Piazze vuote e politica silenziosa. Acute osservazioni di Gianni De Iuliis: "Dove sono finiti i comizi elettorali?"

Un sintomo della crisi democratica: l'addio al contatto "tattile" tra elettori e candidati, sostituito dallo storytelling e dal marketing sui social media

sabato 22 novembre 2025 9.10
A cura di Tonino Lacalamita
Si è conclusa l'ennesima tornata elettorale e, ancora una volta, le piazze sono rimaste desolatamente vuote. I palchi sono stati montati, ma il cuore pulsante della democrazia — il comizio politico — sembra essere scomparso. Il Professor Gianni De Iuliis, docente di Filosofia, in un post social, solleva un'osservazione acuta nel suo recente post sui social: "La crisi del comizio non è un dettaglio nostalgico, ma un segnale allarmante della trasformazione, e forse dell'indebolimento, del nostro sistema democratico".

Dal Rito Pubblico alla "Performance" Digitale
Fino a non molto tempo fa, il comizio era un rito pubblico di mobilitazione e incontro diretto. Era l'occasione per i militanti e i semplici curiosi di partecipare attivamente, di esprimere animatamente l'approvazione o il dissenso in un rapporto "tangibile, afferrabile, quasi tattile" con i candidati. Come sottolinea il Professor De Iuliis, oggi, quel rapporto è svanito, sostituito da un dialogo filtrato e mediato. Il Filosofo registra un mutamento strutturale che stiamo vivendo:
  1. Sostituzione Spaziale: Le piazze reali sono state svuotate, cedendo il passo alle piazze virtuali dei social media.
  2. Politica dall'Alto: La costruzione politica non nasce più dalle istanze della base, ma si edifica attraverso "narrazioni mediate" (storytelling) e tecniche di marketing che privilegiano l'immagine e la performance individuale del leader.
La conseguenza è che la politica non è più un atto di aggregazione di massa, ma un prodotto confezionato per la visione individuale, veloce e spesso superficiale.

Il Rischio per la Democrazia Partecipativa
L'assenza del comizio, avverte De Iuliis, è un indicatore di una trasformazione complessa che rischia di compromettere la qualità della democrazia partecipativa. Non si tratta di una "nostalgica concessione alla tradizione", ma della perdita di un importante spazio pubblico di confronto e costruzione politica. L'allontanamento dal confronto diretto porta con sé conseguenze sistemiche: La riflessione finale del Professore è un monito: la politica mediatica, pur essendo rapida e capillare, rischia di "allontanare inesorabilmente masse sempre più numerose di cittadini dalle cabine elettorali," indebolendo il voto e la vera essenza del consenso democratico.

Il post social del prof. De Iuliis

Si è appena conclusa un'altra campagna elettorale. Sono stati montati nelle piazze alcuni palchi. Ma sugli stessi palchi non è salito nessuno e quelle piazze sono rimaste desolatamente, mestamente e tristemente vuote.
Fino a qualche tempo fa su quei palchi i candidati e in genere i politici interessati tenevano i comizi. E le piazze erano piene: militanti, simpatizzanti o semplici curiosi partecipavano animatamente, esprimendo il proprio dissenso o la propria approvazione. I comizi erano il cuore pulsante delle campagne elettorali, occasioni di incontro diretto e mobilitazione di massa nelle piazze. Il comizio non era solamente un rito pubblico, ma anche uno spazio simbolico in cui le forze politiche esercitavano la loro capacità di aggregazione e comunicazione dal basso, in un rapporto tangibile, afferrabile, quasi tattile tra elettori e candidati. Lasciamo volentieri ai sociologi l'analisi delle diverse chiavi interpretative mediante cui leggere tale fenomeno – metamorfosi dell'agire politico, mutamenti culturali e istituzionali, variazione genetica della comunicazione, irruzione dei social media, frammentazione e velocità dei messaggi che altera sistematicamente l'interazione politica, personalizzazione delle campagne elettorali, indebolimento dei partiti di massa. Registriamo comunque il fatto che sembra scomparso il rapporto diretto e di massa, sostituito da un dialogo spesso mediato e personalizzato, ove le piazze reali sono sostituite dalle piazze virtuali. Pare che la politica non nasca più dal basso, ma si costruisca attraverso narrazioni mediate, storytelling e tecniche di marketing politico che privilegiano l'immagine e la performance individuale. Tutto ciò apre una riflessione sulla qualità della democrazia partecipativa. Il comizio non ha solo una valenza estetica, né rappresenta una nostalgica concessione alla tradizione. Anzi, la sua assenza è un indicatore di una trasformazione più complessa nella relazione tra rappresentanti e rappresentati, che rischia di spersonalizzare e frammentare ulteriormente lo spazio pubblico di confronto e costruzione politica. E forse di allontanare inesorabilmente masse sempre più numerose di cittadini dalle cabine elettorali.