Vittorio Emanuele, fine vicina
Ore contate per l'Ipab. Il commissario Trovato: "Non possiamo intervenire"
venerdì 26 gennaio 2007
La casa di riposo Vittorio Emanuele II rischia di dover sospendere l'attività per un periodo di tempo illimitato. Oggi il consiglio d'amministrazione dell'Ente si riunisce per applicare la delibera con cui già a luglio scorso era stata disposta la sospensione provvisoria dell'attività. Quella sospensione fu poi revocata nella speranza che si potesse attuare un piano di rilancio e rionversione.
Col passare dei mesi la situazione è peggiorata. La settimana scorsa l'Amet fu costretta persino a staccare i fili della luce (riattivati poco dopo per volere del commissario prefettizio Trovato). La crisi sembra essere irreversibile con gravi ripercussioni soprattutto per chi vi opera all'interno, dieci dipendenti adesso a rischio liceniziamento. I venti ospiti della Vittorio Emanuele saranno invece trasferiti in altre strutture. Il commissario prefettizio Angelo Trovato, durante un incontro con la stampa, si è detto «dispiaciuto per le sorti di un'istituzione storica». «Siamo impossibilitati ad intervenire - ha aggiunto Trovato - perché l'Ipab è una struttura autonoma, con propri bilanci e proprie risorse. Noi potremmo soltanto contribuire alla parziale integrazione delle rette dei soggetti indigenti o agevolare l'iter per la vendita all'asta di un immobile dell'Ipab ubicato in piazza Longobardi, una donazione fatta nel 1920 alla Vittorio Emanuele che potrebbe portare denaro contante per coprire i debiti e permettere la sopravvivenza della casa».
Biagio Fanelli junior
Col passare dei mesi la situazione è peggiorata. La settimana scorsa l'Amet fu costretta persino a staccare i fili della luce (riattivati poco dopo per volere del commissario prefettizio Trovato). La crisi sembra essere irreversibile con gravi ripercussioni soprattutto per chi vi opera all'interno, dieci dipendenti adesso a rischio liceniziamento. I venti ospiti della Vittorio Emanuele saranno invece trasferiti in altre strutture. Il commissario prefettizio Angelo Trovato, durante un incontro con la stampa, si è detto «dispiaciuto per le sorti di un'istituzione storica». «Siamo impossibilitati ad intervenire - ha aggiunto Trovato - perché l'Ipab è una struttura autonoma, con propri bilanci e proprie risorse. Noi potremmo soltanto contribuire alla parziale integrazione delle rette dei soggetti indigenti o agevolare l'iter per la vendita all'asta di un immobile dell'Ipab ubicato in piazza Longobardi, una donazione fatta nel 1920 alla Vittorio Emanuele che potrebbe portare denaro contante per coprire i debiti e permettere la sopravvivenza della casa».
Biagio Fanelli junior