San Magno darà il nome ad una parrocchia e ad una chiesa di Trani
L’annuncio di Pichierri. Esaudita la richiesta di Antonio Russo
martedì 19 ottobre 2010
La richiesta del presidente di Etica e politica, Antonio Russo, inoltrata al Vescovo e al sindaco, tesa a riscoprire la figura di San Magno, trova fertile sponda nelle parole di Monsignor Giovanni Battista Pichierri che annuncia l'imminente istituzione di una nuova parrocchia intitolata ad un illustre personaggio della storia di Trani, assurto poi alla santità. Pichierri, oltre a confermare di voler intitolare a San Magno la chiesa che si andrà a realizzare all'interno del Contratto di quartiere nella zona di Sant'Angelo, ha spiegato che è imminente l'istituzione di un nuovo gruppo parrocchiano dedicato al Santo e che farà capo a don Dino Cimadomo, attualmente vicario parrocchiale di San Giuseppe.
A Don Dino spetterà il compito di formare e forgiare il gruppo parrocchiale che porterà il nome di San Magno, nonché di trovare un luogo idoneo dove iniziare le attività. L'annuncio dell'istituzione della nuova parrocchia sarà dato il 24 novembre nel corso di una solenne celebrazione all'interno della chiesa di San Giuseppe.
Alcune settimane fa, Mario Schiralli aveva tracciato un profilo di San Magno:
«Mentre per molti, a Trani, San Magno è un perfetto sconosciuto, in verità è una figura di notevole rilievo anche nella storia sacra nazionale (vi sono monasteri e cattedrali a suo nome sparsi su tutto il territorio nazionale). Nominato Santo Patrono di Anagni, la città dei Papi, San Magno, come riportano talune opere, è in stretto legame con la diffusione del cristianesimo in terra di Ciociaria ed alla costruzione della Cattedrale di Anagni. La tradizione popolare racconta come attraverso varie apparizioni, venisse ritrovato il suo corpo durante la demolizione della vecchia chiesa e come il Santo più volte si manifestasse al vescovo Pietro da Salerno esortandolo a portare a termine la costruzione della nuova cattedrale. A lui sono dedicati molti affreschi nella cripta della cattedrale e non è un caso che l'altare a lui dedicato ed in cui sono conservate le sue reliquie, occupi uno spazio importante, cioè l'area dell'abside centrale della chiesa sotterranea.
Le opere da me consultate, non ultima una preziosa edizione del ‘500 che ottenni in fotocopia e che donai tanti anni fa alla biblioteca Bovio, sono concordi nell'affermare che San Magno era originario di Trani, visse nel III secolo. Da ragazzo si convertì al Cristianesimo. Fu battezzato dal Vescovo di Trani Redento e convinse anche il padre a fare lo stesso. Divenuto Vescovo di Trani, fu costretto alla fuga a causa delle persecuzioni contro i cristiani. Si recò a Roma seguendo la via Appia (la Regina viarum), per venerare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. Durante il suo viaggio pastorale predicò il Vangelo in molte città del Lazio ed in particolare della Ciociaria, tra cui Anagni dove battezzò Santa Secondina.
In una pubblicazione di Valdemaro Vecchi del 1891 c'è un passo degno di nota: "In una notte, fresca, limpida e serena del novembre dell'anno 215, un giovane pastore percorreva con passo agile la via che da Andria menava a Trani. Vide persone che da diverse posizioni vi convenivano; udì poi un coro di voci muliebri, limpide e soavemente accordate, che cantavano con le cadenze, che contraddissero la primitiva musica sacra… L'interno (del monumento) risplendeva di molti ceri, che rischiaravano un'adunanza di donne e di uomini raccolti nella preghiera con gli sguardi concentrati sull'altare posto ad oriente. Un vecchietto che teneva l'entrata presso il battisterio, avvistosi del giovane venuto solo per curiosità, gli fe' cenno di non andare innanzi, e quegli restò sull'ingresso".
Il tempio nel quale entrò il pastorello Magno attirato dai canti era Santa Geffa, che si trova sull'attuale via delle Tufare, quella che un tempo collegava Trani ad Andria. Il pastorello ammesso in quella chiesa era Magno, che poi diventò Santo alla direzione del suo Vescovo, ch'era altrettanto col nome di Redento. Sono di avviso che questa chiesa detta di santa Geffa sia precostantiniana ossia appartenesse ad epoca prima dell'editto di Costantino (313).
