Lavori vicino a Villa Lepore, condannato l'ex dirigente dell'Ufficio tecnico
Pene anche per il committente e il direttore del cantiere
sabato 7 maggio 2016
8.17
Tre condanne (pena sospesa) per le presunte violazioni commesse per i lavori, in corso nel 2011, nell'area adiacente Villa Lepore, in via Vicinale Sant'Angelo. La pena più alta è stata comminata dal Tribunale collegiale di Trani all'ex dirigente dell'ufficio tecnico del Comune, Giuseppe Affatato; mentre 9 mesi e 16mila euro di ammenda sono stati inflitti a Emanuele Germinario, proprietario del terreno nonché committente delle opere, e un anno al direttore dei lavori Giacomo Cacchione, di Termoli.
Nel cantiere, finito sotto sequestro nel novembre 2011, si stavano realizzando una vasca di cemento armato per la raccolta di prodotti di scarto di un frantoio e due digestori anaerobici (sempre in cemento armato) per la produzione di biogas e fertilizzanti liquidi. Al momento del sequestro preventivo - disposto dal gip Roberto Oliveri del Castillo su richiesta del pm Michele Ruggiero (nella foto) - vennero ipotizzati, a vario titolo, la violazione del Codice dei Beni culturali, del Testo unico sull'edilizia, l'abuso d'ufficio e il falso ideologico.
In particolare, il permesso a costruire rilasciato nel 2009 da Affatato sarebbe stato illegittimo "perché reso in violazione e difformità del vigente strumento urbanistico". Secondo la Procura avrebbe violato il Piano urbanistico generale nella parte relativa ai "beni architettonici di cui al piano di tutela delle ville storiche del Comune di Trani": le opere in corso di realizzazione si trovavano, infatti, a meno di cento metri da Villa Lepore, che nel Piano urbanistico territoriale tematico (Putt) della Regione Puglia era qualificata, appunto, come bene architettonico.
Affatato, col concorso morale del tecnico-progettista Cacchione, avrebbe omesso di considerare il "regime vincolistico delle aree rilasciando il permesso a costruire in violazione del Testo unico sull'edilizia" e procurando "intenzionalmente" a chi aveva chiesto l'autorizzazione "un ingiusto vantaggio patrimoniale con danno di rilevante gravità al Comune e al proprietario di Villa Lepore". Contestate, inoltre, false attestazioni sullo stato dei luoghi oggetto d'intervento. Con la sentenza i giudici hanno anche ordinato la demolizione delle opere abusive e il ripristino dello stato dei luoghi.
Nel cantiere, finito sotto sequestro nel novembre 2011, si stavano realizzando una vasca di cemento armato per la raccolta di prodotti di scarto di un frantoio e due digestori anaerobici (sempre in cemento armato) per la produzione di biogas e fertilizzanti liquidi. Al momento del sequestro preventivo - disposto dal gip Roberto Oliveri del Castillo su richiesta del pm Michele Ruggiero (nella foto) - vennero ipotizzati, a vario titolo, la violazione del Codice dei Beni culturali, del Testo unico sull'edilizia, l'abuso d'ufficio e il falso ideologico.
In particolare, il permesso a costruire rilasciato nel 2009 da Affatato sarebbe stato illegittimo "perché reso in violazione e difformità del vigente strumento urbanistico". Secondo la Procura avrebbe violato il Piano urbanistico generale nella parte relativa ai "beni architettonici di cui al piano di tutela delle ville storiche del Comune di Trani": le opere in corso di realizzazione si trovavano, infatti, a meno di cento metri da Villa Lepore, che nel Piano urbanistico territoriale tematico (Putt) della Regione Puglia era qualificata, appunto, come bene architettonico.
Affatato, col concorso morale del tecnico-progettista Cacchione, avrebbe omesso di considerare il "regime vincolistico delle aree rilasciando il permesso a costruire in violazione del Testo unico sull'edilizia" e procurando "intenzionalmente" a chi aveva chiesto l'autorizzazione "un ingiusto vantaggio patrimoniale con danno di rilevante gravità al Comune e al proprietario di Villa Lepore". Contestate, inoltre, false attestazioni sullo stato dei luoghi oggetto d'intervento. Con la sentenza i giudici hanno anche ordinato la demolizione delle opere abusive e il ripristino dello stato dei luoghi.