Salta il tavolo in Regione, Villa Dragonetti licenzia 35 persone

La proprietà ha già le lettere pronte. Bottaro: «Insensibili, incomprensibili e irragionevoli»

giovedì 30 luglio 2015
A cura di Vincenzo Membola
Si è appena concluso con un nulla di fatto l'incontro a Bari, presso la sede della Regione Puglia, avente al cento del dibattito l'immediato futuro dei dipendenti di Villa Dragonetti. Al termine di un serrato confronto tra proprietà, sindacati, il consigliere provinciale Beppe Corrado, il commissario Asl Bat Ottavio Narracci, il sindaco di Trani Amedeo Bottaro, l'assessore ai Servizi Sociali tranese Felice Di Lernia, l'assessore regionale al Welfare Negro e la task force regionale, l'esito è impietoso: già questa sera dovrebbero partire le lettere di licenziamento per tutti e 35 le unità.

Le istituzioni hanno cercato di esaminare tutte le soluzioni possibili, caldeggiando per condurre la proprietà verso una cassa integrazione in deroga. Nulla da fare, però: la presunta contrarietà di qualche sindacato e la possibilità che la soluzione venga rigettata dal dirigente regionale preposto ha spinto i responsabili legali di Villa Dragonetti verso la rottura. Da oltre un anno si cerca una soluzione per le difficili condizioni della casa di riposo, che non è più in grado di sopportare le spese delle sue unità. La situazione, quindi, rimane molto critica e si prevede una rapida evoluzione già da domani.

L'atteggiamento della proprietà di Villa Dragonetti è stato definito dal sindaco di Trani "incomprensibile e irragionevole". «La Regione – spiega Bottaro – ha mostrato disponibilità e sensibilità alle sorti della struttura e dei suoi lavoratori, stesso dicasi per la Asl che si è detta disponibile a farsi carico del problema anche sotto il profilo occupazionale, ma il nostro atteggiamento, fortemente propositivo, ha trovato l'opposizione di una proprietà evidentemente insensibile alle ricadute sociali di certe drastiche decisioni. Con Regione, Asl e Provincia continueremo a dialogare ed a vagliare ogni soluzione possibile. I lavoratori non saranno abbandonati al loro destino».