Ospedale di Trani, il Pd chiede un Consiglio comunale

De Laurentis e Cuccovillo intanto replicano a Corrado. Il dibattito fra maggioranza e opposizione si infiamma

mercoledì 11 maggio 2011
Il segretario del partito democratico, Tommaso Laurora, ha comunicato che martedì è stata protocollata una formale richiesta di Consiglio comunale sulla situazione dell'ospedale di Trani. «Auspichiamo - dice Laurora - che entro i termini previsti dal regolamento si possa convocare la seduta richiesta su un tema che interessa tutti i cittadini di Trani prescindendo dalle appartenenze politiche e che si possa dare seguito ai buoni propositi formalizzandoli con un atto della massima assise cittadina».

Intanto giungono le prime reazioni all'intervento del consigliere comunale del centrodestra Beppe Corrado. Scrive un altro esponente del Pd, Mimmo De Laurentis: «Abbiamo letto l'ultima nota di Corrado e siamo rimasti tutti sorpresi e molto delusi. Purtroppo si continua con le contrapposizioni ad ogni costo, anche su argomenti che non dovrebbero esserlo, dimenticando che non hanno mai giovato e la prova è sotto gli occhi di tutti».

«Gli ipotizzati accorpamenti dei reparti presenti sia a Trani che a Bisceglie - scrive De Laurentis - dovrebbero stimolare una tregua per una coesione strategica, perché altrimenti possiamo immaginare come finirà. Infatti a Trani aspettano ancora il ritorno dell'apparecchio per l'ecg da sforzo "momentaneamente" portato a Bisceglie. È vero, il debito pubblico statale ha imposto tagli alle regioni che ovunque stanno rimodulando l'offerta sanitaria. Ci saranno tagli di posti letto, in parte già avviati, e la Bat sembra non essere tra le favorite. Ma in questa storia, indipendentemente da chi governa, a Roma come a Bari, la nostra Trani, non grande ma pur sempre capoluogo, non economicamente ricca ma dalle nobili origini, per usare una frase di manzoniana memoria, è da tempo "come un vaso di terra cotta, costretta a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro". Le città vicine, infatti, hanno fatto valere il loro peso politico, mentre Trani si è distinta per il suo atteggiamento subalterno e remissivo, non mostrando quasi mai compattezza. I cittadini si aspettano che, almeno in questo caso, i suoi rappresentanti smettano di litigare e, dimenticando gli schieramenti, si coalizzino per tutelare il diritto alla salute, pur contribuendo alla riduzione della spesa sanitaria».

Nel botta e risposta Laurora-Corrado sull'ospedale interviene anche da Nicola Cuccovillo (partito Socialista): «Questi due consiglieri insieme agli altri 38 di Trani non si sono premuniti mai di mettere in atto i procedimenti giusti per discutere nella sede opportuna la loro ferma volontà di volere l'ospedale unico che risolvesse molti dei problemi sanitari cittadini. Erano coscienti tutti che il sonnecchiare avrebbe portato guasti ma oltre a dichiarazioni, interviste c'è stato solo vuoto assoluto, tutto nel dimenticatoio. Eppure si sapeva che i due sindaci di Trani e Bisceglie erano stati chiamati più volte presso l'assessorato regionale ed invitati ad avviare l'iter necesssario per non far volare i soldi della nuova costruzione. Ci permettiamo di far presentre a Beppe Corrado ed alla sua coalizione che sono loro i rappresentanti della maggioranza e che, quindi, a loro vanno le massime colpe perche hanno portato di tutto in Consiglio comunale ma di questa volontà che non comportava nessuna spesa per Trani nessuna traccia. Ora è tutto più difficile. Con le nuove leggi nazionali del governo Berlusconi diventa più complicato. Dovremo unirci ad una terza città: Molfetta? Corato?. Per noi va bene tutto, basta che vi date una mossa».

«Certamente la sanità in Puglia non brilla - conclude Cuccovillo - e Trani non riflette di grande luce (come partito non siamo certamente soddisfatti). Corrado però prima di dare del confuso al suo collega che giustamente aveva sollevato un problema non di poco conto, ammetta con un pò di onestà intellettuale che il peccato originale è avvenuto quando il governatore Fitto venne in Consiglio comunale e massacrò l'ospedale, declassandolo a stabilimento. Noi non dimentichiamo. Ricordo benissimo che tutto il centrodestra (escluso solo 1 consigliere di quella coalizione) con a capo Tarantini subì silente e passivamente il programma di declassamento. Per tirarci su da quella svendita, ci vorrà tempo. Stiamo attenti, dunque, alle attribuzioni delle colpe».