"Virtual Ergo Sum", nelle librerie il libro di Gianni De Iuliis

Un racconto che riflette sul senso sul senso dell'azione tecnologica e sul ruolo dell'ambiente digitale, spesso sostitutivo del reale

venerdì 24 novembre 2023
Presso tutte le librerie possiamo acquistare l'ultimo libro di Gianni De Iuliis, VIRTUAL ERGO SUM.

Il titolo s'ispira evidentemente alla cartesiana Cogito ergo sum. In particolare, l'espressione Virtual ergo sum riflette il senso più profondo dell'azione di una tecnologia in grado di trasportarci in una realtà diversa, altra, elaborando un ambiente digitale sostitutivo del reale.

Facendo seguito alla fortunata espressione di Jaron Lanier, Virtual Reality, il mercato ha quindi proposto tecnologie sempre più sofisticate per implementare il segmento della Realtà Virtuale. È evidente che l'offerta di mondi virtuali incrocia una precisa domanda da parte del consumatore. Tuttavia nel libro si dimostra che tale domanda non rivela una mutazione antropologica. Nessuna metamorfosi dell'umano: l'avventura esistenziale di ogni singolo individuo, dalle origini della storia a oggi, sembra una continua ricerca di mondi virtuali, di realtà altre.

Si definisce tale atteggiamento escapista, attingendo dall'universo terminologico anglosassone il verbo to escape, sottolineando la tendenza dell'uomo, sin dagli albori della sua comparsa sulla Terra, ad aumentare fino a superare la realtà, confondendo reale e virtuale. Anzi il virtuale supera il reale.

Emerge una costante escapista nella storia dell'umanità, per cui il virtuale sostituisce sistematicamente il reale. Mito, Religione, Scienza, Metaverso, NFT, Filosofia, Arte, comportamenti collettivi (moda, consumismo, conformismo, complottismo, addiction e sim.) sono dunque sfaccettature fungibili di uno stesso prisma. Sono strumenti equivalenti, intercambiabili, che connotano l'umano e ne definiscono la sua principale caratteristica: progettare un'esistenza altra, alternativa o antitetica o complementare o funzionale a quella reale.

La copertina del libro sembra sintetizzare la tesi che si dimostra nel corpo del testo: Vincent van Gogh, ripreso dal suo celebre autoritratto, che indossa i visori della Virtual Reality. Nel 1888, prima dell'internamento a Saint-Rémy, van Gogh scrisse:

«Con un quadro vorrei poter esprimere qualcosa di commovente come una musica. Vorrei dipingere uomini e donne con un non so che di eterno, di cui un tempo era simbolo l'aureola, e che noi cerchiamo di rendere con lo stesso raggiare, con la vibrazione dei colori (...). Ah il ritratto, il ritratto che mostri i pensieri, l'anima del modello: ecco cosa credo debba vedersi».

Ne La Notte stellata ha dipinto ciò che vedeva dalla finestra della sua stanza nel manicomio di Saint-Rémy. Tuttavia, non ha ripreso fedelmente la veduta notturna, ma l'ha trattata con la potenza delle sue emozioni, delle sue paure, in un viaggio dell'anima.

Evidentemente la storia dell'umano è una storia di escapismo. Di fuga da un reale che non si accetta. L'evasione diventa una sfida titanica per cercare il senso della realtà, il significato dell'esistenza. E ogni produzione spirituale sembra l'impresa di un viandante escapisticamente teso a progettare e realizzare opere per essere trasportato in una realtà diversa da quella che vive. E le insoddisfazioni economiche, politiche, sociali, religiose e culturali legate a ciascuna epoca storica diventano la linfa vitale per alimentare espressioni culturali che elaborano un ambiente sostitutivo del reale.