Trani, sequestrati dieci chili di datteri
La Guardia Costiera pesca due persone al monastero: in fumo 20mila euro di guadagno
giovedì 10 giugno 2010
A seguito di attività di indagine finalizzata al contrasto della pesca illecita del dattero di mare, il personale della Guardia costiera di Bari ha sequestrato 50 chili di datteri provenienti dalla Grecia. Inoltre la dipendente motovedetta di base a Trani nel corso di una perlustrazione ha intercettato due persone intente a danneggiare la scogliera sotto il monastero di Colonna ed ha sequestrato oltre 10 chili di datteri.
L'operazione attesta, ancora una volta, la particolare attenzione che le Capitanerie di porto della Guardia Costiera hanno nei confronti della salvaguardia dell'ambiente marino e della protezione delle specie ittiche a rischio di estinzione. La pesca del dattero di mare, per le modalità di prelievo del prodotto, provoca gravi danni all'ambiente marino subacqueo ed alle scogliere nonché seri pregiudizi della flora marina.
Inoltre le stime scientifiche dicono che per un piatto di "linguine ai datteri", che contiene 15-20 individui, si distrugge una superficie di fondo marino pari a circa un metro quadrato con tutti gli organismi sessili in essa presenti; e perchè la stessa superficie si ricostituisca integralmente occorrono almeno 20 anni. Il sequestro di oggi, avrebbe quindi comportato, qualora illecitamente utilizzati nella ristorazione, un guadagno di circa 20.000 euro.
Il dattero di mare è un mollusco bivalve della famiglia mytilidae. Si insedia all'interno di rocce calcaree e la sua crescita è estremamaente lenta: per raggiungere la lunghezza di soli 5 cm sono necessari dai 15 ai 35 anni. Il suo consumo e la pesca sono vietati in Italia per legge dal 1998, in quanto per la loro cattura vengono seriamente danneggiate le coste, il fondale ed alterato l'ecosistema marino. La capitaneria di porto esorta, pertanto, i cittadini a non consumare prodotti vietati - per i quali sarebbero passibili di multa – ed ad affiancarla in questo meritorio contrasto.
L'operazione attesta, ancora una volta, la particolare attenzione che le Capitanerie di porto della Guardia Costiera hanno nei confronti della salvaguardia dell'ambiente marino e della protezione delle specie ittiche a rischio di estinzione. La pesca del dattero di mare, per le modalità di prelievo del prodotto, provoca gravi danni all'ambiente marino subacqueo ed alle scogliere nonché seri pregiudizi della flora marina.
Inoltre le stime scientifiche dicono che per un piatto di "linguine ai datteri", che contiene 15-20 individui, si distrugge una superficie di fondo marino pari a circa un metro quadrato con tutti gli organismi sessili in essa presenti; e perchè la stessa superficie si ricostituisca integralmente occorrono almeno 20 anni. Il sequestro di oggi, avrebbe quindi comportato, qualora illecitamente utilizzati nella ristorazione, un guadagno di circa 20.000 euro.
Il dattero di mare è un mollusco bivalve della famiglia mytilidae. Si insedia all'interno di rocce calcaree e la sua crescita è estremamaente lenta: per raggiungere la lunghezza di soli 5 cm sono necessari dai 15 ai 35 anni. Il suo consumo e la pesca sono vietati in Italia per legge dal 1998, in quanto per la loro cattura vengono seriamente danneggiate le coste, il fondale ed alterato l'ecosistema marino. La capitaneria di porto esorta, pertanto, i cittadini a non consumare prodotti vietati - per i quali sarebbero passibili di multa – ed ad affiancarla in questo meritorio contrasto.