Comitato Rifiuti Zero, inoltrata l'atto di diffida e messa in mora per la discarica

L'impianto tranese sarebbe illegale, secondo una circolare del ministro dell'ambiente di agosto 2013

mercoledì 8 ottobre 2014 10.04
«Questo enorme buco nero che ingoia tonnellate di rifiuti ogni giorno, oggi chiuso per una serie di criticità riscontrate dagli organi competenti, non deve più riaprire». Parole del Movimento nazionale Legge Rifiuti Zero, che nel pomeriggio di ieri ha organizzato una simbolica conferenza stampa dinanzi all'ingresso della discarica di Trani, gestita dall'Amiu. Per realizzare questo obiettivo, l'11 settembre 2014 è stato presentato un atto di messa in mora e diffida nei confronti delle autorità competenti (Ministro dell'Ambiente, Presidente della Regione, della Provincia, sindaco e gestore della discarica) affinché venga interrotto il conferimento di rifiuti urbani indifferenziati "talquale" nella struttura.

Infatti, la Commissione Europea, già nel 2011, ha inviato una lettera di costituzione in mora per violazione di normative comunarie, a cui lo Stato ha risposto con una circolare del Ministro dell'Ambiente, nell'agosto del 2013, che riconosce come trattamento adeguato dei rifiuti in discarica la tecnica della trito-vagliatura solo se accompagnata dalla stabilizzazione della frazione umida, onde evitare la formazione di percolato in falda e l'immissione di biogas.

A febbraio di quest'anno, nel Lazio, la presentazione di un atto simile a quello rivolto verso la discarica di Trani (stesso trattamento riservato anche alle altre discariche "illegali" di Andria e Cerignola) ha portato il Presidente della Regione Zingaretti a chiudere ben cinque discariche perché fuorilegge.

«Chiediamo questo - dichiarano i rappresentanti regionali del movimento - perché crediamo che si debbano e si possano sviluppare buone pratiche per potenziare o iniziare specifici progetti a servizio delle comunità locali e del territorio dirette a ridurre la quantità dei rifiuti, ad estendere la raccolta differenziata domiciliare per favorire la massimizzazione del riciclaggio e del recupero di materia dai rifiuti urbani e rendere effettivamente residuale il ricorso alla discarica, come prescrive l'articolo 182 del Decreto Legislativo 152 del 2006, nonché l'incenerimento come pratica di distruzione di materia e di produzione di particolato tossico in atmosfera, residui di ceneri e scorie da conferire di nuovo in discariche per rifiuti speciali e pericolosi».

Da tempo, il Movimento cerca a livello cittadino di instaurare un dialogo con la Pubblica Amministrazione, che ha, invece, sempre glissato sulle proposte giunte. Adesso, la Strategia Rifiuti Zero, unica strategia sperimentata in grado di coniugare tutela della salute e dell'ambiente con sana occupazione, potrebbe diventare più un obbligo e una necessità che una scelta. Bella differenza.
Il comitato Rifiuti Zero incontra la stampa © Sergio Tatulli
Il comitato Rifiuti Zero incontra la stampa © Sergio Tatulli
Il comitato Rifiuti Zero incontra la stampa © Sergio Tatulli
Il comitato Rifiuti Zero incontra la stampa © Sergio Tatulli
Il comitato Rifiuti Zero incontra la stampa © Sergio Tatulli
Il comitato Rifiuti Zero incontra la stampa © Sergio Tatulli
Il comitato Rifiuti Zero incontra la stampa © Sergio Tatulli
Il comitato Rifiuti Zero incontra la stampa © Sergio Tatulli
Il comitato Rifiuti Zero incontra la stampa © Sergio Tatulli