Tessile e calzaturiero, obbligatoria l'etichetta col Paese d'origine

Via libera del Parlamento europeo: regolamento esteso ad altri settori

giovedì 21 ottobre 2010
Sarà finalmente obbligatoria l'etichetta che indica il Paese di origine su tutti i prodotti del tessile, abbigliamento, calzature, ma anche su mobili, rubinetteria, oggetti in vetro e strumenti di lavoro. Lo ha deciso oggi il parlamento europeo votando la proposta di regolamento sul Made in.

Con questo regolamento si prevede che tutti i prodotti che giungono in Europa dai mercati extra europei non possano più presentare etichette fraudolente, o addirittura non presentare alcuna indicazione di luogo di provenienza. Il Paese d'origine deve essere impresso sulla maggior parte dei beni, tranne nei casi in cui ciò sia tecnicamente impossibile o danneggi il bene stesso. Per i prodotti impacchettati, l'etichetta dovrebbe apparire sia sulla confezione sia sul prodotto. L'aula di Strasburgo ha votato questa mattina la proposta di regolamento che prevede la creazione di un sistema pan-europeo di etichettatura sul paese d'origine per beni importati da Paesi terzi.

Sergio Silvestris (Pdl), intervenendo in aula ha affermato che «dopo anni di stallo quello di oggi è un primo risultato importantissimo per le aziende italiane, a favore della qualità dei nostri prodotti, e contro l'ingresso fraudolento di prodotti contraffatti sui nostri mercati». E' dal lontano 2005 che la commissione europea aveva presentato una proposta di regolamento, ma la procedura era stata bloccata per il parere contrario di alcuni Governi dei paesi nord europei. «Attualmente, non ci sono regole comuni a livello europeo sul paese d'origine, e alcune aziende applicano arbitrariamente le etichette di propria iniziativa» spiega Silvestris che aggiunge: «Questo è finalmente il primo riconoscimento che l'Europa fa a tutte quelle aziende italiane e meridionali che sono state piegate dalla concorrenza sleale di prodotti provenienti dal mercato asiatico e privi di ogni indicazione del Paese di origine».

Negli ultimi anni centinaia di piccole imprese sono fallite, altre sono state costrette a delocalizzare, e ciò ha provocato la perdita di migliaia di posti di lavoro nel mezzogiorno e in Italia. Appena questo regolamento sarà efficace, i consumatori potranno finalmente scegliere sapendo quantomeno da dove giungono i prodotti ed in questa maniera potranno fare acquisti più consapevoli, evitando di acquistare in Italia un capo di abbigliamento o un paio di scarpe senza sapere che questo è stato prodotto in India, Cina o Albania. Per entrare in vigore, il regolamento dovrà ora passare al vaglio dei Ministri europei competenti per il settore, sperando che si trovi presto un accordo sul testo approvato dal parlamento.