Giovanni Bovio oggi sarebbe con i giovani del Laboratorio Multimediale Polifunzionale
Il Comitato Bene Comune difende il progetto La.M.Po. (Laboratorio Multimediale) dall'accusa di 'svilimento culturale' e accusa le critiche di conservatorismo politico
sabato 8 novembre 2025
11.13
Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma del Comitato Bene Comune nelle persone di Anna Rossi e Vincenzo Ferreri. «Ci lamentiamo sempre dei giovani. Che non studiano, non leggono, non si informano. Che passano il tempo con lo smartphone, che "non hanno valori". Poi, quando finalmente dei giovani si organizzano, si impegnano, vincono un bando pubblico, propongono un progetto per la città, arrivano le solite critiche, le solite polemiche, la solita puzza sotto il naso di chi non sopporta di vedere qualcun altro fare ciò che loro non fanno più: costruire il futuro.
È quello che sta succedendo con la Casa natale di Giovanni Bovio a Trani. Un luogo che rinasce grazie all'impegno dell'associazione Crocevia dei Mondi, che con il progetto La.M.Po – Laboratorio Multimediale Polifunzionale ha vinto il bando regionale Luoghi Comuni. Un gruppo di giovani che ha scelto di restituire vita, idee e senso a uno spazio chiuso e dimenticato, portando dentro attività culturali, sociali, inclusive. Non chiacchiere: fatti. Non post indignati, ma progetti, formazione, partecipazione.
Eppure, invece di sostenerli, c'è chi preferisce attaccarli. Si parla di "svilimento culturale", di "uso improprio" della casa di Bovio. Ma la verità è che la loro è una visione conservatrice, che vorrebbe la cultura chiusa nei musei per le élite e i giovani fuori dai giochi. È la solita retorica di chi dice di difendere la storia, ma in realtà difende solo il proprio privilegio di controllare tutto. No: la cultura non è un santuario da spolverare una volta al mese.
È vita, movimento, incontro. E questi ragazzi la stanno facendo vivere davvero, con laboratori, inclusione, tecnologia, partecipazione. È così che si onora davvero la memoria di Bovio: con pensiero libero, impegno civile, spirito laico e progressista. Lui che fu amatissimo dai suoi studenti. Questa destra, perché sì, è di questo che parliamo, non vuole giovani consapevoli. Li preferisce alienati, obbedienti, ignoranti, perché un cittadino che pensa, partecipa e organizza è il peggior incubo del potere. Ma questi ragazzi hanno scelto la libertà. E la libertà, si sa, dà fastidio. Allora difendiamoli, senza ambiguità.
Difendiamo chi ci prova, chi resta al Sud, chi mette le mani nella città invece di limitarsi a lamentarsi sui social. Difendiamo chi vuole costruire una Trani viva, aperta, solidale. Difendiamo questi ragazzi, perché ogni spazio liberato dalla rassegnazione è un atto politico, e ogni giovane che si impegna è una speranza concreta. La Casa Bovio non è solo un edificio: è un simbolo. Di chi non si arrende. Di chi crede che la cultura debba essere popolare, accessibile, condivisa. Siamo certi che oggi il progressista Bovio sosterrebbe questa scelta».
È quello che sta succedendo con la Casa natale di Giovanni Bovio a Trani. Un luogo che rinasce grazie all'impegno dell'associazione Crocevia dei Mondi, che con il progetto La.M.Po – Laboratorio Multimediale Polifunzionale ha vinto il bando regionale Luoghi Comuni. Un gruppo di giovani che ha scelto di restituire vita, idee e senso a uno spazio chiuso e dimenticato, portando dentro attività culturali, sociali, inclusive. Non chiacchiere: fatti. Non post indignati, ma progetti, formazione, partecipazione.
Eppure, invece di sostenerli, c'è chi preferisce attaccarli. Si parla di "svilimento culturale", di "uso improprio" della casa di Bovio. Ma la verità è che la loro è una visione conservatrice, che vorrebbe la cultura chiusa nei musei per le élite e i giovani fuori dai giochi. È la solita retorica di chi dice di difendere la storia, ma in realtà difende solo il proprio privilegio di controllare tutto. No: la cultura non è un santuario da spolverare una volta al mese.
È vita, movimento, incontro. E questi ragazzi la stanno facendo vivere davvero, con laboratori, inclusione, tecnologia, partecipazione. È così che si onora davvero la memoria di Bovio: con pensiero libero, impegno civile, spirito laico e progressista. Lui che fu amatissimo dai suoi studenti. Questa destra, perché sì, è di questo che parliamo, non vuole giovani consapevoli. Li preferisce alienati, obbedienti, ignoranti, perché un cittadino che pensa, partecipa e organizza è il peggior incubo del potere. Ma questi ragazzi hanno scelto la libertà. E la libertà, si sa, dà fastidio. Allora difendiamoli, senza ambiguità.
Difendiamo chi ci prova, chi resta al Sud, chi mette le mani nella città invece di limitarsi a lamentarsi sui social. Difendiamo chi vuole costruire una Trani viva, aperta, solidale. Difendiamo questi ragazzi, perché ogni spazio liberato dalla rassegnazione è un atto politico, e ogni giovane che si impegna è una speranza concreta. La Casa Bovio non è solo un edificio: è un simbolo. Di chi non si arrende. Di chi crede che la cultura debba essere popolare, accessibile, condivisa. Siamo certi che oggi il progressista Bovio sosterrebbe questa scelta».