Spese pubbliche, Barresi: «Al Comune di Trani un software per cui spendiamo 156mila euro annui»

Nota dell'ex consigliera comunale

mercoledì 30 marzo 2022 8.00
Da tempo le Pubbliche Amministrazioni stanno adottando un nuovo metodo per cercare di risparmiare e per venire incontro alla famosa attuazione della legge del 7/8/2012 n.135 denominata: Spending review ovvero un insieme complesso di procedure e politiche atte a migliorare la gestione della spesa Pubblica Amministrazione. Come avviene tutto ciò? Anche mediante l'istituto del riuso informatico della pubblica ammnistrazione tra Comuni. In che consiste?

Le Pubbliche Amministrazioni per la maggior parte, investono ogni anno notevoli risorse per lo sviluppo di sistemi software, inteso come apparecchiature e manutenzione delle stesse. (Il Comune di Trani spende circa 85.000 euro annui).

Questi investimenti, particolarmente onerosi per un ente come il Comune di Trani servono per produrre e diffondere informazioni alla cittadinanza e per il lavoro interno dell'Ente, esse sono sia di tipo economico, in termini di acquisizioni hardware/software tramite bandi di gara e relativi appalti, sia di investimento in risorse umane, inteso come formazione e aggiornamento professionale e ore lavorative dedicate a questo tipo di attività.

Quindi il riuso del software, unito alla condivisione delle applicazioni realizzate, consentono non solo di razionalizzare le spese ma anche di rendere, certamente, più omogenee le componenti strumentali del software in uso nella pubblica Amministrazione.

Il riuso del software nella pubblica amministrazione, inoltre, ha l'obbiettivo principale di facilitare e razionalizzazione il risparmio di spesa, ma consente, anche di condividere esperienze, criteri organizzativi, analisi, e fornire al cittadino servizi uniformi e sempre più efficienti.

Spesso tali sistemi, intesi come software, rispondono a esigenze comuni a molti enti pubblici, dello stesso tipo o di tipi diversi. In questa ottica, se considerassimo la PA come un'unica entità, seppure articolata, non potremmo non constatare una moltiplicazione e replica di investimenti e sforzi diretti agli stessi obiettivi, nella quasi completa assenza di forme di collaborazione che permettano la riusabilità dei sistemi. Ecco perché nasce il riuso.

Ebbene il Comune di Trani ha deciso di espletare una gara dell'hardware con il sistema del riuso con un altro Comune e fino qui un plauso all'Amministrazione Comunale ma come al solito qualcosa non quadra e si pasticcia parecchio ora cari cittadini lo vado a spiegare e lascio poi a Voi ogni considerazione: si evidenzia che l'attuale piattaforma "applicativa unica centralizzata attualmente in uso al Comune" prevede nel suo pacchetto i moduli Tributi, Urbanistica e Segreteria Generale. Relativamente alla Segreteria Generale esiste anche a disposizione del Comune la licenza d'uso che è attualmente già utilizzata in alcune sue parti.

Nella premessa della relazione per giustificare ed andare verso una scelta forse mirata ho invece letto ciò:

Le applicazioni Tributi, Urbanistica e Segreteria mal si adattano alla cooperazione applicativa con la piattaforma unica centralizzata. NON E' PROPRIO COSI' in quanto la piattaforma unica centralizzata utilizza già la cooperazione applicativa, come sopra è stato già precisato. Ci chiediamo come mai l'intero pacchetto TRIBUTI viene tenuto fuori dal bando di gara?Qualcuno c'è lo sa spiegare?

Quindi il pacchetto tributi oggi in gestione ad altro soggetto se abbiamo, ho ben compreso, non viene stranamente incluso nel nuovo bando di gara? Si legge ancora che si è valutata l'adozione di una suite applicativa completa, basata su tecnologie moderne. Non è proprio così in quanto il software di RIUSO scelto non è basato su tecnologie moderne, è infatti un client-server java.

La piattaforma "applicativa unica centralizzata attualmente in uso al Comune" prevede già i moduli Tributi, Urbanistica e Segreteria Generale. Relativamente alla Segreteria Generale abbiamo già a disposizione anche la licenza d'uso che è attualmente già utilizzata in alcune sue parti (come già detto).

3) Come esplicitato dall'art.68 del CAD e dalla relazione infine si legge:
Le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici o parti di essi nel rispetto dei principi di economicità e di efficienza, tutela degli investimenti, riuso e neutralità tecnologica, a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra le seguenti soluzioni disponibili sul mercato:
a) software sviluppato per conto della pubblica amministrazione;
b) riutilizzo di software o parti di esso sviluppati per conto della pubblica amministrazione;
c) software libero o a codice sorgente aperto;
d) software fruibile in modalità cloud-computing;
e) software di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d'uso;
f) software combinazione delle precedenti soluzioni.

Attenzione alla frase che viene riportata principi di economicità e di efficienza, tutela degli investimenti. La razio dell'art. 68 si riferisce ad un nuovo software da acquistare non alla scelta se rinnovare la manutenzione di quello in uso. Semmai si sarebbero dovute applicare le linee guida ANAC sulla infungibilità del software.

Cambiare un software moderno, aggiornato, web based investendo oltre € 470.000 in tre anni, oltre al disagio del cambio di software e dei costi indiretti per il disagio che produrrà sul personale (nonché i costi di paralleli di uso) non sembrano essere stati valutati dalla relazione anzi risulta certamente non essere congruo né economico, o quantomeno non è presente una buona valutazione dei costi/benefici.

In poche parole al Comune di Trani oggi viene gestito un software paragonabile ad un'auto Ferrari per cui spendiamo circa 85.000 annui per avere con il riuso un domani a seguito gara un'auto tipo cinquecento (pure euro 4) spendendo ben €156.000 annui ovvero ben €.71.000 in più annui rispetto all'attuale, per poi avere un programma la cui manutenzione per finire potrà essere effettuata solo da una ditta specifica anche se nella relazione c'è scritto che: "manutenzione ed adeguamento indipendentemente da chi svolge il servizio". Queste sono affermazioni molto complicate da sostenere. Una piattaforma applicativa completa ed integrata come quella richiesta presenta enormi difficoltà di gestione. E' scontato che solo chi l'ha realizzata e la gestisce quotidianamente può garantire manutenzione, adeguamento costante ed efficace. Come evidenziato a pag. 22 della relazione. In sintesi, la considerazione finale da fare è: se non esiste una vera insoddisfazione dimostrata da parte degli utenti/dirigenti/amministratori/personale nei confronti dell'attuale piattaforma applicativa o nei confronti dell'attuale fornitore del sistema informativo vale la pena di intraprendere un percorso di cambiamento molto più costoso di 470.000 euro?

In ogni caso dall'analisi del contesto in modo obiettivo penso che si possa tranquillamente pensare che al momento non ci sono le vere condizioni economiche, tecnologiche ed organizzative che giustifichino una scelta del genere e che non è certo questo il RIUSO migliore ed idoneo a cui dovrebbe ambire il Comune di Trani.

- Anna Maria Barresi