«Il tallone d'Achille dell'Amet? E' il Comune»

Ferrante commenta la situazione finanziaria della società ed il caso grattini. «Il nuovo management cosa ha partorito di buono?»

domenica 1 maggio 2011
«Dov'è finito il new deal dell'Amet?». Se lo chiede il capogruppo del partito democratico, Fabrizio Ferrante, che commenta così le ultime novità in seno all'azienda ex municipalizzata. «Circa un anno fa - spiega Ferrante - veniva nominato il nuovo Consiglio d'amministrazione della società che era partito con il lodevole proposito di fare meglio del precedente, obiettivo a dire il vero assai facile da raggiungere. Ma ad oggi pare che le cose stiano andando diversamente. Infatti sembrerebbe che l'approvazione del bilancio 2010 sia slittata a giugno, ma il risultato dovrebbe essere in linea con i precedenti, ovvero perdite per circa 1 milione di euro».

Per Ferrante il tallone d'Achille di Amet sarebbe «la debolezza politica del socio unico, ossia il sindaco, che non consente al Comune di esercitare qualsivoglia tipo di controllo sulla gestione, come dimostra la singolare vicenda dei grattini. Dopo che il Consiglio comunale deliberò a gennaio 2009 il contratto di servizio con l'Amet per la gestione a pagamento della sosta nella città, sono passati ben due anni e mezzo di inadempimento contrattuale da parte dell'Amet per cui il Comune si guarda bene dal chiedere qualunque tipo di risarcimento e con la scadenza del 31 dicembre che impone un nuovo affidamento, quindi con un altro potenziale concessionario del servizio alla porta . A conti fatti è un servizio che dovrebbe essere espletato per un periodo pari ad un sesto di quello previsto. Il tutto è bene ricordarlo con un cambiamento del servizio stesso, dai parcometri ai grattini, deciso da Amet e ratificato dal Comune».

«Ma se questo accade per i grattini - prosegue il capogruppo del Pd - cosa accade per il resto dell'attività dell'Amet? Esiste un piano industriale? Oltre alle ricerche di partnership in tutt'Italia per fare non si sa cosa, le strategie aziendali quali sono? Il nuovo management, oltre alle perdite, cosa ha partorito di buono per l'azienda e per la città? Sono domande che andrebbero rivolte al sindaco, rappresentante del Comune socio unico, se ce ne fosse uno, ma in mancanza speriamo che qualcuno abbia la bontà di fare chiarezza».