De Feudis: “Emiliano ha aperto una stagione di coraggio. Ora serve consolidarla con il rinnovamento di Decaro”

L'avvocato analizza la fase politica: "Decaro è l’erede naturale e il riformatore della 'primavera pugliese'. Si traduce nel passare da una politica che racconta, a una politica che costruisce"

mercoledì 29 ottobre 2025 6.20
In un clima elettorale spesso dominato dalla conta dei nomi, dalle polemiche sulle candidature e dai personalismi, finalmente torniamo a parlare di politica. Lasciamo da parte la cronaca delle tensioni per affrontare i contenuti, le visioni e l'analisi di una fase cruciale per la Puglia. Lo facciamo con l'Avv. Sebastiano De Feudis, che in questa intervista ci offre una lettura lucida della transizione nel centrosinistra, del valore dell'eredità di Emiliano e della sfida che attende Antonio Decaro: quella di consolidare una stagione di coraggio, trasformandola in un rinnovamento concreto. L 'Avv. Sebastiano De Feudis nell'intervista traccia una linea politica chiara all'interno del centrosinistra pugliese. Dopo vent'anni di governo progressista la Puglia è una Regione viva, con molte contraddizioni ma anche una forte identità politica. Michele Emiliano ha aperto una stagione che possiamo definire, senza timore di esagerare, una vera e propria "primavera pugliese": ha rotto schemi, ha dato spazio a un protagonismo civico e territoriale, e ha reso la politica più umana, più vicina alle persone. Ora quella stagione va rinnovata, non archiviata. Senza dubbio. Antonio Decaro è l'erede naturale e, allo stesso tempo, il riformatore di quella stagione. È intenzionato a dare un volto nuovo al modo di amministrare. Il suo modo di intendere la politica non è gridato, ma serio e inclusivo. È un amministratore che ha dimostrato di saper unire la visione con la gestione quotidiana, e credo che questo sia il segno più autentico del rinnovamento che serve oggi alla Puglia. Si traduce nel passare da una politica che racconta, a una politica che costruisce. Emiliano ha aperto la strada su molti fronti. Oggi bisogna consolidare quei risultati e fare un salto in avanti. Rinnovamento significa migliorare la macchina amministrativa, valorizzare i giovani, rendere più trasparenti e meritocratici i processi decisionali. E soprattutto, direi, restituire alla politica un senso alto, fatto di responsabilità e non di appartenenza cieca. L'astensionismo non è disinteresse. È delusione. È un segnale forte che i cittadini mandano quando non si riconoscono più nei partiti, nei linguaggi, nei metodi. Non votano perché non si fidano, perché non vedono coerenza, perché pensano che nulla cambi davvero. È un giudizio severo, ma lucidissimo. Serve credibilità. E la credibilità nasce dal rinnovamento. Non da quello di facciata, ma da idee e scelte nuove. In questo senso, la candidatura di Antonio Decaro è l'evoluzione naturale della "primavera pugliese", ma con un'energia diversa, più contemporanea. Decaro ha saputo amministrare, ha messo le mani nei problemi, non ha paura di parlare con la gente. È questo che può riportare la gente a votare: non gli slogan, ma la sensazione che finalmente qualcuno li ascolti e li rappresenti davvero. Le candidature espresse, da Domenico De Santis a Debora Ciliento, da Antonella Cusmai a Giuseppe Paolillo e Giovanni Vurchio, rispecchiano un impegno concreto radicato nella conoscenza dei problemi reali e nella volontà di offrire soluzioni, non réclame. Meritano di essere sostenuti. La scelta è verso la solidità di una classe dirigente che ha dimostrato, coerentemente alla propria storia politica, di saper governare; mantenendo saldo il legame con la comunità e con la visione di una Puglia moderna. Significa recuperare il senso originario di quella stagione: la freschezza delle idee, la libertà di pensiero, la voglia di cambiare senza distruggere. Il rinnovamento non è rottura, ma evoluzione. Oggi dobbiamo far rinascere quello spirito di fiducia collettiva che aveva fatto della Puglia un laboratorio politico e amministrativo ammirato in tutta Italia. Serve una classe dirigente politicamente matura, professionalmente ed economicamente strutturata, e per ciò stesso indipendente e libera, nel senso più alto del termine. Una classe dirigente che abbia la sensibilità e l'umiltà di ascoltare, offrendo visione e soluzioni tecniche, che possieda competenze specifiche e scelga di metterle a disposizione della Comunità: il tempo della politica come "lavoro" è finito: adesso inizia il tempo della politica come "Servizio". Il vero rinnovamento sarà dimostrare alla gente che amministrare è privilegio ed orgoglio. E niente altro. Mi aspetto un confronto sui contenuti, non sui personalismi. Mi aspetto che la politica pugliese si confermi adulta, capace di discutere di idee, di progetti, di visioni. Le campagne elettorali non dovrebbero essere gare di protagonismo, ma momenti in cui si decide insieme quale futuro è importante per la propria comunità. Se i protagonisti di questa campagna elettorale saranno in grado di mantenere alto il livello del dibattito, sono convinto che i cittadini premieranno la loro serietà indipendentemente dai partiti o movimenti che rappresentano. La immagino come una regione che non smette di innovare. Una Puglia in cui il turismo si accompagna alla cultura, l'agricoltura alla sostenibilità, l'impresa alla giustizia sociale.Una Puglia che non si accontenta, ma continua a cercare di migliorarsi con la buona politica. Perché la buona politica, per me, esiste.

L'appello dell' Avv. Sebastiano De Feudis si chiude con una visione chiara per il futuro della politica pugliese. Il vero rinnovamento, sottolinea, non risiede negli slogan o nei personalismi, ma nella capacità di formare una classe dirigente "matura, indipendente e libera". La sfida, per De Feudis, è culturale prima che politica: archiviare la stagione della politica intesa come "lavoro" per inaugurare quella del "Servizio", affidata a competenze specifiche messe a disposizione della comunità. Solo così, conclude, la Puglia potrà confermarsi un laboratorio di buona politica e continuare a innovare.