Omicidio Zanni, non ancora ritrovata l'arma del delitto

Ecco una nuova ricostruzione dei fatti, proseguono gli interrogatori

mercoledì 23 settembre 2015 0.01
Sarebbe stato uno sgambetto il motivo della rissa sfociata nell'omicidio di Biagio Zanni. E' quanto emergerebbe dall'interrogatorio del 19enne indagato perché ritenuto coinvolto nel violento parapiglia andato in scena la notte fra sabato e domenica in Via Statuti Marittimi.

Lo sgambetto sarebbe addebitabile ad un amico di Zanni all'arrivo presso una pizzeria della zona porto del gruppo di giovani composto dallo stesso 19enne (che in quel locale avrebbe raggiunto il 44enne padre ed il resto della famiglia) e da 3 minorenni. Dalle parole di reazione ai fatti il passo sarebbe stato breve. Botte da orbi sino all'accoltellamento di Zanni che sarebbe stato commesso da un 15enne, il più giovane dei minorenni.

L'arma del delitto non è stata rinvenuta e probabilmente difficilmente lo sarà. Le perquisizioni domiciliari non hanno dato esito positivo: l'arma potrebbe esser stata buttata in un cassonetto o per strada durante la concitata fuga successiva al grave ferimento che poi ha causato la morte del 34enne tranese.

I Carabinieri sarebbero a buon punto per l'identificazione dell'amico di Zanni che, secondo indiscrezioni in attesa di conferma, in passato sarebbe stato già noto per i "fastidi" creati dopo qualche "bicchiere" di troppo. Zanni avrebbe difeso l'amico dalle prime reazioni della combriccola di giovani.

Intanto la posizione dei 3 minorenni è passata, per competenza, al vaglio della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Bari. L'inchiesta prosegue alacremente. Anche questo pomeriggio nella caserma dei Carabinieri di Trani, coordinati dal pubblico ministero tranese Marcello Catalano, si sono svolti altri lunghi interrogatori. Non si escludono novità importanti; diverse dal funerale di Zanni e dal lutto cittadino.