Grande successo per il pianista Roberto Plano a Palazzo “Discanno” a Trani

Il maestro si è esibito nella serata di ieri nell'ambito della stagione concertistica “Armonie Leggendarie - grandi maestri italiani” della Fondazione “Aldo Ciccolini – ETS”

domenica 5 ottobre 2025 11.03
A cura di Adriana Fabrizio
Nella serata di ieri è stata inaugurata la rassegna "Armonia Leggendarie - grandi maestri italiani", nell'ambito della stagione concertistica 2025 "Armonie Naturali", organizzata dalla Fondazione "Aldo Ciccolini – ETS", sotto la direzione artistica del Maestro Alfonso Soldano. L'esperienza musicale è stata di altissimo livello con un programma che ha coperto un secolo di storia della musica da Liszt fino a Federico Mompou, con l'esecuzione di brani di Aaron Copland e Leonard Bernstein e un fuori programma del Maestro Roberto Plano che ha interpretato il brano "Terra Nera" dell'artista turco Fazil Say.

Il Maestro Roberto Plano, che ha un legame profondo con la città di Trani, avendo vinto il suo primo concorso internazionale proprio qui, ha offerto al pubblico un'esperienza assolutamente inedita; il livello tecnico altissimo dell'esecuzione si sposa perfettamente con l'espressività artistica, restituendo un'interpretazione a dir poco perfetta, senza alcuna sbavatura, armoniosa, precisa ma mai arida. Questo è ciò che fa la differenza in un grande pianista come Roberto Plano, che si è raccontato in un'intervista.

D: Il primo concorso è stato vinto a Trani che nazioni si provano a tornare nel luogo dove si sono mossi i primi passi?
R: È incredibile; io avevo già fatto dei concorsi prima, ero riuscito a vincere qualcosa, ma non una cosa così grande come il concorso che in quell'epoca era davvero enorme. Fu una bellissima giornata, la finale era alla Cattedrale di Trani; quindi, è stato davvero un tempo di lancio per me, che mi ha permesso di conoscere l'insegnante sotto e con cui poi vincerò un grande concorso 2001 che lanciò la mia carriera. In realtà da Trani è partito davvero tutto, per me è stata un'emozione indescrivibile.

D: Il programma copre un secolo di musica: sensibilità, stili, società e culture diverse; cosa lega tutti questi autori e la loro musica?
R: Ogni volta che decido un programma deve essere un programma in cui io mi sento consapevole di poter dire delle cose. In questo repertorio non si non si pensa soprattutto al fatto che siano famosi; molti di questi brani sono quasi sconosciuti ma, appunto, è lì che credo proprio di poter far sentire la mia voce, di farli conoscere al pubblico e di dare un'interpretazione più personale possibile. Sono tutti brani che parlano al cuore sia degli interpreti sia della dell'ascoltatore.

D: Come fa a conciliare tecnicismo la difficoltà di questi brani con le emozioni, con la trasmissione delle emozioni al pubblico e a non rendere arida l'esecuzione?
R: In realtà la seconda non potrebbe esserci se non ci fosse la prima, nel senso che il controllo tecnico deve esserci perché altrimenti poi non sei in grado di fare tutto quello che devi fare; nello stesso tempo, se ci fosse solo un controllo tecnico io non sarei un musicista, non mi piacerebbe ciò che farei. La fortuna è stata sin dall'inizio capire che avevo un rapporto simbiotico con la musica, sentivo la musica dentro di me, e poi la grande fortuna è stata quella di avere una famiglia che mi ha supportato nello studio, mi ha dato gli strumenti perché io potessi crescere anche tecnicamente; c'è stato tanto lavoro, tanti sacrifici per poi arrivare a un punto in cui ,praticamente, quasi non ci pensi più alla tecnica ma pensi solamente a tutto il resto, ed è quello che sto cercando di fare sempre di più.

D: Quanto conta il legame con il pubblico?
R: Tantissimo! Tantissimo! Ogni volta mi dico che mi devo estraniare e non pensare se loro mi stanno seguendo o meno, ma appena sento dei rumori inizio a dirmi che forse non sono così attenti, allora mi impegno ancora di più.

D: Quando si esibisce qual è, invece, il rapporto che ha con lo strumento?
R: Questa è una bellissima domanda; molto difficile, perché noi pianisti, purtroppo, non abbiamo uno strumento: ci dobbiamo adeguare ogni volta, ma io, quando sono su diversi strumenti, cerco sempre di prendere le cose più belle e - se ci sono dei difetti - cercare di nasconderli. Ogni strumento ha un suo perché, ha i suoi pregi e i suoi difetti; si impara a cercare di dominarli.

D: Qual è il suo pianista preferito?
R: Domanda difficilissima! Ce ì ne sono tanti, tra cui sicuramente devo elencare il Maestro Aldo Ciccolini, con cui, tra l'altro, ho avuto la possibilità di studiare durante qualche masterclass, e mi ha lasciato un ricordo meraviglioso per il suo rapporto con la musica. Dunque, visto che siamo qui in Fondazione "Ciccolini", direi che tra i pianisti che sicuramente io ho adorato e adoro c'è Aldo Ciccolini.

In occasione di questo concerto è stato inaugurato il nuovo pianoforte gran coda della Fondazione "Aldo Ciccolini – ETS", un assoluto privilegio per la città di Trani poiché, come afferma il maestro Soldano, la Fondazione è una delle poche a livello locale a ospitare un gran coda. "Era un passo dovuto" - afferma il direttore artistico - "per innalzare il livello sia qualitativo che quantitativo dell'offerta culturale della Fondazione. Avere un gran coda è una responsabilità ma anche un valore, perché ci permette di soddisfare ulteriormente il pubblico che ci ascolta e gli artisti che coinvolgiamo oltre che aumentare la qualità della musica che offriamo." Il Maestro Alfonso Soldano ha poi chiesto al Maestro Roberto Plano, inaugurando di fatto una tradizione, di firmare il pianoforte.
Roberto Plano
Roberto Plano
Roberto Plano
Roberto Plano
Roberto Plano
Roberto Plano
Alfonso Soldano
Roberto Plano e Alfonso Soldano
Roberto Plano e Alfonso Soldano
Roberto Plano Alfonso Soldano e Cinzia Falco