Guastamacchia, terza stoccata di Di Lernia (Forza Trani) a De Simone
«Ha votato o no un provvedimento che nemmeno conosceva?»
giovedì 28 ottobre 2010
Raffaella Di Lernia, presidente di Forza Trani replica alla nota del consigliere Giuseppe De Simone su villa Guastamacchia: «Per non accettare rimproveri, dovrebbe avere la coscienza pulita e, invece, noto che il mio appunto ha già ottenuto un primo risultato: si rivolge a me in modo apparentemente più educato e formale, macchiandosi, tuttavia, della colpa di trasferire la questione dal piano politico a quello personale. E bene, sia!
Cominciamo da alcune precisazioni e andiamo per ordine: "In politica, se vuoi che qualcosa venga detta, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatta, chiedi ad una donna". Volendo, potrei giustificare il mio silenzio così, citando Margaret Thatcher, ma non voglio e non perché queste parole non si adattino alla mia persona, ma semplicemente per mettere a nudo altre circostanze, evidentemente poco chiare. E' vero, non ho mai espresso le mie opinioni durante le riunioni di maggioranza e questo non perché non ne avessi, ma perché, per fattori di natura caratteriale, non ero capace di esporre un mio pensiero in un contesto di disorganizzazione imperante, in cui (buona parte de)i partecipanti (me compresa), venivano invitati senza essere informati di quali sarebbero stati i punti all'ordine del giorno e perché, spesso (da apprendista della politica, come mi definisce Lei), vi osservavo e mi sembrava che le discussioni prendessero pieghe troppo lontane dalla politica che mi aspettavo di trovare.
In tutta sincerità, non ricordo i suoi reiterati inviti ad esporre il mio pensiero; ricordo invece tutte quelle volte (specialmente le ultime) in cui, dopo essersi seduto accanto a me, mi tediava, usando termini poco edificanti nei confronti del movimento civico Forza Trani, reo di avere come leader Roberto Visibelli, il quale anni prima, da consigliere di opposizione si era rivolto alla Corte dei Conti per denunciare l'illegittimo aumento dei vostri stipendi. Fatto per cui lei ed altri suoi colleghi eravate stati chiamati a pagare le dovute conseguenze. Ricordo, anche, che un suo collega, durante una riunione di maggioranza, definì indegno il comportamento dell'ex assessore.
In quel momento mi chiesi cosa ci fosse d'indegno nell'agire a favore delle casse comunali e della città, ne dedussi che il soggetto in questione non doveva avere bene a mente cosa significasse quel termine. C'è stata una volta, addirittura, in cui lei è quasi arrivato alle mani con il personaggio di cui sopra, ricorda? In quell'occasione, in effetti, pensai di non presentarmi più alle riunioni, perché non mi era facile tollerare certi atteggiamenti. Nonostante ciò, contro le mie intenzioni, mi presentai alla riunione la volta successiva e la volta successiva ancora, fino a che, un bel giorno, non mi fu più notificato alcun invito da parte del sindaco Tarantini. Viene da sé che se la mia presenza non era gradita (o era scomoda) nelle riunioni di maggioranza, non era gradita (o era scomoda) anche in Consiglio comunale. Ecco spiegato il motivo della mia assenza.
Ricordo anch'io, con estremo piacere, le ore di tirocinio (non retribuito), trascorse nell'ufficio personale del Comune di Trani e, con l'occasione, saluto e ringrazio i miei gentilissimi ex colleghi. Anche se, pure in quella circostanza, ho dovuto subire le angherie di qualcuno (uno in particolare) che, pur ricevendo un regolare stipendio, invece di starsene nell'ufficio di sua competenza a lavorare, veniva spesso a rompere le scatole a me che lavoravo produttivamente a gratis, ma poco m'importava. La mia posizione era assolutamente regolare, essendoci stata una regolare convenzione fra il Comune e la scuola di alta formazione, presso cui ho conseguito il diploma di master. Se vorrà, le sarà facile verificare dalla delibera che all'epoca del mio stage, Forza Trani non aveva già più il suo rappresentante in giunta e che, quindi, già avevate deciso di non considerarci più come forza della coalizione di maggioranza, venendo meno, e questo è grave, agli impegni presi in campagna elettorale.
Detto questo, passiamo alle cose serie (?). Mi domando se lei, ogni tanto, si renda conto di quello che scrive. Nell'ultima parte del suo comunicato dichiara di aver affermato, con fermezza, che non ci poteva essere né contenzioso, né transazione (a proposito del terreno di villa Guastamacchia) e di aver rimproverato il dirigente competente per non aver informato la parte politica della vicenda. Bene! E poi che ha fatto? Ha votato o no a favore di un provvedimento che nemmeno conosceva? Sì, che lo ha fatto! E allora di cosa stiamo parlando? E' questo il modo di fare politica da cui avrei dovuto imparare qualcosa? Ma mi faccia il piacere! Ora, spero anch'io di aver chiuso definitivamente questa discussione diventata, grazie al suo intervento, sterile e per nulla costruttiva. Prima, però, vorrei ringraziare il consigliere Giuseppe Gagliardi per non essersi abbassato a certi livelli. Non ho avuto modo di conoscerlo bene, ma posso immaginare che, per l'educazione che lo contraddistingue, anche nel precedente comunicato, di suo ci fosse solo la firma».
