Vendola supporta Santorsola e lancia Bottaro: «Un candidato straordinario»

Il presidente della Regione all'Hotel Trani: «Trani come la Puglia dieci anni fa»

venerdì 8 maggio 2015 7.40
A cura di Vincenzo Membola
Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola è giunto ieri sera in città, presso l'Hotel Trani, per presentare la candidatura di Mimmo Santorsola alle Regionali e supportare quella di Amedeo Bottaro alla carica di sindaco del capoluogo della Bat. L'incontro è stato aperto da un'insegnante, Angelica Bruno, che ha protestato contro la riforma "La Buona Scuola", portata avanti dal governo Renzi: «No alla valutazione degli studenti per crocette, la scuola è soprattutto tolleranza e intercultura». A seguire, l'intervento proprio di Mimmo Santorsola, che ha posto l'accento sulla mancanza, nel territorio, di un piano del turismo e di un programma di sviluppo e sostegno per industria e commercio.

La parola, poi, è passata ad Amedeo Bottaro, che ha ricordato come «un amministrazione, seppur virtuosa, non può fare tutto: Trani sui temi importanti è sempre stata assente, a livello regionale. Per questo è importante votare un tranese». Bottaro ha sotolineato come «la stessa strada fatta da Vendola con la Puglia va ripercorsa con Trani», tema poi ripreso anche dal presidente Vendola. Ricalcare un certo tipo di visione del governo regionale è una priorità per il candidato del centro-sinistra: «I fondi europei investiti al 100% nella promozione turistica e nella cultura, prima regione per rinnovabili, prima ad aver approvato il piano paesaggistico, nessun problema di rimborsi ai consiglieri regionali: questo è il nostro modello. Da soli non si va da nessuna parte, così come Vendola, è importante circondarsi di una squadra di eccellenze».

A chiudere, il lungo intervento del presidente Vendola: «Non c'è clima di campagna elettorale. Pesa in tutta Italia il nodo irrisolto della povertà, della crisi economica e della mancanza di lavoro. Oggi le speranze incarnate da Renzi si sono trasformate in cocenti delusioni. Dov'è la speranza? Quando, 44 anni fa, ho iniziato a far politica avevamo un paese uscito da un lungo dopoguerra e i lavoratori conquistavano strumenti fondamentali per il loro futuro. Ci si poneva domande sul destino collettivo e si provava a dar risposte. Oggi un ragazzo di 20 anni non comprende cosa gli succede attorno. Le politiche dell'austerity imposte a livello europeo hanno portato la disoccupazione giovanile ovunque, nell'Europa del sud, da 55 al 60%. Ho dovuto affrontare, in 8 dei 10 anni di governo, la più grossa crisi mai esistita, frutto della vittoria dell'economia senza lavoro. Siamo l'unica regione ad aver ritrattato, senza spendere un euro in più, i bond tossici dei passati governi. L'amministrazione Fitto ci aveva lasciato in eredità 835 milioni di debito, usati per far sopravvivere l'Acquedotto Pugliese, legato all'andamento della General Motors. 840 milioni di mutuo, invece, erano stati utilizzati per la Sanità. Un mutuo legato all'andamento dello Stato greco. L'accumulazione capitalistica è ormai "drogata", non estrae più ricchezza dal lavoro».

«Spendiamo solo 300 milioni per il riassetto idrogeologico della costa e del territorio, per poi contare miliardi di danni. Questa tendenza deve cambiare. Il Patto di Stabilità ci ha appena sottratto 230 milioni di euro destinati ai Comuni, soldi già promessi per i trasporti, la rigenerazione urbana, le ristrutturazioni delle scuole fatiscenti». Proprio sulla scuola si sofferma Vendola: «È la più importante fabbrica nel mondo. Abbiamo gli insegnanti peggio pagati d'Europa, scuole fatiscenti, laboratori e palestre per metà esistenti solo sulla carta. A partire da Berlusconi e la Gelmini, son stati tagliati 8 miliardi alla scuola pubblica, mentre nessuno ha toccato le private, che dovrebbero funzionare, per Costituzione, senza oneri per lo Stato, invece vengono pagate. E "La Buona Scuola" di Renzi non può essere la situazione». Il presidente uscente chiude con un monito per i candidati della sua coalizione: «Se il centro sinistra non fa battere il cuore, rischia solo di essere una sigla vuota. Bisogna far splendere la verità sulle proprie piaghe».
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