava non luogo a procedere nei confronti del datore di lavoro «perche' i fatti non susistono», sulla base del fatto che le videoregistrazioni ambientali della professionista fatte su consiglio della polizia erano inutilizzabili perchè compiute oltre il termine dell'autorizzazione. Contro il non luogo a procedere hanno presentato ricorso con successo in Cassazione sia la professionista sia la Procura di Trani.