Termovalorizzatore di Trani, mozione del centrodestra alla Regione

Costruirlo costa 5 milioni, non farlo potrebbe costare 190 milioni

mercoledì 16 gennaio 2008
«Costruire il termovalorizzatore di Trani sarebbe costato alla Regione Puglia 5 milioni di euro. Aver cambiato idea quando l'appalto era stato già aggiudicato, potrebbe costare dai 180 ai 190 milioni di euro, qualora all'azienda fosse riconosciuto il risarcimento danni richiesto. Oltre al danno di non averlo, quindi, anche la beffa di pagare i danni che ovviamente sarebbero pagati dai cittadini. Per questo con una mozione firmata da tutti i capigruppo del centrodestra, chiediamo che il Consiglio Regionale impegni il Presidente e la Giunta a revocare quanto prima la revoca dell'aggiudicazione dell'appalto di Trani e a dare corso alle procedure connesse all'attivazione dell'impianto».

Rocco Palese per Forza Italia, Michele Saccomanno per Alleanza Nazionale, Francesco Damone per La Puglia Prima di Tutto, Angelo Cera per l'Udc federata; Giammarco Surico del Gruppo Misto, Luigi Loperfido per Dc – Indipendenti – Autonomie, Enrico Santaniello per il Movimento delle Autonomie e Ignazio Zullo per l'Italia di Mezzo, hanno depositato questa mattina una mozione con cui riepilogano le vicende connesse al termovalorizzatore di Trani ma anche quelle degli altri due termovalorizzatori previsti dal Piano Fitto a chiusura del ciclo dei rifiuti nei 10 Bacini della Puglia, a Bari e a Brindisi.

«Il caso di Trani – spiegano i consiglieri – è gravissimo. Nel 2004 a conclusione delle gare, il Commissario per l'emergenza Fitto con decreto, aggiudicò l'appalto alla REA di Trani, associazione temporanea di imprese a maggioranza pubblica (Amet Trani 51%). Quell'appalto prevedeva un investimento complessivo di circa 97 milioni di euro, di cui solo 5 come cofinanziamento regionale tramite il Por Puglia, il resto a carico dell'azienda REA. A dicembre 2005 Vendola cambiò il Piano Fitto dicendo No ai termovalorizzatori e a giugno del 2006 revocò l'aggiudicazione. La Rea ovviamente non solo si è opposta ma ha anche chiesto al Commissario Vendola un risarcimento danni quantificato tra 180 e 190 milioni di euro. Se dovesse esserle concesso, alla Puglia non avere il termovalorizzatore costerebbe quindi 38 volte in più che averlo.
Così come – aggiungono i capigruppo – vanno anche ripetute le procedure per l'affidamento degli altri due termovalorizzatori previsti da quelle gare, a Bari e a Brindisi e vanno avviati gli adempimenti per la chiusura del ciclo dei rifiuti in 4 Bacini in cui ad oggi il ciclo è incompleto per vari motivi. Altrimenti al massimo tra un anno saremo nella stessa situazione della Campania (come peraltro ipotizzato oggi anche da Legambiente) e magari assisteremo anche qui al paradosso del Presidente della Regione e del ministro Pecoraro Scanio che si ricrederanno sui termovalorizzatori previsti e cercheranno di correre ai ripari quando sarà ormai troppo tardi.»

Ma i capigruppo vanno anche oltre: «La mozione ha due obiettivi: il primo che alla luce del disastro campano Vendola, Losappio e compagni si rendano conto che i termovalorizzatori sono l'unica soluzione; il secondo obiettivo è che votando questa mozione ogni consigliere regionale si assuma oggi la responsabilità di dire si o no ai termovalorizzatori, in modo tale che quando un domani dovessimo trovarci al disastro, saranno chiari nomi e cognomi dei responsabili. Infine, all'assessore Losappio che finge di non conoscere la differenza tra termovalorizzatori e inceneritori, consigliamo di tacere o… di studiare».


Termovalorizzatore di Trani - Revoca della revoca.
La Mozione dei consiglieri regionali Rocco Palese, Michele Saccomanno, Francesco Damone, Angelo Cera, Giammarco Surico, Luigi Loperfido, Enrico Santaniello, Ignazio Zullo
Premesso che: Il Consiglio Regionale impegna il Presidente e la Giunta Regionale