Appalti per la nuova Giovanni XXIII, indagato Filippo Caracciolo

Consegnate le dimissioni dal suo incarico di assessore, subentra Raffaele Piemontese

mercoledì 7 febbraio 2018 10.24
Sulla sua costruzione ancora non è stata deposta la prima pietra, ma la nuova scuola Giovanni XXIII di Corato è oggi al centro di una bufera giudiziaria che sta coinvolgendo l'assessore regionale Filippo Caracciolo che è anche candidato alla Camera dei Deputati nelle fila del Partito Democratico.

Secondo quanto riferito da La Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Caracciolo sarebbe indagato in merito alla gara d'appalto da 5,8 milioni di euro per la costruzione della nuova sede della scuola media Giovanni XXIII di Corato «vinta da una società riconducibile all'imprenditore Massimo Manchisi, arrestato il 5 dicembre nell'ambito dell'inchiesta sull'Arca Puglia».

Secondo La Gazzetta del Mezzogiorno, l'indagine su Arca Puglia avrebbe anche portato all'assessore regionale all'ambiente.

«L'appalto per quella scuola lo avrebbe truccato lui, promettendo un posto di lavoro al presidente della commissione aggiudicatrice in cambio dl assistenza elettorale da parte dell'imprenditore. Per questo Caracciolo, esponente del Pd, candidato alle prossime Politiche alla Camera nel collegio un nominale di Andria, è stato iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di corruzione e turbativa d'asta insieme a Lupelli, ai fratelli Manchisi (...) ed al presidente della commissione di gara» scrive il giornalista Massimiliano Scagliarini.

Perquisizioni da parte della Guardia di Finanza anche presso l'abitazione dell'assessore. Sempre secondo La Gazzetta del Mezzogiorno le Fiamme Gialle avrebbero ricostruito la vicenda «partendo dagli esiti di un un pedinamento svolto il 30 settembre: fuori da un ufficio della Regione, Caracciolo si sarebbe incontrato con il presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, dirigente dell'ufficio Lavori pubblici del Comune di Barletta, cui avrebbe consegnato un foglio arancione. Caracciolo e Lamacchia avrebbero poi incontrato il direttore generale dell'Arpa Puglia, Vito Bruno. Secondo l'accusa, in cambio dell'interessamento per pilotare l'appalto a favore della società di Manchisi, Caracciolo avrebbe promesso a Lamacchia il passaggio presso l'Agenzia regionale per l'ambiente».

Per tali motivazioni l'assessore ha comunicato al presidente della Regione Puglia la sua decisione di rimettere le deleghe. Tale decisione è motivata esclusivamente dall'intento di tutelare l'amministrazione regionale e di consentire una serena prosecuzione delle indagini. Il presidente ha deciso di assegnare le deleghe suddette (Qualità dell'ambiente - Ciclo rifiuti e bonifiche, Rischio industriale, Ecologia, Vigilanza ambientale) a Raffaele Piemontese.

Il presidente Michele Emiliano dichiara: «La cultura istituzionale e politica della quale Filippo Caracciolo è portatore lo ha indotto a tutelare le istituzioni che rappresenta prima di ogni altra cosa. E non posso che apprezzare questo gesto che contribuisce a consentire una, mi auguro, rapida conclusione delle indagini senza turbare la regolare attività della giunta regionale. Aggiungo la mia personale fiducia sul fatto che Caracciolo chiarirà completamente ogni dubbio sollevato dall'Autorità giudiziaria sulla sua condotta».