Bottaro, 10 anni per Trani: "Potevo far meglio, ma la città ha rialzato la testa"

In Consiglio Comunale il sindaco traccia il bilancio del suo doppio mandato, tra difficoltà burocratiche e opere lasciate in eredità alla prossima amministrazione.

mercoledì 1 ottobre 2025 9.08
A cura di Tonino Lacalamita
L'approvazione del Documento Unico di Programmazione (DUP) 2026-2028, avvenuta in Consiglio Comunale lo scorso 30 settembre, è stata l'occasione per il sindaco Amedeo Bottaro di tracciare un bilancio dei suoi dieci anni alla guida della città. Un atto fondamentale e obbligatorio, quello del DUP, che seppur non vincolante per la prossima amministrazione, stabilisce gli obiettivi strategici di un ente, tenendo conto della sua situazione complessiva.

Ed è proprio da qui che il primo cittadino ha avviato una riflessione ad ampio raggio, un vero e proprio consuntivo di fine mandato. Un intervento in cui ha ammesso che si poteva fare di più, ma nel quale ha rivendicato con forza il lavoro svolto per risollevare una città che nel 2015 era commissariata e sull'orlo del pre-dissesto finanziario. L'intervento ha messo in luce una verità spesso invisibile dall'esterno: la complessità dell'amministrare, una corsa a ostacoli contro una burocrazia che rallenta, ma non ha fermato, un'azione che ha sempre avuto come unico obiettivo il bene di Trani.

Verde Pubblico e lo scontro con la burocrazia. Riconoscendo le critiche sulla gestione del verde, il sindaco ha spiegato le difficoltà strutturali e le battaglie quotidiane, come quella legata al punteruolo rosso:

"Non sono soddisfatto della gestione del verde in questi anni, però posso dire quello che bisognava fare nel frattempo l'abbiamo fatto, con ritardo e con una lentezza neanche addebitabile a noi (...) . Interfacciarsi con la pubblica amministrazione è spesso molto più difficile, complesso e lento di quanto sembri (...) . Si è fatto accenno alla situazione delle palme prossime alla Cattedrale (bene) quando faremo vedere la cartolina della Cattedrale senza le palme, ci sarà chi esulterà e cioè la Soprintendenza che ha sempre detto che quelle palme lì non c'entravano niente. La stessa cosa su Piazza Quercia, ho segnalato il fatto che 'queste palme stanno per morire e le dobbiamo mettere nuove' e la Soprintendenza mi ha guardato e ha detto 'sindaco che sta dicendo, lei le deve togliere le palme, perché in Piazza Quercia non ci sono mai state'. (L'approccio di questa amministrazione tuttavia è cambiato), penso che avere in organigramma comunale finalmente la figura di un agronomo (ci permetterà) di intervenire, comprendere lo stato di salute di una pianta e (per tempo) tutte le problematiche intorno alla stessa, la mancanza di una figura del genere è esattamente uno dei motivi secondo me uno dei principali motivi di una gestione così fallimentare del verde in alcune zone della città".

Mobilità e Parcheggi: la svolta dei mezzi pubblici. Bottaro ha ammesso le carenze sul fronte parcheggi, spiegando però la strategia messa in campo: creare prima una vera rete di trasporto pubblico, assente dieci anni fa.

"Non esiste piano di mobilità, non esiste piano di parcheggi, se non esiste il mezzo con cui garantire la mobilità dei cittadini. E io dieci anni fa non avevo manco un tre ruote, oggi abbiamo 13 mezzi, quasi tutti elettrici (...) Mi sento un po' di rodere che il bello sull'organizzazione adesso di una mobilità cittadina non la potrò fare io, perché ho finito il mandato, però lascio in eredità a chi verrà un parco mezzi che io non avevo dieci anni fa. (...). Utilizzare i mezzi pubblici sarà il salto culturale della città e nel momento in cui si creerà una rete di mobilità che funziona, saranno i privati pure a individuare delle aree a parcheggio, perché sarà un business per loro. L'obiettivo è inculcare nella città l'idea che si viaggia sul mezzo pubblico, non sulle macchine, le nostre macchine in città non devono esserci e le macchine che vengono da fuori non devono entrare, dobbiamo consentire, ad esempio, anche alla signora che viene da Andria di parcheggiare fuori ed entrare in città attraverso un mezzo pubblico ordinario."


Le Opere Pubbliche tra lentezza e finanziamenti. Il sindaco ha toccato il tasto dolente dei ritardi, usando l'esempio del Parco Angelini per descrivere l'assurdità di certi iter burocratici.

"Sono preoccupato sicuramente per l'Angelini. L'Italia è un paese straordinario, ma sotto certi aspetti è assurdo. Vuoi fare un parco su un'area dove prima c'era una distilleria, quell'area viene considerata come se ci fosse stata l'Ilva. Un anno e mezzo di procedure amministrative solo per essere autorizzati a fare un piano di campionamento. Ragazzi è complicato fare qualcosa in Italia (...). Poi ci sono i ritardi dovuti alla nostra lentezza, perché siamo lenti. Un po' perché non ho avuto il coraggio di dire 'basta, non prendiamo più finanziamenti'. Anche per atti di generosità verso la comunità, io ne prendo 5 di finanziamenti, pazienza, non li finirò io, li finiranno gli altri (...) perché comunque ormai non possono che essere finiti, alcuni spero che li finiremo noi, Piazza Gradenico, ne sono convinto, il parcheggio della stazione pure, abbiamo fatto il collaudo amministrativo, lì abbiamo solo un problema, capire chi lo deve gestire, lo dico apertamente vorremmo che fosse Amiu ora ho chiesto al dirigente di verificarne la possibilità."


Un bilancio di dieci anni: l'eredità per il futuro. Infine, la sintesi del percorso fatto, con l'ammissione degli errori ma con la certezza di lasciare una città migliore di quella ereditata. Le parole del sindaco Bottaro restituiscono l'immagine di un'amministrazione che ha navigato tra le tempeste finanziarie e le paludi della burocrazia. Un percorso complesso, a tratti frustrante, che come sottolineato dallo stesso primo cittadino, dimostra quanto sia difficile trasformare una visione politica in realtà concreta, pur avendo sempre come unica stella polare il futuro della propria città.

"Che abbiamo sbagliato, anzi che ho sbagliato in tante cose in questi dieci anni, non c'è dubbio, però tante cose sono sotto gli occhi di tutti e siamo contenti di averle realizzate. Sono convinto lasceremo un'importante eredità a chi verrà, decisamente migliore rispetto a quella che ho ricevuto io dieci anni fa. All'epoca ci facevano un quadro talmente nero che sembrava una corsa a perdere. Questo è giusto per ricordare da dove si è partiti, per dare atto di dove siamo arrivati. In questi dieci anni qualcosa è rimasto indietro, non c'è dubbio – ha detto Amedeo Bottaro - tuttavia molto spesso chi sta dall'altra parte, chi non amministra, pensa che tutto sia più facile e non si rende conto invece delle difficoltà alle quali chi amministra va incontro".