Polizia locale, per i "precari" un'opportunità dalla Corte di Giustizia Europea

Una sentenza permetterebbe il reinserimento, forse aveva ragione Di Marzio?

domenica 27 luglio 2014 7.54
A cura di Antonio Loconte
Una nuova minaccia all'orizzonte per l'amministrazione della nostra città. Importanti sviluppi riguardo la questione della precarietà interessano di riflesso i sedici agenti di Polizia locale, i cui contratti sono ormai scaduti dal 31 dicembre 2013. L'Avvocato Generale della Corte di Giustizia Europea nelle conclusioni depositate, in attesa della sentenza della Corte di Giustizia, fa riferimento a una discordanza tra la legge dello stato italiano e la direttiva europea 70/1999/CE e propone la disapplicazione della normativa italiana ordinando la "conversione" del contratto a termine, ritenuto illegittimo, da determinato a indeterminato o, in alternativa, risarcire l'intero danno provocato.

Dopo il Tribunale di Napoli e la Corte Costituzionale, anche l'Avvocato della CGUE si è schierato dalla parte dei lavoratori "precari" dichiarando la legislazione italiana non conforme a quella europea. Qualora la sentenza della Corte di Giustizia dovesse confermare le conclusioni dell'Avvocato, lo Stato Italiano sarebbe messo con le spalle al muro: gli oltre 360 mila precari della Pubblica Amministrazione, infatti, rivendicherebbero la conversione del loro contratto o degli ingenti risarcimenti.

I sedici agenti di Polizia locale della nostra città dovrebbero prestare particolare attenzione all'evolversi di questo giudizio, potendo rivendicare, in caso di esito positivo, la definitiva stabilizzazione. Per il Comune di Trani, alla luce di queste ultime vicende, sarebbe stato meglio seguire la linea proposta dall'ex assessore Giuseppe Di Marzio di ricorrere all'istituto della "proroga finalizzata" mediante il quale si puntava ad inserire progressivamente i sedici agenti a tempo determinato rimasti senza lavoro.