Velobox in via Falcone, la replica dell'assessore Cecilia Di Lernia

«Solo grande confusione dal consigliere Tomasicchio, nella determina del 2015 è motivata la loro utilità»

domenica 23 giugno 2019
A seguito delle dichiarazioni del consigliere di minoranza, Emanuele Tomasicchio, l'Amministrazione tramite l'assessore Cecilia Di Lernia ha fornito delle precisazioni in merito i velobox installati in via Falcone. In particolar modo l'assessore si è espressa sulla loro utilità e sul perché sono stati comprati nel 2015.

«I velobox - ha spiegato - sono dei contenitori dove viene allocato l'autovelox. Ne sono stati comprati quattro perché l'automobilista nel tratto di strada non sa in quale di questi contenitori viene allocato l'autovelox. Ovviamente non sono vietati o illegittimi, c'è il Ministero che si è espresso in materia e soprattutto servono solo a contenere l'autovelox. Questo lo si dimostra dai costi differenti del velobox e dell'autovelox: un'autovelox costa mediamente circa 30 mila euro mentre i velobox hanno dei costi molto più limitati (dagli 800 ai 1000 euro)».

«Un ulteriore precisazione è che non mai stata una manutenzione al velobox: la manutenzione viene fatta all'autovelox e si tratta di una manutenzione obbligatoria annuale. Occorre il certificato di omologazione che viene rilasciato da una sola società presente sul territorio nazionale a cui noi annualmente mandiamo il dispositivo che ci viene restituito con il certificato che attesta che l'autovelox ha superato le prove e i test per essere messo in funzione in modalità automatica».

Ha poi concluso: «E' stata fatta una grande confusione dal consigliere Tomasicchio al quale abbiamo già dato nel 2015 tutta la documentazione relativa alla determina di acquisto in cui è ben motivata qual è l'utilità del velobox. E' a carattere deterrente».