Incendio in un'azienda di Barletta, comitato Bene Comune: «Serve una centralina fissa per il monitoraggio dell’aria»

De Vito e Bartucci: «Alla prevenzione di rischi sanitari e ambientali non viene data la giusta rilevanza»

giovedì 2 gennaio 2020
Nelle prime ore del 29 Dicembre 2019, nell'area aziendale della 'Dalena Ecologia' si è propagato un incendio che ha diffuso in atmosfera un grandissimo fungo di fumo nero ed acre visibile sino ad una distanza di oltre dieci chilometri.

La 'Dalena Ecologia' gestisce materiali definiti 'CSS', ossia 'Combustibile Solido Secondario'; sostanzialmente tratta materie plastiche destinate all'incenerimento e al fantomatico recupero energetico. La combustione incontrollata di materie plastiche rilascia in grandissima quantità le seguenti sostanze classificate in macroinquinanti e microinquinanti: I macroinquinanti rappresentano le specie chimiche presenti nei fumi con concentrazioni dell'ordine dei mg/Nm3 (o superiore), e solitamente sono costituiti dalle specie "canoniche" quali SOx, NOx, CO, polveri, HCl ed HF, mentre i microinquinanti rappresentano le specie chimiche presenti in quantità dell'ordine dei µg/Nm3 (od inferiore), e sono costituiti da metalli pesanti (nichel, piombo, cadmio, mercurio, cromo, ecc.), composti organici volanti, IPA (idrocarburi policiclici aromatici), diossine (isomeri di policlorodibenzodiossine – PCDD), furani (isomeri di policlorodibenzofurani – PCDF) ed altri.

Nelle ore in cui è avvenuta la pericolosa combustione delle sostanze plastiche soffiava un forte vento da Nord e Nord-Est con raffiche di direzione variabile che hanno diffuso i contaminanti negli abitanti circostanti come Andria e Trani. Rileviamo che la 'Dalena Ecologia' è dotata di alcune importanti certificazioni che dovrebbero garantire processi gestionali ed ambientali in assoluta sicurezza a tutela del rischio sanitario. Si tratta della ISO 9001, ISO 140001, OHSAS 18001; quest'ultima certificazione integra il sistema di gestione ambientale, ispirato alla norma 14001: la sicurezza e l'ambiente sono infatti strettamente collegati tra loro.

La pericolosa combustione dei materiali gestiti nell'area aziendale ha investito anche l'abitato di Trani. Questo grave evento ambientale non fa che aggiungersi alla contaminazione dell'aria prodotta dall'ordinario traffico automobilistico o da eventi dannosi e rilevanti come le emanazioni dalla discarica e l'impatto prodotto dalla combustione nelle cave fumanti del 2015 e del 2017.

Constatiamo che ancora una volta i cittadini di Trani rimarranno all'oscuro di tutto e non sapranno mai cosa hanno respirato nei volumi di aria inalati nelle ore immediatamente successive alla combustione.
Per molti anni abbiamo chiesto ai nostri amministratori l'acquisto di una centralina fissa per il monitoraggio dell'aria corredata dal sistema che ne consente la dovuta interfaccia in rete e nella rete di ARPA-Puglia; questa avrebbe oggi consentito di conoscere la reale entità del danno subito e, come sta avvenendo nella vicina Andria, avrebbe supportato la strumentazione che ARPA sta usando per compiere gli accertamenti di emergenza; la sua mancanza purtroppo è la spia di quanto ancora debba crescere nei cittadini e negli amministratori la consapevolezza della serietà dell'emergenza sanitaria e ambientale che viviamo.

Non possiamo che sperare che episodi del genere possano essere valutati in tutta la loro gravità e si cerchi di dare ai cittadini le risposte che meritano. È altrettanto evidente che la politica sovracomunale debba dare un forte scatto in avanti nel pretendere più controlli a monte; gli episodi del genere che riguardano aziende che trattano materiali pericolosi sono sempre più numerosi e investono l'intera Provincia perché evidentemente la prevenzione di rischi sanitari e ambientali è un capitolo a cui non viene data la giusta rilevanza.

Francesco Bartucci
Teresa De Vito
Comitato Bene Comune - Trani