Avv. Sebastiano de Feudis: a Trani serve un cambio di metodo e mentalità
"Maggioranza e opposizione continuano a raccontare una realtà che non coincide con quella vissuta dai cittadini"
sabato 29 novembre 2025
7.44
A seguito delle recenti dinamiche elettorali che hanno evidenziato un crescente divario tra i cittadini e la classe amministrativa, l'Avv. Sebastiano de Feudis interviene con una riflessione profonda sullo stato della politica locale, analizzando il messaggio lanciato dall'astensionismo e dalle preferenze di voto, sottolineando che la vera crisi che affligge la comunità non è di natura valoriale, ma etica, causata da comportamenti inadeguati e da una politica percepita come distante e inconcludente: "L'astensionismo è sfiducia, servono competenza, sobrietà e visione per ricostruire la credibilità." Nel suo intervento, l'Avvocato de Feudis lancia un appello chiaro: Trani necessita non di piccoli aggiustamenti, ma di un radicale cambio di metodo e mentalità nella gestione della cosa pubblica ed insiste sulla necessità di chiudere le stagioni politiche esaurite e di puntare su una governance moderna, trasparente e stabile, basata su competenza, credibilità e indipendenza per recuperare la fiducia e valorizzare l'enorme potenziale della città.
Di seguito, il testo integrale della riflessione dell'Avv. Sebastiano de Feudis:
Se leggiamo con attenzione i risultati elettorali emergono segnali evidenti: si allarga la distanza tra cittadini e amministrazioni. Non è una percezione, è un dato che le urne hanno espresso con chiarezza. La gente manifesta stanchezza, sfiducia, la sensazione di non essere ascoltata. Le comunità locali non tollerano più modelli amministrativi poco efficaci: chiedono qualità, serietà e risultati, non slogan.
Chi ha scelto di non votare ha lanciato il messaggio più forte: parlare con l'amministrazione è inutile. Nessun ascolto, nessun cambio di passo, nessun servizio adeguato. Chi ha votato centrodestra ha chiesto un cambiamento chiaro: volti nuovi, attenzione reale, impegno concreto. Chi ha votato centrosinistra ha ribadito che certi valori esistono ancora: partecipazione, solidarietà, servizio. Non sono, quindi, i valori del centrosinistra a fallire ma alcune persone chiamate a rappresentarli. Valori traditi da comportamenti inadeguati. Il voto ha certificato che ci sono stagioni politiche che giungono al termine. I cittadini legati a logiche di affiliazione o a sistemi relazionali consumati nel tempo sono sempre meno. Oggi viene premiato chi porta idee, competenza, credibilità. Le comunità non vogliono più mediatori del consenso: vogliono sapere chi governerà, con quale visione e con quali strumenti.
La sfiducia nasce quando la politica appare distante o inconcludente. Per recuperarla, bisogna aprire le istituzioni, coinvolgere i cittadini, valorizzare le tante professionalità del territorio. Una comunità può rinascere solo se tutti — cittadini, amministratori, professionisti, lavoratori — tornano a sentirsi parte di un progetto. E soprattutto se tornano a sentirsi parte della comunità, protette dalle istituzioni, tutte quelle persone perbene che ancora non hanno trovato la propria strada e tutti coloro che temono di averla persa. Ma, perché ciò avvenga, sono fondamentali competenza, sobrietà e visione di chi amministra.
Alla comunità serve un cambio di metodo e di mentalità. Non piccoli ritocchi, ma un nuovo modo di intendere il servizio pubblico: più trasparente, più rigoroso, più competente. Servono idee nuove e persone indipendenti, capaci di decidere senza condizionamenti. La credibilità torna solo quando la classe dirigente dimostra preparazione, responsabilità e orientamento al bene comune. I cittadini desiderano una città più ordinata, elegante, competitiva, capace di valorizzare il proprio patrimonio umano e culturale. E questo richiede partecipazione, corresponsabilità e un dialogo costante.
La sfida del futuro è dotare la città di una governance moderna, competente e stabile, capace di formulare un progetto chiaro e condiviso. Trani ha un potenziale enorme, deve solo essere messa nelle condizioni di esprimerlo. Una città diventa importante se punta su persone competenti, credibili e indipendenti. Non servono fedeltà personali o appartenenze tribali: servono capacità, esperienza, responsabilità. Il rinnovamento, poi, non si fa solamente cambiando le persone, ma valorizzando le loro qualità. Maggioranza e opposizione continuano, invece, a raccontare una realtà che non coincide con quella vissuta dai cittadini. Quando una classe politica genera sfiducia e astensionismo, il problema non è dei cittadini: è di chi avrebbe dovuto governare meglio o fare un'opposizione efficace.
