Pinuccio Tarantini: «In futuro i tranesi saranno disponibili al sorriso?»

L'ex Sindaco difende la sua amministrazione dall'attacco dell'attuale

venerdì 16 maggio 2014 8.31
"Lo scarica-barile" potrebbe non essere sufficiente a giustificare le mancanze dell'amministrazione Riserbato. Questo è il messaggio che si legge tra le righe dell'ultimo intervento sul suo profilo personale di Facebook dell'ex sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini. A "costringere" Tarantini a scrivere un post dedicato all'argomento è stato il botta e risposta tra i consiglieri comunali Beppe Corrado e Pasquale Brescia che, con il pretesto delle "promesse fatte sul piano coste", hanno preso rispettivamente uno le distanze e l'altro le difese dall'operato dell'attuale amministrazione.

Senza essere troppo diretto, senza mai nominare l'attuale Primo cittadino, ma con un'allusione che appare difficilmente fraintendibile, Tarantini ha raccontato un aneddoto della sua vita per rimarcare che lo scarica-barile non porta da nessuna parte: «Quando andavo al Ginnasio, ci fu un periodo che, per aspettare il mio vicino di casa e caro amico, arrivavo a scuola sempre in ritardo. La mitica preside Taddei Ciafardini se ne accorse e mi mandò a chiamare - Perché arrivi sempre in ritardo, Tarantini? - mi chiese - Abito lontano, signora preside - fu la prima cavolata che mi venne in mente (in realtà abitavo a 250 mt. dalla scuola), da quattordicenne tremebondo davanti a quella donna così austera. - Ed io che abito a Giovinazzo, secondo te, a che ora dovrei arrivare, quindi ? - mi disse con un sorriso di assoluta perentorietà. - Ho capito, signora preside – conclusi - non accadrà più».

«Questa lezione – incalza Tarantini nel concludere il suo post - mi è rimasta per tutta la vita: le scuse stupide si spengono con un sorriso, si smontano da sole. Quando leggo che, per giustificare le loro mancanze, gli attuali governanti cittadini danno la colpa alla mia amministrazione, assomigliano sempre di più al Tarantini quattordicenne davanti alla preside Taddei Ciafardini. Non so se però chi li dovrà giudicare con il voto sarà altrettanto disponibile al sorriso».