A chi volesse saperne di più, consiglio di consultare il mio libro Bibliografia tranese, edito grazie al Rotary Club di Trani nel 1986. Alla voce San Magno troverà utili indicazioni delle fonti per uno studio scientifico sull'argomento».
A Don Dino spetterà il compito di formare e forgiare il gruppo parrocchiale che porterà il nome di San Magno, nonché di trovare un luogo idoneo dove iniziare le attività. L'annuncio dell'istituzione della nuova parrocchia sarà dato il 24 novembre nel corso di una solenne celebrazione all'interno della chiesa di San Giuseppe.
Alcune settimane fa, Mario Schiralli aveva tracciato un profilo di San Magno:
«Mentre per molti, a Trani, San Magno è un perfetto sconosciuto, in verità è una figura di notevole rilievo anche nella storia sacra nazionale (vi sono monasteri e cattedrali a suo nome sparsi su tutto il territorio nazionale). Nominato Santo Patrono di Anagni, la città dei Papi, San Magno, come riportano talune opere, è in stretto legame con la diffusione del cristianesimo in terra di Ciociaria ed alla costruzione della Cattedrale di Anagni. La tradizione popolare racconta come attraverso varie apparizioni, venisse ritrovato il suo corpo durante la demolizione della vecchia chiesa e come il Santo più volte si manifestasse al vescovo Pietro da Salerno esortandolo a portare a termine la costruzione della nuova cattedrale. A lui sono dedicati molti affreschi nella cripta della cattedrale e non è un caso che l'altare a lui dedicato ed in cui sono conservate le sue reliquie, occupi uno spazio importante, cioè l'area dell'abside centrale della chiesa sotterranea.
Le opere da me consultate, non ultima una preziosa edizione del ‘500 che ottenni in fotocopia e che donai tanti anni fa alla biblioteca Bovio, sono concordi nell'affermare che San Magno era originario di Trani, visse nel III secolo. Da ragazzo si convertì al Cristianesimo. Fu battezzato dal Vescovo di Trani Redento e convinse anche il padre a fare lo stesso. Divenuto Vescovo di Trani, fu costretto alla fuga a causa delle persecuzioni contro i cristiani. Si recò a Roma seguendo la via Appia (la Regina viarum), per venerare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. Durante il suo viaggio pastorale predicò il Vangelo in molte città del Lazio ed in particolare della Ciociaria, tra cui Anagni dove battezzò Santa Secondina.
In una pubblicazione di Valdemaro Vecchi del 1891 c'è un passo degno di nota: "In una notte, fresca, limpida e serena del novembre dell'anno 215, un giovane pastore percorreva con passo agile la via che da Andria menava a Trani. Vide persone che da diverse posizioni vi convenivano; udì poi un coro di voci muliebri, limpide e soavemente accordate, che cantavano con le cadenze, che contraddissero la primitiva musica sacra… L'interno (del monumento) risplendeva di molti ceri, che rischiaravano un'adunanza di donne e di uomini raccolti nella preghiera con gli sguardi concentrati sull'altare posto ad oriente. Un vecchietto che teneva l'entrata presso il battisterio, avvistosi del giovane venuto solo per curiosità, gli fe' cenno di non andare innanzi, e quegli restò sull'ingresso".
Il tempio nel quale entrò il pastorello Magno attirato dai canti era Santa Geffa, che si trova sull'attuale via delle Tufare, quella che un tempo collegava Trani ad Andria. Il pastorello ammesso in quella chiesa era Magno, che poi diventò Santo alla direzione del suo Vescovo, ch'era altrettanto col nome di Redento. Sono di avviso che questa chiesa detta di santa Geffa sia precostantiniana ossia appartenesse ad epoca prima dell'editto di Costantino (313).
A chi volesse saperne di più, consiglio di consultare il mio libro Bibliografia tranese, edito grazie al Rotary Club di Trani nel 1986. Alla voce San Magno troverà utili indicazioni delle fonti per uno studio scientifico sull'argomento».