Gesso al braccio addio? Ecco NeverMind, la protesi ideata dall'ingegnere tranese Fabrizio Granieri

In attesa di brevetto sfrutta l'insieme delle tecniche mediche ed informatiche

lunedì 28 ottobre 2019 14.06
Presto potremmo dire addio al tradizionale gesso grazie la protesi intelligente ideata da Fabrizio Granieri, 49 anni, ingegnere di Trani e docente all'Istituto tecnico industriale Onofrio Jannuzzi di Andria.

Si chiama Never Mind ed è un dispositivo che, in caso di frattura di ulna e radio, dell'omero o delle altre ossa del braccio promette di sostituire il tradizionale gesso con una struttura in plastica. L'idea è stata presentata sia a Digithon 2019, la maratona dedicata alle start-up innovative voluta dall'attuale ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia e sia durante l'ultima edizione romana di Maker Faire, la vetrina per invenzioni e creativi nata negli Usa nel 2006 e diventata una rete internazionale.

La protesi consentirà prima di bloccare il braccio e poi, appena ridotta la frattura, di consentirne gradualmente la riabilitazione e i movimenti sotto il controllo del medico o del fisioterapista. Lo specialista potrà seguire "in diretta" l'evoluzione della terapia, guidando il movimento del braccio, grazie un microchip associato via bluetooth a un'app per moderni cellulari e consentendogli di fornire indicazioni sulla fisioterapia. Al contempo, tutto il corso della riabilitazione viene registrata in un database su Internet.

Costruito in plastica con una stampante 3D, NeverMind è «capace di seguire tutti i movimenti naturali del gomito riducendo i tempi della riabilitazione e i classici inconvenienti del gesso. A partire dal tendine che si accorcia per il prolungato immobilismo del braccio», spiega il suo inventore intervistato da Repubblica.it. «Il dispositivo - ha proseguito - è completamente regolabile, progettato con uno scanner tridimensionale, quindi personalizzabile, e consente una riabilitazione 24 ore su 24, sette giorni su sette, anche sott'acqua».

Attualmente NeverMind è in attesa di brevetto: il prossimo step sarà quello di trovare un'azienda in grado di fabbricare la protesi, non dopo aver ottenuto però tutte le autorizzazioni cliniche.

(foto icona di Repubblica.it)