"Trani, ideale meta d'autunno" per il Washington post, ma eravamo pronti?

In agosto il prestigioso giornale americano aveva eletto la Città tra i posti migliori al mondo per le vacanze nella stagione autunnale

domenica 13 novembre 2022 10.11
A cura di Stefania De Toma
Era stato un articolo che aveva esaltato tutti, quello del Washington Post che, in una classifica lungo i continenti, incastonava due mete italiane ideali per le vacanze d'autunno: Trani e la Toscana, posti per vivere un'avventura diversa da quella offerta dai classici circuiti estivi.

L'abbiamo condivisa ovunque, sui media, sui social, orgogliosi di tanta popolarità in un periodo in cui i vip facevano a gara per farsi fotografare nella città. E anche l'Amministrazione aveva esultato, con dichiarazioni che puntavano alla destagionalizzazione per dare seguito a tali allori. "Non ci faremo cogliere impreparati - aveva detto il Sindaco - vogliamo puntare sui grandi eventi, da settembre a novembre ma anche a dicembre con le iniziative natalizie. Il primo bilancio estivo è assolutamente positivo, ma non vogliamo limitarci a questi mesi. E dimostreremo che la nostra città può offrire qualcosa in ogni periodo dell'anno".

Nonostante il clima mite che fino a qualche giorno fa ci ha accarezzato, neanche i fine settimana hanno restituito di Trani un 'immagine degna di quella che non solo i cittadini e gli amministratori, ma che chi sa riconoscere le potenzialità di un luogo come questa città sanno immaginare.

Come Giovanni Raspini, ad esempio, che proprio all'esordio dell'autunno aveva fortemente voluto che Trani diventasse la tappa del Sud l'apice del viaggio della sua ultima collezione di opere e d'arte, e in una selva inestricabile avere riconosciuto l'atterraggio della Mongolfiera del suo "Giro del mondo in ottanta gioielli" che poi infatti ha attratto tra cittadini e visitatori dalla Puglia e dalle regioni limitrofe oltre settemilacinquecento persone. Tra le quali, è da dire, turisti in quei giorni in visita a Trani, (alcuni anche in occasione dell'ormai consolidato evento dei Dialoghi), privilegiati fruitori di un luogo dalla bellezza silente che i tranesi si erano ormai abituati a veder chiuso e che anche diverse guide (non locali in verità) omettono di annoverare tra le bellezze della città.

Il Sindaco aveva parlato di riapertura forse per dicembre, o giù di lì, il tempo di sistemare problemi tecnici. È comprensibile, certo, dopo tanti anni, ma nel frattempo aver interrotto quella serie positiva di flusso nel cuore di un autunno proclamato in modo internazionale è apparso quasi uno spreco.

La foto pubblicata è del 30 ottobre scorso, al centro di un ponte festivo baciato da un clima straordinario: code interminabili in tutta la Puglia e da noi sparuti gruppi di turisti, ammaliati dalla bellezza del monastero, che cercavano di scrutare l'interno incuriositi domandandosi inquieti come fosse possibile che quella Piazza non fosse uno dei poli di attrazione della città, animato Come si dovrebbe nelle città d'arte.

Perché Trani, ricordiamolo sempre, è una città d'arte, che potrebbe attrarre turismo 365 giorni all'anno e non solo d'estate. Se n'è accorto il Washington Post, per citarne solo una, pare che non ce ne accorgiamo proprio noi.

Il mondo è pieno di turisti, molti stranieri qui arrivano, e a esser pronti sono soprattutto i ristoratori che qui in Città hanno un'attrattiva notevole, tra stelle Michelin, forchette del gambero e una fama consolidata nel tempo e di recente favorita dai sociale dai medie. I bed and breakfast sono sempre più curati e professionali ma non bastano.

Come venirne a capo? Da alcuni anni c'e stato un bando che affida a associazioni gli eventi natalizi ma a Natale, si sa, Trani si ravviva, come d'estate, tra ritorni a casa e allestimenti di grande suggestione, grazie all'amministrazione pubblica ma anche a privati (come il presepe in Piazza della Libertà e il Presepe d'amore in Piazza Duomo della fondazione Seca) e alle parrocchie che animano all'interno delle chiese bellissimi presepi. Ma non basta, il 6 gennaio con le luminarie la città si spegne di nuovo.

Non è una cosa facile, nessuno lo pensa: serve una programmazione, serve una visione, serve un'azione congiunta di forze amministrative, politiche, economiche. Serve un Assessorato al turismo che sia coordinato con l'Assessorato regionale, le soprintendenze del territorio (ottima idea di un biglietto congiunto tra Castel del Monte e Castello Svevo ad esempio), le Camere di commercio, la Confesercenti, la Confartigianato, con le associazioni degli albergatori,dei ristoratori, con gli operatori sanitari, la polizia locale, individuare soluzioni per offrire un accesso agevole alla città in mancano di parcheggi - mancanza, senza mezzi termini.

Serve creare insomma un esercito armato per questa che è una sfida che è indispensabile affrontare, un'organizzazione a 360 gradi per un turismo di 365 giorni, che sia contestualmente, ovviamente, occasione di sviluppo culturale ed economico per i cittadini.

Un millennio fa i mercanti baresi per rinvigorire l'economia un po' in declino andarono a trafugare le spoglie di San Nicola di Myra venerato da 700 anni in un turismo religioso che funzionava già all'epoca: il nostro San Nicolino, dalla storia affascinante e con una delle cattedrali più belle del mondo (certo, di Puglia , e diciamolo!) pare non bastare si potrebbe pensare a qualche reliquia celebre come fu all'epoca: magari riprovarci con San Nicola, visto che pare una recenti studi che le vere ossa siano rimaste sempre lì, ben protette dai monaci: ma a questo punto con i parcheggi, un bel po' di alberghi e tutto l'ambaradan di una città turistica 365 giorni l'anno, sarebbe bene davvero organizzarsi prima prima!