Case pagate in nero: tromba d’aria su Barletta
Finanza in azione: quasi 130 perquisizioni, sette indagati
venerdì 21 maggio 2010
Appartamenti pagati in buona parte in nero, anche per il 60 per centro dell'importo effettivo. Quella che per tutti è ormai una prassi diffusa negli ultimi anni a Barletta, con relativa evasione fiscale, è da più di un anno al centro di un'inchiesta della procura di Trani, coordinata dal pm Michele Ruggiero. Su sua disposizione, dalle prime ore di oggi e fino a sera, duecento uomini della guardia di finanza (tra unità in servizio al comando di Barletta e molte altre del comando provinciale) hanno eseguito quasi 130 perquisizioni tra case e sedi delle più importanti imprese edili di Barletta. Nel registro degli indagati per evasione fiscale Giuseppe Prascina, Carmine Massimiliano Castagnaro, Luigi Scarcelli, Giovannina Piazzolla, Antonio Maria Di Bari, Antonio Chiarazzo e Gennaro Zizi.
Nessuna contestazione invece per gli acquirenti. Nel corso del blitz coordinato dal capitano Giulio Leo, sono stati perquisiti sia i 113 appartementi già utilizzati dai legittimi acquirenti, sia le sedi delle sette imprese edili barlettane e le case dei rispettivi titolari alla ricerca delle prove dell'evasione fiscale. Atti di compravendita, contratti, lettere, appunti, note scritte, ricevute manoscritte, documenti bancari, distinte, fax, documentazione cartacea e informatica in possesso dei proprietari degli appartamenti e utili ad accertare l'effettivo prezzo da loro pagato per l'acquisto dell'immobile. In questa maniera si cerca di provare l'esistenza di flussi di denaro non documentati, derivati dalla vendita di unità immobiliari, costituenti importi sottratti a tassazione (il prezzo pagato appunto a nero).
La maggior parte delle abitazioni perquisite si trova in via Michele Tatò, tutte dell'impresa Prascina; le altre in via Del Gelso, via Delle Querce, via Ricci, via Minervino, via Del Gelso e via Generale Stagnì. Del caso se n'era occupato a marzo del 2009 anche la trasmissione televisiva Le Iene, sollevando un polverone. Uno dei costruttori incastrato da quel filmato aveva asserito di vendere appartamenti anche in altri Comuni della provincia, Trani compresa. Ad oggi però l'unica città colpita è Barletta.
Nessuna contestazione invece per gli acquirenti. Nel corso del blitz coordinato dal capitano Giulio Leo, sono stati perquisiti sia i 113 appartementi già utilizzati dai legittimi acquirenti, sia le sedi delle sette imprese edili barlettane e le case dei rispettivi titolari alla ricerca delle prove dell'evasione fiscale. Atti di compravendita, contratti, lettere, appunti, note scritte, ricevute manoscritte, documenti bancari, distinte, fax, documentazione cartacea e informatica in possesso dei proprietari degli appartamenti e utili ad accertare l'effettivo prezzo da loro pagato per l'acquisto dell'immobile. In questa maniera si cerca di provare l'esistenza di flussi di denaro non documentati, derivati dalla vendita di unità immobiliari, costituenti importi sottratti a tassazione (il prezzo pagato appunto a nero).
La maggior parte delle abitazioni perquisite si trova in via Michele Tatò, tutte dell'impresa Prascina; le altre in via Del Gelso, via Delle Querce, via Ricci, via Minervino, via Del Gelso e via Generale Stagnì. Del caso se n'era occupato a marzo del 2009 anche la trasmissione televisiva Le Iene, sollevando un polverone. Uno dei costruttori incastrato da quel filmato aveva asserito di vendere appartamenti anche in altri Comuni della provincia, Trani compresa. Ad oggi però l'unica città colpita è Barletta.