Adesso si riparte dal coraggio. Il coraggio di rinnovarsi, di chiudere stagioni politiche che non hanno funzionato, di scegliere competenze e non rendite di posizione. I valori della comunità, rappresentati da persone che sappiano onorarli. E si riparte, penso sia arrivato il momento, dall'assunzione di responsabilità. Dobbiamo intenderci: la politica non è un lavoro: è il mondo del lavoro che deve mettersi al servizio della politica. Solo così si costruiscono comunità solide e istituzioni credibili.
Di seguito, il testo integrale della riflessione dell'Avv. Sebastiano de Feudis:
Se leggiamo con attenzione i risultati elettorali emergono segnali evidenti: si allarga la distanza tra cittadini e amministrazioni. Non è una percezione, è un dato che le urne hanno espresso con chiarezza. La gente manifesta stanchezza, sfiducia, la sensazione di non essere ascoltata. Le comunità locali non tollerano più modelli amministrativi poco efficaci: chiedono qualità, serietà e risultati, non slogan.
Chi ha scelto di non votare ha lanciato il messaggio più forte: parlare con l'amministrazione è inutile. Nessun ascolto, nessun cambio di passo, nessun servizio adeguato. Chi ha votato centrodestra ha chiesto un cambiamento chiaro: volti nuovi, attenzione reale, impegno concreto. Chi ha votato centrosinistra ha ribadito che certi valori esistono ancora: partecipazione, solidarietà, servizio. Non sono, quindi, i valori del centrosinistra a fallire ma alcune persone chiamate a rappresentarli. Valori traditi da comportamenti inadeguati. Il voto ha certificato che ci sono stagioni politiche che giungono al termine. I cittadini legati a logiche di affiliazione o a sistemi relazionali consumati nel tempo sono sempre meno. Oggi viene premiato chi porta idee, competenza, credibilità. Le comunità non vogliono più mediatori del consenso: vogliono sapere chi governerà, con quale visione e con quali strumenti.
La sfiducia nasce quando la politica appare distante o inconcludente. Per recuperarla, bisogna aprire le istituzioni, coinvolgere i cittadini, valorizzare le tante professionalità del territorio. Una comunità può rinascere solo se tutti — cittadini, amministratori, professionisti, lavoratori — tornano a sentirsi parte di un progetto. E soprattutto se tornano a sentirsi parte della comunità, protette dalle istituzioni, tutte quelle persone perbene che ancora non hanno trovato la propria strada e tutti coloro che temono di averla persa. Ma, perché ciò avvenga, sono fondamentali competenza, sobrietà e visione di chi amministra.
Alla comunità serve un cambio di metodo e di mentalità. Non piccoli ritocchi, ma un nuovo modo di intendere il servizio pubblico: più trasparente, più rigoroso, più competente. Servono idee nuove e persone indipendenti, capaci di decidere senza condizionamenti. La credibilità torna solo quando la classe dirigente dimostra preparazione, responsabilità e orientamento al bene comune. I cittadini desiderano una città più ordinata, elegante, competitiva, capace di valorizzare il proprio patrimonio umano e culturale. E questo richiede partecipazione, corresponsabilità e un dialogo costante.
La sfida del futuro è dotare la città di una governance moderna, competente e stabile, capace di formulare un progetto chiaro e condiviso. Trani ha un potenziale enorme, deve solo essere messa nelle condizioni di esprimerlo. Una città diventa importante se punta su persone competenti, credibili e indipendenti. Non servono fedeltà personali o appartenenze tribali: servono capacità, esperienza, responsabilità. Il rinnovamento, poi, non si fa solamente cambiando le persone, ma valorizzando le loro qualità. Maggioranza e opposizione continuano, invece, a raccontare una realtà che non coincide con quella vissuta dai cittadini. Quando una classe politica genera sfiducia e astensionismo, il problema non è dei cittadini: è di chi avrebbe dovuto governare meglio o fare un'opposizione efficace.
Adesso si riparte dal coraggio. Il coraggio di rinnovarsi, di chiudere stagioni politiche che non hanno funzionato, di scegliere competenze e non rendite di posizione. I valori della comunità, rappresentati da persone che sappiano onorarli. E si riparte, penso sia arrivato il momento, dall'assunzione di responsabilità. Dobbiamo intenderci: la politica non è un lavoro: è il mondo del lavoro che deve mettersi al servizio della politica. Solo così si costruiscono comunità solide e istituzioni credibili.