«La politica del centrodestra: clientelare ed a zero contenuti»
Ancora schermaglie tra Italia dei Valori e Popolo della Libertà. Parla Lattanzio
domenica 21 novembre 2010
Proseguono le schermaglie fra il Popolo della Libertà e l'Italia dei Valori. Dopo la piccata risposta di Beppe Corrado e Franco Capone a Sebastiano De Feudis, i dipietristi tornano a farsi sentire con il segretario cittadino, Giuseppe Lattanzio:
«Non pensavamo che la sindrome da fine impero berlusconiano avesse intaccato anche le personalità e le menti dei rappresentanti del Pdl locale. C'è, infatti, nella non risposta alla nostra nota sul malgoverno Tarantini quella sbiadita tattica suggerita tante volte dal loro logoro capo, quella specie di kit pronto all'occorrenza per controbattere agli avversari politici sviando dall'argomento trattato senza dare risposte perché, in verità, non se hanno. Il consenso ottenuto, che è giusto conteggiare solo all'indomani di una votazione, diviene una specie di arma utile a divinis anche quando non c'entra assolutamente nulla.
Se chiediamo risposte sull'amministrazione di Trani che malgoverna la città, quelli parlano dei voti ottenuti ignorando che la differenza, in politica, non la fanno i voti ottenuti ma le qualità, le capacità e la lungimiranza politica delle persone che esprimono le proprie idee. Si ignora volutamente che alcune battaglie politiche si fanno per esprimere le proprie idee e non per essere necessariamente eletti. In fondo ognuno coltiva le ambizioni commisurate alle proprie capacità e qualità, come quella di replicarsi per diversi lustri nel ruolo di Consigliere Comunale per godere di quei mediocri privilegi connessi a tale status.
Se facciamo comprendere che dopo Tarantini, che dà una parvenza di contenuti, rischiano di non avere nemmeno quella, i nostri, rivelando una forma di analfabetismo politico, omettono di fare analisi e dare risposte ad una città che affonda nella decadenza e nell'anonimato. A cosa è ridotta la politica: pura addizione di numeri ed assenza di idee, contenuti, argomentazioni. Uno stravolgimento della democrazia.
Fossimo in Capone e Corrado ci preoccuperemmo delle numerese inchieste giudiziarie che coinvolgono l'amministrazione Tarantini, dei fallimenti della gestione urbanistica, dell'Amet, delle numerose società create per dar spazio all'insaziabile familismo amorale frutto di una azione politica clientelare che, per l'appunto, genera voti ma anche una classe politica dalla quale i cittadini si sentono distanti ritenendo gli eletti servitori di piaceri e non uomini capaci di cambiare il corso degli eventi di una città».
Giuseppe Lattanzio
Segretario cittadino Italia dei Valori
«Non pensavamo che la sindrome da fine impero berlusconiano avesse intaccato anche le personalità e le menti dei rappresentanti del Pdl locale. C'è, infatti, nella non risposta alla nostra nota sul malgoverno Tarantini quella sbiadita tattica suggerita tante volte dal loro logoro capo, quella specie di kit pronto all'occorrenza per controbattere agli avversari politici sviando dall'argomento trattato senza dare risposte perché, in verità, non se hanno. Il consenso ottenuto, che è giusto conteggiare solo all'indomani di una votazione, diviene una specie di arma utile a divinis anche quando non c'entra assolutamente nulla.
Se chiediamo risposte sull'amministrazione di Trani che malgoverna la città, quelli parlano dei voti ottenuti ignorando che la differenza, in politica, non la fanno i voti ottenuti ma le qualità, le capacità e la lungimiranza politica delle persone che esprimono le proprie idee. Si ignora volutamente che alcune battaglie politiche si fanno per esprimere le proprie idee e non per essere necessariamente eletti. In fondo ognuno coltiva le ambizioni commisurate alle proprie capacità e qualità, come quella di replicarsi per diversi lustri nel ruolo di Consigliere Comunale per godere di quei mediocri privilegi connessi a tale status.
Se facciamo comprendere che dopo Tarantini, che dà una parvenza di contenuti, rischiano di non avere nemmeno quella, i nostri, rivelando una forma di analfabetismo politico, omettono di fare analisi e dare risposte ad una città che affonda nella decadenza e nell'anonimato. A cosa è ridotta la politica: pura addizione di numeri ed assenza di idee, contenuti, argomentazioni. Uno stravolgimento della democrazia.
Fossimo in Capone e Corrado ci preoccuperemmo delle numerese inchieste giudiziarie che coinvolgono l'amministrazione Tarantini, dei fallimenti della gestione urbanistica, dell'Amet, delle numerose società create per dar spazio all'insaziabile familismo amorale frutto di una azione politica clientelare che, per l'appunto, genera voti ma anche una classe politica dalla quale i cittadini si sentono distanti ritenendo gli eletti servitori di piaceri e non uomini capaci di cambiare il corso degli eventi di una città».
Giuseppe Lattanzio
Segretario cittadino Italia dei Valori