Il pianoforte di Antonio Pompa-Baldi? Una meraviglia al Castello Svevo di Trani
Il maestro di fama internazionale ha deliziato il pubblico con un’esecuzione magistrale, confermando il successo e la missione del Trani Classic Festival di divulgare la musica di altissimo livello
mercoledì 20 agosto 2025
15.59
È stato un concerto degno dei grandi teatri, quello di ieri sera, al Castello Svevo di Trani, nell'ambito del "Trani Classic Festival". Al pianoforte il Maestro Antonio Pompa-Baldi, pianista di fama internazionale e di cui ha parlato anche il "New York Times", descrivendo il suo talento al pianoforte come "di struggente bellezza". Il concerto di ieri ha fatto registrare il tutto esaurito, decretando definitivamente il successo della giovanissima kermesse musicale.
Il programma presentato è stato scelto dallo stesso Maestro, che è riuscito col suo estro a far godere il pubblico delle complesse melodie nonostante la particolarità del luogo, estremamente vicino al mare, con le annesse difficoltà che il clima umido può comportare per uno strumento delicato come il pianoforte. Nonostante tutto, nella serata di ieri, nella corte del castello hanno risuonato le note di Joseph Maurice Ravel, Sergej Rachmaninoff e Roberto Piana, deliziando un folto e variegato pubblico e trasformando per qualche ora il castello in un luogo sospeso nel tempo e nello spazio.
L'esecuzione di ciascun brano è stata preceduta da un'introduzione del maestro che ha sapientemente guidato il pubblico all'ascolto, immergendolo nell'atmosfera riservata e intima di Rachmaninov e in quella onirica di Ravel, raccontando la genesi e lo sviluppo di ciascuna composizione come un critico d'arte farebbe con un quadro. La complessità tecnica delle composizioni – "Ravel en rêve" di Piana, "Gaspard de la nuit" di Ravel e "Sonata n. 2" di Rachmaninov – ha esaltato particolarmente il talento del maestro, che ha saputo affiancare al rigore di un'esecuzione perfetta, il virtuosismo, l'anima del pianista e la bellezza spirituale, quasi mistica di queste composizioni.
Il concerto della serata di ieri conferma la via intrapresa consapevolmente dai direttori artistici del festival – Serena Valluzzi e Paolo Scafarella – ovvero quella della divulgazione della cultura musicale di altissimo livello, rendendola accessibile al più ampio pubblico possibile, anche quello meno esperto, valorizzando allo stesso tempo i beni culturali della città.
Credits Photo di Sara Mancini
Il programma presentato è stato scelto dallo stesso Maestro, che è riuscito col suo estro a far godere il pubblico delle complesse melodie nonostante la particolarità del luogo, estremamente vicino al mare, con le annesse difficoltà che il clima umido può comportare per uno strumento delicato come il pianoforte. Nonostante tutto, nella serata di ieri, nella corte del castello hanno risuonato le note di Joseph Maurice Ravel, Sergej Rachmaninoff e Roberto Piana, deliziando un folto e variegato pubblico e trasformando per qualche ora il castello in un luogo sospeso nel tempo e nello spazio.
L'esecuzione di ciascun brano è stata preceduta da un'introduzione del maestro che ha sapientemente guidato il pubblico all'ascolto, immergendolo nell'atmosfera riservata e intima di Rachmaninov e in quella onirica di Ravel, raccontando la genesi e lo sviluppo di ciascuna composizione come un critico d'arte farebbe con un quadro. La complessità tecnica delle composizioni – "Ravel en rêve" di Piana, "Gaspard de la nuit" di Ravel e "Sonata n. 2" di Rachmaninov – ha esaltato particolarmente il talento del maestro, che ha saputo affiancare al rigore di un'esecuzione perfetta, il virtuosismo, l'anima del pianista e la bellezza spirituale, quasi mistica di queste composizioni.
Il concerto della serata di ieri conferma la via intrapresa consapevolmente dai direttori artistici del festival – Serena Valluzzi e Paolo Scafarella – ovvero quella della divulgazione della cultura musicale di altissimo livello, rendendola accessibile al più ampio pubblico possibile, anche quello meno esperto, valorizzando allo stesso tempo i beni culturali della città.
Credits Photo di Sara Mancini