«Togliamo il diritto di voto ai mafiosi»

Giovane Italia avvia la petizione dopo la cerimonia in ricordo di Borsellino. Le foto

lunedì 19 luglio 2010
La Federazione provinciale della Giovane Italia Bat, in occasione dell'anniversario del sacrificio di Paolo Borsellino, lancia una campagna con la quale si chiede di impedire il diritto di voto e di candidatura per i condannati in via definitiva per i reati di stampo mafioso e l'accesso a riti alternativi che prevedono la riduzione della pena agli imputati per mafia. Per questo motivo sarà possibile, rivolgendosi alla sede e agli esponenti locali della Giovane Italia di ogni città, sottoscrivere una petizione popolare il cui contenuto è riportato in seguito.

«La presente petizione è promossa dalle cittadine e dai cittadini italiani. Visto che l'associazione mafiosa ex art.416bis c.p. prevede, tra i vari elementi caratterizzanti, l'avvalersi della forza di intimidazione del vincolo associativo […] al fine di impedire o ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali; che l'interdizione dai pubblici uffici e le pene accessorie vengono comminate, salvo alcune fattispecie, in base all'entità della pena commisurata e non alla pena edittale. Dipendono, cioè, dalla pena indicata dal giudice nella sentenza di condanna che l'imputato dovrà scontare, e non dalla pena prevista per un tipo particolare di reato; che a pene commisurate e scontate inferiori a 5 anni, non sarà applicata l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.



Considerato che il controllo del voto è ormai la prassi che la criminalità organizzata segue per il controllo della vita amministrativa degli enti locali e dello Stato; che è ormai certo il tentativo della criminalità di stampo mafioso di corrompere dirigenti e politici e di inserire nella vita politica personaggi legati alle cosche; che l'istituto della riabilitazione annulla gli effetti dell'interdizione: scontata la pena, quindi, il mafioso rientra nelle liste elettorali a disposizione della criminalità organizzata garantendole una capacità di infiltrazione nella Pubblica Amministrazione e rendendo appetibile il contatto con la mafia per chi non ha scrupoli.

Chiediamo che per tutti i reati associativi di stampo mafioso e per i reati che favoriscano la criminalità organizzata ad ogni titolo, venga prevista l'esclusione a vita dal diritto di voto; che come conseguenza della mancata iscrizione nelle liste elettorali sia prevista l'impossibilità di godimento del diritto di elettorato passivo, quindi la non candidabilità; che non sia possibile per gli imputati in processi di mafia accedere ai riti alternativi che prevedono una riduzione nella commisurazione della pena; che non sia possibile, per i condannati in via definitiva per reati attinenti l'associazione mafiosa, accedere all'istituto della riabilitazione.



Sono passati 18 anni da quando una Fiat 126 parcheggiata sotto casa della madre di Paolo Borsellino con a bordo 100 kg di tritolo esplose togliendo la vita al giudice e a cinque membri della sua scorta. Non abbiamo mai dimenticato i volti di quegli uomini e quelle donne che, per amore dell'Italia e della giustizia, sacrificarono le loro vite sconfiggendo paura ed omertà. Siamo ancora qui, a denunciare e a combattere le mille forme di malavita che inquinano la nostra terra dal nord al sud: la mafia dei piccoli aguzzini, la mafia che muove i grandi appalti, la mafia del silenzio omicida e delle troppe vittime senza giustizia, la mafia che come un cancro aggredisce la vita politica e che troppo spesso sostituisce la legge criminale a quella dello Stato.



Abbiamo raccolto il testimone di tutti coloro che hanno avuto il coraggio di schierarsi dalla parte giusta puntando il dito contro il sistema di corruzione e connivenza e che hanno deciso di combattere i carnefici della libertà e della giustizia. Ma non ci basta più. Sogniamo un' Italia onesta e forte nella sua moralità, la cui classe dirigente sia degna dell'incarico che il popolo le ha affidato, infaticabile, pronta a confrontarsi con il potere e certa di vincere la sfida. Sogniamo l'Italia del merito, lontana dal sistema di cooptazione, dalle baronie, dalle clientele e dalla politica delle categorie e delle caste. Sogniamo un'Italia giusta dove sia garantita la certezza della pena e una risoluzione rapida dei processi».