Cominciamo da alcune precisazioni e andiamo per ordine: "In politica, se vuoi che qualcosa venga detta, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatta, chiedi ad una donna". Volendo, potrei giustificare il mio silenzio così, citando Margaret Thatcher, ma non voglio e non perché queste parole non si adattino alla mia persona, ma semplicemente per mettere a nudo altre circostanze, evidentemente poco chiare. E' vero, non ho mai espresso le mie opinioni durante le riunioni di maggioranza e questo non perché non ne avessi, ma perché, per fattori di natura caratteriale, non ero capace di esporre un mio pensiero in un contesto di disorganizzazione imperante, in cui (buona parte de)i partecipanti (me compresa), venivano invitati senza essere informati di quali sarebbero stati i punti all'ordine del giorno e perché, spesso (da apprendista della politica, come mi definisce Lei), vi osservavo e mi sembrava che le discussioni prendessero pieghe troppo lontane dalla politica che mi aspettavo di trovare.
In tutta sincerità, non ricordo i suoi reiterati inviti ad esporre il mio pensiero; ricordo invece tutte quelle volte (specialmente le ultime) in cui, dopo essersi seduto accanto a me, mi tediava, usando termini poco edificanti nei confronti del movimento civico Forza Trani, reo di avere come leader Roberto Visibelli, il quale anni prima, da consigliere di opposizione si era rivolto alla Corte dei Conti per denunciare l'illegittimo aumento dei vostri stipendi. Fatto per cui lei ed altri suoi colleghi eravate stati chiamati a pagare le dovute conseguenze. Ricordo, anche, che un suo collega, durante una riunione di maggioranza, definì indegno il comportamento dell'ex assessore.
In quel momento mi chiesi cosa ci fosse d'indegno nell'agire a favore delle casse comunali e della città, ne dedussi che il soggetto in questione non doveva avere bene a mente cosa significasse quel termine. C'è stata una volta, addirittura, in cui lei è quasi arrivato alle mani con il personaggio di cui sopra, ricorda? In quell'occasione, in effetti, pensai di non presentarmi più alle riunioni, perché non mi era facile tollerare certi atteggiamenti. Nonostante ciò, contro le mie intenzioni, mi presentai alla riunione la volta successiva e la volta successiva ancora, fino a che, un bel giorno, non mi fu più notificato alcun invito da parte del sindaco Tarantini. Viene da sé che se la mia presenza non era gradita (o era scomoda) nelle riunioni di maggioranza, non era gradita (o era scomoda) anche in Consiglio comunale. Ecco spiegato il motivo della mia assenza.
Ricordo anch'io, con estremo piacere, le ore di tirocinio (non retribuito), trascorse nell'ufficio personale del Comune di Trani e, con l'occasione, saluto e ringrazio i miei gentilissimi ex colleghi. Anche se, pure in quella circostanza, ho dovuto subire le angherie di qualcuno (uno in particolare) che, pur ricevendo un regolare stipendio, invece di starsene nell'ufficio di sua competenza a lavorare, veniva spesso a rompere le scatole a me che lavoravo produttivamente a gratis, ma poco m'importava. La mia posizione era assolutamente regolare, essendoci stata una regolare convenzione fra il Comune e la scuola di alta formazione, presso cui ho conseguito il diploma di master. Se vorrà, le sarà facile verificare dalla delibera che all'epoca del mio stage, Forza Trani non aveva già più il suo rappresentante in giunta e che, quindi, già avevate deciso di non considerarci più come forza della coalizione di maggioranza, venendo meno, e questo è grave, agli impegni presi in campagna elettorale.
Detto questo, passiamo alle cose serie (?). Mi domando se lei, ogni tanto, si renda conto di quello che scrive. Nell'ultima parte del suo comunicato dichiara di aver affermato, con fermezza, che non ci poteva essere né contenzioso, né transazione (a proposito del terreno di villa Guastamacchia) e di aver rimproverato il dirigente competente per non aver informato la parte politica della vicenda. Bene! E poi che ha fatto? Ha votato o no a favore di un provvedimento che nemmeno conosceva? Sì, che lo ha fatto! E allora di cosa stiamo parlando? E' questo il modo di fare politica da cui avrei dovuto imparare qualcosa? Ma mi faccia il piacere! Ora, spero anch'io di aver chiuso definitivamente questa discussione diventata, grazie al suo intervento, sterile e per nulla costruttiva. Prima, però, vorrei ringraziare il consigliere Giuseppe Gagliardi per non essersi abbassato a certi livelli. Non ho avuto modo di conoscerlo bene, ma posso immaginare che, per l'educazione che lo contraddistingue, anche nel precedente comunicato, di suo ci fosse solo la firma».