«Berlusconi sconfitto, l'Italia deve voltar pagina e ripartire»
L'analisi dei risultati dei ballottaggi di Rino Negrogno. Scrive l'esponente di Federazione della Sinistra di Trani
martedì 31 maggio 2011
I ballottaggi sanciscono una sonora sconfitta per Berlusconi. Pisapia diventa sindaco di Milano, a Napoli è un plebiscito per De Magistris. Il centrosinistra vince anche a Trieste, Novara e Cagliari. Rino Negrogno, della Federazione della Sinistra di Trani commenta i risultati pensando proprio al presidente del Consiglio, messo all'angolo dal risultato elettorale: «E adesso? Come faremo adesso? Un vuoto cosmico potrebbe stringerci in un tenero ma ingannevole abbraccio. Non distesi e vittoriosi come l'atleta di Fano ma con lo sguardo di Apoxyómenos che si depura, striglia l'eccesso dello scontro, della gara scrutando il futuro, forte sia vincitore che vinto. E adesso? Come faremo adesso? Credo che anche dall'altra parte ci siano persone in buona fede e ritengo che dalla mia ci siano persone che striglierei via. E sono certo che se ci liberassimo di certi pregiudizi, pregiudizi reattivi e quindi regolati da un certo nesso causa effetto, se ponessimo alle basi di un nuovo dialogo dei punti di partenza anzi di nascita direi, leali, che discendono direttamente dall'uguaglianza, la legalità, la moralità, la giustizia, il rispetto e per quanto mi riguarda, una diseguaglianza irrinunciabile, il grido: prima le mamme ed i bambini. Se partissimo ora da qui, anche in una città, in un paese, in una via potremmo costruire un nuovo mondo, un mondo che non ha la faccia di un signore o di una piazza che lo acclama».
E adesso, dunque? «Adesso non cerchiamo di giustificare sconfitte - scrive Negrogno - o di magnificare vittorie perché tra qualche anno ci ritroveremo di nuovo qui a giustificare e magnificare. Adesso cerchiamo di dimenticare gli uomini che hanno fatto del paese un fatto strettamente personale e mettiamoci a discutere. Anzi no, mettiamoci ad ascoltare. Ascoltare perché penso che i lamenti per una strada piena di buchi o una fontana o un dialogo siano solo lo strato in più, quello superficiale, quello da strigliare, sopra una sofferenza più grande, sopra l'incertezza per il futuro, la paura. Si perché i buchi sulla strada ci sono sempre stati, basta costruire una strada che ci porti lontano. Ad maiora semper».
E adesso, dunque? «Adesso non cerchiamo di giustificare sconfitte - scrive Negrogno - o di magnificare vittorie perché tra qualche anno ci ritroveremo di nuovo qui a giustificare e magnificare. Adesso cerchiamo di dimenticare gli uomini che hanno fatto del paese un fatto strettamente personale e mettiamoci a discutere. Anzi no, mettiamoci ad ascoltare. Ascoltare perché penso che i lamenti per una strada piena di buchi o una fontana o un dialogo siano solo lo strato in più, quello superficiale, quello da strigliare, sopra una sofferenza più grande, sopra l'incertezza per il futuro, la paura. Si perché i buchi sulla strada ci sono sempre stati, basta costruire una strada che ci porti lontano. Ad maiora semper».