L'elezione del presidente del consiglio secondo i Verdi

«La falsa partenza del Partito Democratico»

mercoledì 7 novembre 2007
«La recente e sofferta elezione del presidente del Consiglio comunale di Trani è stata, per lunghi mesi, la prova evidente di una maggioranza di centrodestra incapace di assegnarsi da sola gli incarichi più prestigiosi, anteposti agli interessi della città.
A risolvere il problema è giunto il soccorso del Partito Democratico, con i suoi voti, decisivi per il quorum necessario per l'elezione. Il segretario dei Ds ha rivendicato subito quest'azione come meritoria, perché l'unica in grado di riportare la maggioranza al suo dovere principale, quello di governare la città. Ci permettiamo, con spirito costruttivo, di far notare la contraddittorietà di tale affermazione. E' vero, come ha sostenuto il vicepresidente Franco Caffarella, che essere "opposizione" non significa necessariamente cercare il muro-contro-muro; molto meglio entrare nel merito dei provvedimenti e avanzare, se possibile, proposte alternative.
Il concetto di "minoranza" implica, d'altra parte, l'esistenza di una "maggioranza" alternativa, democraticamente eletta, la quale si era arrogata il compito di auto-eleggersi il presidente del Consiglio ma che si era impigliata in giochi di spartizione di posti che hanno paralizzato la città. Forse era meglio lasciare che la crepa diventasse una breccia evidente, rendendola chiara agli occhi di tutti quei cittadini che si erano fidati del centrodestra.
Essere, poi, "minoranza" o "minoranze". L'azione repentina del Partito Democratico appare figlia di un'idea solitaria e di "fuga in avanti", di scarsa attitudine al confronto con le altre parti del centrosinistra che fanno sperare una sola cosa: che il nuovo Partito Democratico sappia rinnovarsi non solo formalmente ma anche sostanzialmente, nei nomi, nella dirigenza e, soprattutto, nel modo di intendere la politica, fatta di confronto e non di anarchia o subalternità.» Verdi Trani