Vigor, lo sconforto del presidente per le squalifiche
Amato: «Ulteriori danni economici, non si può presentare ricorso»
venerdì 27 gennaio 2017
Lo sconcerto per le sanzioni comminate dal giudice sportivo nei confronti della Vigor Trani, in particolar modo per ciò che concerne il turno di squalifica del Comunale con obbligo di giocare in campo neutro ed a porte chiuse la prossima sfida interna, ha pervaso gli appassionati biancazzurri ma specialmente la società presieduta da Michele Amato. L'imprenditore molfettese si è detto «rammaricato a causa del comportamento di alcuni tifosi secondo le motivazioni esposte dalla Federazione, ragioni che sono alla base dei provvedimenti disciplinari».
Il presidente, che ha rilevato la Vigor in un momento estremamente critico compiendo enormi sacrifici per garantire un futuro al calcio tranese, fa inoltre riferimento ad una precedente ammenda di 300 euro (maturata per il presunto lancio di una pietra in campo durante Trani-Hellas Taranto) che, dichiara, «ha comportato ulteriori danni economici che, sommati al mancato potenziale incasso della partita contro la capolista Cerignola del 2 febbraio, privano il club di risorse fondamentali».
Nelle ultime ore si è vociferato della possibilità di inoltrare ricorso avverso le decisioni disciplinari ma lo stesso Amato precisa che «ad eccezione di un'eventuale impugnazione del Presidente federale, non sussistono le condizioni giuridiche per proporre appello in quanto il codice di giustizia sportiva (specificatamente per quanto previsto dall'Articolo 45 punti 3a e 3c) dichiara non impugnabili in alcuna sede la squalifica di un giocatore fino a due giornate e la squalifica del campo di gioco per una giornata».
Una puntualizzazione, comunque, si rende necessaria al fine di delineare l'origine della baruffa tra calciatori nei minuti di recupero nonchè i momenti di nervosismo vissuti sugli spalti nel corso della ripresa: Trani-Altamura è degenerata anche per la scadente prestazione della terna arbitrale incapace di gestire un confronto di tale importanza.
Il presidente, che ha rilevato la Vigor in un momento estremamente critico compiendo enormi sacrifici per garantire un futuro al calcio tranese, fa inoltre riferimento ad una precedente ammenda di 300 euro (maturata per il presunto lancio di una pietra in campo durante Trani-Hellas Taranto) che, dichiara, «ha comportato ulteriori danni economici che, sommati al mancato potenziale incasso della partita contro la capolista Cerignola del 2 febbraio, privano il club di risorse fondamentali».
Nelle ultime ore si è vociferato della possibilità di inoltrare ricorso avverso le decisioni disciplinari ma lo stesso Amato precisa che «ad eccezione di un'eventuale impugnazione del Presidente federale, non sussistono le condizioni giuridiche per proporre appello in quanto il codice di giustizia sportiva (specificatamente per quanto previsto dall'Articolo 45 punti 3a e 3c) dichiara non impugnabili in alcuna sede la squalifica di un giocatore fino a due giornate e la squalifica del campo di gioco per una giornata».
Una puntualizzazione, comunque, si rende necessaria al fine di delineare l'origine della baruffa tra calciatori nei minuti di recupero nonchè i momenti di nervosismo vissuti sugli spalti nel corso della ripresa: Trani-Altamura è degenerata anche per la scadente prestazione della terna arbitrale incapace di gestire un confronto di tale importanza.