«Inutile e dannosa»: a Trani si firma contro la cementeria

Raccolte 400 adesioni. Bartucci (Legambiente): «Andremo avanti»

lunedì 22 novembre 2010
«In un momento di piena crisi edilizia e con i dati della cementeria di Barletta che testimoniano una drastica riduzione di produzione di cemento rispetto agli standard tradizionali, non capiamo che senso abbia l'investimento della famiglia Matarrese a Trani. E' una scelta che non convince così come non convince la politica a difesa dell'ambiente intrapresa dal governo locale e provinciale». Francesco Bartucci, uno dei più attivi rappresentanti di Legambiente di Trani, illustra i motivi della mobilitazione che il circolo tranese ha intrapreso insieme ai circoli omolghi di Andria, Barletta e Bisceglie. Tutti in piazza a raccogliere firme contro l'ipotesi cementeria a Trani, con il sostegno di Coldiretti e di tante associazioni che hanno sposato l'iniziativa.

La gente si ferma e ascolta, molti si siedono e firmano. «Inutile e dannosa» è lo slogan. La petizione ha già prodotto 400 firme, molte altre se ne aggiungeranno nei prossimi giorni. «E' possibile sottoscriverla – dice Bartucci - anche nella sede di Legambiente e della Coldiretti oltre che on line sul sito di Legambiente dove è possibile scaricare il modulo. Il problema della cementeria non riguarda solo Trani ma tutto il territorio. Ecco perché ci rivolgiamo al sindaco della città di Trani, al presidente della provincia ed al presidente della Regione Puglia. Alle massime cariche istituzionali chiediamo di esprimere un motivato parere sfavorevole all'approvazione definitiva del progetto di Matarrese. La presenza di un impianto industriale dall'elevato impatto ambientale aggraverebbe la situazione di inquinamento del suolo e del sottosuolo del territorio di Trani e dell'intera provincia Bat, sottoponendo le popolazioni ad elevate esposizioni di sostanze tossiche e cancerogene».



Le rassicurazioni fornite da Matarrese non convincono né Legambiente e né la Coldiretti. «Ma anche i cittadini sono scettici – spiega Bartucci – e l'adesione alla petizione lo dimostra. I cementifici posseggono un impatto ambientale del tutto equivalente a quello degli inceneritori. E, come accadde quando si paventava la possibile realizzazione di un termovalorizzatore a Trani, siamo pronti ad una battaglia ad oltranza. Non sono queste le scelte giuste per un territorio che ha ben altre vocazioni ed una sopportazione ambientale già ai limiti».