Arredi al Comune, i Verdi non ci stanno
Per i due consiglieri di tratta di «Spese inopportune». Risposta piccata al dirigente Annamaria Cianti
domenica 1 maggio 2011
Michele Di Gregorio e Franco Laurora vanno all'assalto di Annamaria Cianti. I due consiglieri dei Verdi replicano in modo piccato alla nota del dirigente dell'ufficio di piano del Comune di Trani sulle spese per arredare il suo ufficio.
«La replica della dirigente - scrivono i due consiglieri - pur legittima, non era necessaria poiché non abbiamo contestato la legittimità del provvedimento, ma la sua opportunità. Non ci siamo mai sognati, con il provvedimento votato in Consiglio comunale per il piano di zona, di autorizzare né l'acquisto di una tenda a pacchetto steccata con comando a destra per euro 1.368, né quello di corpi illuminanti in alluminio estruso anodizzato per euro 1.194, né quello di una scrivania con piano sagomato in cristallo satinato per euro 1.742, né quello di una poltrona presidenziale per un costo di euro 403; né quello di una lampada da scrivania per un costo di euro 162 o di un cestino gettacarte per un costo di euro 72 o di un appendiabito per un costo di euro 135. Quanto meno avremmo voluto partecipare alla scelta con il nostro gusto. Abbiamo votato per un provvedimento che dovrebbe dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini più deboli, non certamente all'arredamento dell'ufficio del dirigente. Mettendo da parte le battute riteniamo che un qualsiasi ufficio, compreso quello di un sindaco, si possa arredare con dignità anche senza spendere le cifre astronomiche messe nero su bianco nei recenti atti amministrativi».
«Dalle dichiarazioni rese dalla dirigente comunale dell'ufficio del piano di zona - proseguono i due consiglieri - deduciamo che la stessa, evidentemente, ha già provveduto a completare le nuove gare per la gestione dei servizi di assistenza domiciliare socio assistenziale (Sad) e integrata (Adi) e del servizio di assistenza domiciliare educativa (Ade) scaduti fin dal 31 agosto 2010 e già rinnovati per due volte dall'1 settembre 2010 al 31 dicembre 2010 e dall'1 gennaio 2011 al 30 giugno 2011, in considerazione della revoca della nuova gara o di quella per il servizio di gestione di un centro semi-residenziale con finalità socio-riabilitative per soggetti diciottenni, anche in questo caso già prorogato per due volte fino al mese di maggio 2011. In caso contrario non avrebbe avuto certamente tempo di replicare a delle legittime e doverose considerazioni di umili rappresentanti istituzionali. In caso di mancanza, infatti, dovrebbe rendere conto di tale ritardo non solo a noi ma anche ai cittadini cui i servizi sono rivolti e che chiedono garanzie di continuità e di certezza dello stesso».
«La replica della dirigente - scrivono i due consiglieri - pur legittima, non era necessaria poiché non abbiamo contestato la legittimità del provvedimento, ma la sua opportunità. Non ci siamo mai sognati, con il provvedimento votato in Consiglio comunale per il piano di zona, di autorizzare né l'acquisto di una tenda a pacchetto steccata con comando a destra per euro 1.368, né quello di corpi illuminanti in alluminio estruso anodizzato per euro 1.194, né quello di una scrivania con piano sagomato in cristallo satinato per euro 1.742, né quello di una poltrona presidenziale per un costo di euro 403; né quello di una lampada da scrivania per un costo di euro 162 o di un cestino gettacarte per un costo di euro 72 o di un appendiabito per un costo di euro 135. Quanto meno avremmo voluto partecipare alla scelta con il nostro gusto. Abbiamo votato per un provvedimento che dovrebbe dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini più deboli, non certamente all'arredamento dell'ufficio del dirigente. Mettendo da parte le battute riteniamo che un qualsiasi ufficio, compreso quello di un sindaco, si possa arredare con dignità anche senza spendere le cifre astronomiche messe nero su bianco nei recenti atti amministrativi».
«Dalle dichiarazioni rese dalla dirigente comunale dell'ufficio del piano di zona - proseguono i due consiglieri - deduciamo che la stessa, evidentemente, ha già provveduto a completare le nuove gare per la gestione dei servizi di assistenza domiciliare socio assistenziale (Sad) e integrata (Adi) e del servizio di assistenza domiciliare educativa (Ade) scaduti fin dal 31 agosto 2010 e già rinnovati per due volte dall'1 settembre 2010 al 31 dicembre 2010 e dall'1 gennaio 2011 al 30 giugno 2011, in considerazione della revoca della nuova gara o di quella per il servizio di gestione di un centro semi-residenziale con finalità socio-riabilitative per soggetti diciottenni, anche in questo caso già prorogato per due volte fino al mese di maggio 2011. In caso contrario non avrebbe avuto certamente tempo di replicare a delle legittime e doverose considerazioni di umili rappresentanti istituzionali. In caso di mancanza, infatti, dovrebbe rendere conto di tale ritardo non solo a noi ma anche ai cittadini cui i servizi sono rivolti e che chiedono garanzie di continuità e di certezza dello stesso».